Danza, scrivi e visita Danzainfiera : il racconto " La Danza", secondo classificato

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La danza è un’arte divina ed unica capace di muovere un corpo oltre il limite della natura umana. E’ amore e la vita stessa. Il suo linguaggio è universale. La danza fa parte della mia vita fin da bambina, quando per gioco e curiosità ho iniziato a muovere i miei primi passi. Avevo appena 7 anni, dal quel giorno me ne sono innamorata. Tuttora continua a farne parte sempre e ovunque, perché è pura linfa vitale che mi tiene viva e mi dona benessere, dando un senso alla mia esistenza, donandomi pace e serenità. La danza è sempre stata il mio rifugio e la mia forza interiore, capace di rubarmi il cuore e guarirlo in ogni situazione. Per lei, la danza, ho rinunciato spesso agli amici, all’amore, ho fatto tanti sacrifici ma sono felice e soddisfatta di tutte le mie scelte e se ritornassi indietro le rifarei nuovamente. La vita purtroppo mi ha portato via mio padre quando avevo appena 12 anni, vedermi danzare era il suo più grande sogno, da quel giorno non ho mai smesso di credere che si potesse realizzare davvero e ci ho creduto fino in fondo. Non dimenticherò mai la prima volta che ho indossato le mie prime scarpette da punta, un sogno realizzato anche se costato tanta fatica e dolore. Nel corso della mia lunga carriera ho dovuto subire quattro interventi chirurgici ad un ginocchio che mi hanno portato per sempre a muovermi lo stretto indispensabile per lavorare correttamente e privato della gioia di danzare. Sono un’insegnante e coreografa di danza classica e moderna, direttrice tecnica ed artistica della scuola “Centro Studio Danza” che attualmente è ospitata dall’Associazione “New Cà Del Moro” del Lido di Venezia. Da sempre insegno ai miei allievi tutta la mia esperienza professionale, la tecnica e soprattutto la disciplina, coinvolgendoli nella crescita, imparare e non smettere mai perché la danza, come la vita, è una continua scoperta, un continuo apprendimento e confronto per migliorare e raggiungere i propri obiettivi. Un’insegnante deve stimolare gli allievi a non scoraggiarsi mai, a cadere e rialzarsi più forti di prima, non deve fare false promesse ma essere sempre sincera, riconoscendo i loro limiti e capacità, aiutandoli a sfruttare correttamente talento e doti artistiche. Soprattutto trasmetto l’umiltà e il rispetto, che in altri ambiti sono sostituiti dall’arroganza e dalla competizione. Spesso mi capita di commuovermi e di provare la pelle d’oca guardando danzare le mie “creature”. Assistere alle loro esibizioni e vedere i progressi raggiunti è l’emozione più grande che si possa provare. La musica mi parla ed è proprio “lei” a suggerirmi i passi da creare per le mie coreografie.

 

 

 

 

 

 

Amo alla follia il suono del pianoforte e del violino che per me sono un dolce “elisir” che mi accompagna nella maggior parte delle mie coreografie. Danzare è come volare, è libertà allo stato puro. Ascolto, penso e creo le mie coreografie che sono frutto di tutto ciò che mi circonda. Attraverso la gestualità dei movimenti esprimo le mie emozioni che catturano lo sguardo ed il cuore di chi guarda ed ascolta. Non esiste alcuna parola capace di esprimere il significato della danza. La danza si danza e basta. Insegnare danza non è un lavoro bensì una missione, una meta da raggiungere insieme ai propri allievi giorno dopo giorno, fatica dopo fatica, emozione dopo emozione. Danzare è come amare, una sensazione meravigliosa che ti pervade l’anima, ti conquista e ti coinvolge sempre rubandoti il cuore per donarti gioia e pace interiore.

Ringrazio Dio e i miei genitori che mi hanno dato un corpo per danzare, una mente per creare e un cuore per amare e provare emozioni.

 

 

 

La danza è tutta la mia vita, esiste in me una predestinazione, uno spirito che non tutti hanno. Devo portare fino in fondo questo destino: intrapresa questa via non si può più tornare indietro. E’ la mia condanna, forse, ma anche la mia felicità. Se mi chiedessero quando smetterò di danzare, risponderei “quando finirò di vivere”.

(Rudolf Nureyev)

 

 

Francesca Lissa

 

 

‘Beatlemania’: un omaggio divertente e coinvolgente alla storia dei Fab Four

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‘I Beatles a Roma’ fanno rivivere i magici  anni Sessanta nel loro nuovo e frizzante spettacolo ‘Beatlemania’, che propone un cast arricchito e arrangiamenti solo acustici di alcuni dei brani più interessanti del Favolosi Quattro

di Livia Rocco

 

Non solo non si smentiscono quanto a fantasia e competenza, ma riservano continue sorprese; parliamo dei Beatles a Roma, un gruppo che a 50 anni dalla nascita della beatlemania dimostra come la musica e la storia dei Fab Four non invecchi neanche un po’. Per gustarsi il nuovo spettacolo dal titolo Beatlemania  (andato in scena al Teatro Tordinona di Roma dal 25 febbraio al 2 marzo) non occorre neanche essere fan ‘storici’ dei Beatles (come chi scrive): il gruppo romano – ormai non più solo musicale, ma anche teatrale – riesce infatti, con sorprendente facilità e leggerezza, a trasportare lo spettatore in un’altra dimensione, facendogli compiere un insolito viaggio nella musica, ma anche nel tempo.

Lo spettacolo, scritto da Marco Avarello e diretto da Matteo Ziglio, propone una folle  incursione  nel passato, per impedire l’evento cui i fan più accaniti imputano la fine dei Beatles: l’incontro tra John Lennon e Yoko Ono (i quali argutamente non appaiono mai, pur essendo continuamente evocati). Il protagonista, maniacale fan del quartetto, sogna di compiere questa missione impossibile per cambiare il corso della storia, in una girandola di situazioni surreali e divertenti, con l’umorismo e la comicità di cui il gruppo aveva già dato prova con lo spettacolo dello scorso anno, Rome Together.

Decisamente più ‘corale’ rispetto a Rome Together, Beatlemania ha portato in scena interpreti con doti non trascurabili sia dal punto di vista teatrale che da quello musicale: tra di loro spicca una insolita presenza femminile: quella di Lenni Lippi, giovane attrice a suo agio anche come cantante. Simone Mariani,  che si conferma ottimo chitarrista e cantante,  interpreta alla perfezione il ruolo del ‘sognatore beatlesiano’: una rivelazione. Tutti  insieme Luigi Abramo, Simone Mariani, Martino Pirella, Lenni Lippi, Raffaele La Pegna, Francesco Cavalluzzo e Lorenzo Monaco riescono  - divertendo e divertendosi -  a far rivivere la folle atmosfera degli anni Sessanta, in cui tutto sembrava ancora possibile.

Avendo privilegiato le chitarre acustiche, questa volta senza batteria e suonate come sempre rigorosamente dal vivo,  i Beatles a Roma hanno pescato nel repertorio più melodico dei ‘fantastici quattro’: una scelta ha reso questo spettacolo molto diverso dal precedente. C’è stato spazio per classici come “Michelle” e per    ‘gioielli’ come  “In my life”, “Penny Lane” e “Julia”, quest’ultima accompagnata da belle foto di “mamma Julia”, piene di nostalgia per una persona che “proprio non riusciva a essere normale”, scomparsa proprio quando si stava riavvicinando al giovane figlio John.

Tutto da gustare anche l’omaggio finale ai mitici quattro di Liverpool: “Yesterday” cantata dal pubblico, accorso in massa  al richiamo della beatlemania.

 

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I Beatles a Roma

Dal 2010 ad oggi, I Beatles a Roma hanno pensato, scritto, costruito e messo in scena vari spettacoli ispirati ai Fab Four. Nata da un’idea di Simone Mariani, Lorenzo Mazzè e Martino Pirella, la formazione si presenta con un mumero variabile di ospiti, musicisti ed appassionati dei Beatles. Ormai consolidata la collaborazione con Luigi Abramo,  che nel suo progetto Appia Road ha tradotto molte canzoni dei Beatles in romanesco. Oggi I Beatles a Roma sono un gruppo di showmen che insieme pensano, scrivono, producono e interpretano, rigorosamente live, ogni spettacolo o esibizione.

Hanno ormai un fedele pubblico di sostenitori (anche su Facebook), che li segue con entusiasmo. De I Beatles a Roma si sono occupati ampiamente stampa, televisione e radio sia con servizi e commenti sugli spettacoli, sia con partecipazioni live in diretta. Tra le performance più originali (a cui il Tg2 ha dedicato un intero servizio) va ricordato il “Concerto sul tetto”, un happening con grande partecipazione di pubblico, che ha rievocato e celebrato il famoso Rooftop Concert de I Beatles sul tetto della Apple nel 1969. (www.youtu.be/cNByjbSvGPA).

Danza, scrivi e visita Danzainfiera : il racconto " Viaggio a Cuba", primo classificato

Dall'iniziativa di  Ballare Viaggiando "Danza, scrivi e visita Danzainfiera", realizzata in collaborazione con Danzainfiera (Firenze, 27 febbraio - 2 marzo),  il racconto  di Irene Berlingò, Roma, " Viaggio a Cuba", classificatosi   al primo posto. Un ritorno nell'Isla  Grande, sul ricordo di una grande insegnante di danza..... "per riprendere Cuba, assaporare i suoi profumi, la sua storia e soprattutto la sua musica..." All'autrice è stato destinato come omaggio   il libro di Enzo Conte  "L'Arte di  insegnare"  

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A Danzainfiera il debutto di Simone Pigliacelli come giudice e docente

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Tra i debutti a Danzainfiera 2014 c’è quello del ballerino Simone Pigliacelli come docente e giudice. Simone (vedi intervista in Protagonisti di marzo 2013) si era già esibito l’anno scorso nella rassegna di DIF “Ballando con .... il tuo Personal Dancer” facendo conquistare la vittoria alla giovanissima Carola Casula. Questa edizione lo vedrà per la prima volta in veste di docente negli stage di danze latino americane per conto della FIDA Italia (federazione italiana danza amatoriale) e AIMB Italia (associazione italiana maestri di ballo).

“Nelle lezioni, che si terranno il 28 febbraio, sarò affiancato da Giada Giacomoni, con la quale collaboro da diverso tempo – anticipa Simone -. Giada, che stimo molto, è stata campionessa italiana e ha partecipato come  maestra a diverse edizioni della trasmissione ‘Ballando con le stelle’ su Raiuno. Inoltre il primo marzo, sempre nell’ambito della kermesse fiorentina, sarò giudice nelle gare di danze standard e latino americane organizzate dalla stessa Federazione.”

Prima e dopo Danzainfiera, Simone è particolarmente impegnato come insegnante di ballo nella sua nuova struttura nei pressi di Roma, sulla via Flaminia, la Dance Revolution Academy, che sembra essere partita con il …piede giusto! Ho aperto la scuola in società con la mia collega e amica Rosa Papini – annuncia Pigliacelli - ed i risultati sono grandiosi: in tre mesi abbiamo superato i 260 atleti iscritti e questo e' un ottimo inizio. Abbiamo creato un organico di 12 docenti per avere tutte le discipline di danza insegnate da professionisti del settore”.

Nel passato, presente e futuro di Simone c’è anche molta televisione, in Italia (Raiuno) e in Albania (Ballando con le stelle), all’insegna dell’entusiasmo: “è un periodo impegnativo, ma che dà la voglia di fare il massimo e di trasmettere alle persone tutto quello che sai sulla danza e quello che vivi in ogni singola esperienza”.

l.r.

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