A Milano I Mosaici di Liszt, l’anima della musica e della danza ungherese

i“Uno spettacolo complesso, non semplice, non quotidiano, unico e speciale che, sono sicuro, coinvolgerà il pubblico italiano”. Queste le parole del regista e coreografo Gabor Mihaly- dal 2016 alla guida del l'Hungarian State Folk Ensemble di Budapest, insieme al direttore artistico István Pál Szalonna -presentando lo spettacolo evento “ I Mosaici di Liszt “ ( Milano, domenica 18 ottobre , Teatro Repower ) in una conferenza stampa on line , insieme a Davide Cicchetti ,Manager Tour Mondiale, Mate Farkas e Eszter Nemeth , due ballerini dell’ensemble, Anna Tucsi, organizzazione compagnia e altri partner dell’evento.

“Cultura e musica non si fermano- ha affermato Davide Cicchetti .In questa fase di pandemia non è facile continuare a fare spettacolo nel nostro paese e l’arrivo di questa opera in Italia rappresenta un segnale importante : dietro c’è una grande volontà di fare e un importante impegno economico. Per il debutto di questo lavoro, che è il più ambizioso progetto della compagnia ungherese, è stata scelta Milano, città ferita dal virus ma che vuole ricominciare, prima di proseguire per un tour europeo ( Parigi e Londra nel 2021 e a Ginevra, Vienna e Berlino nel 2022).”

I Mosaici di Liszt, concerto di danza e musica,  ripercorre in una serie di scene (mosaici) i momenti più importanti della vita di Liszt-concertista, virtuoso del pianoforte, popolare, mistico...- . La musica, che rappresenta la spinta dei danzatori protagonisti di quadri brillanti dal ritmo popolare o quadri più intensi- è una grande musica : quella di Liszt, virtuoso del pianoforte , che ha raccolto con passione nella sua musica classica l’eco e sostanza della musica popolare ungherese ; quella di Bela Bartok che, sulla scia dello stesso Liszt, è stato , insieme a Zoltan Kodaly, un ricercatore scientifico , il primo etnomusicologo, sviscerando e analizzando la natura della musica contadina ungherese. E ancora la musica di Paganini , che ha influenzato lo stesso Liszt, canti gregoriano bizantini e altri momenti di alta qualità.

E’ importante capire la genialità di Bartok- ha annotato Istman- che ha riportato alla luce come la musica ungherese racchiuda l’anima di questo popolo e di tutte le minoranze che hanno vissuto in questo paese .

“ Lo spettacolo – di nuovo Gabor - è il frutto del nuovo indirizzo che abbiamo dato alla compagnia , ovvero la ricerca di una sinergia tra modernità e tradizione , una renterpretazione della danza folcloristica ungherese in linea con il nostro secolo, . Qualcosa di nuovo perchè io amo creare cose nuove . Protagonista  la musica ; l’icona del pianoforte ,la tastiera, il pentagramma , e il colore bianco e nero (nella gonna delle danzatrici è disegnato il pentagramma) sono gli elementi dominanti della scena”.

Accanto alla musica la danza che mostra uno uno stile che supera il balletto folk ma che non è nemmeno danza di genere, ma senza dubbio qualcosa di più, di grande eleganza, che dà  vita a un sapiente mix di “musica tradizionale e classica, balletto folk e musica corale” con una vision contemporanea. Sul palco l'Hungarian State Folk Ensemble, il coro maschile di Szent Efrem , il gruppo vocale più conosciuto in Ungheria e tra i più importanti in Europa, l'orchestra dei Cameristi della Scala di Milano e Shlomo Mintz , considerato universalmente uno dei maggiori violinisti del nostro tempo.

Dopo questi mesi di incertezza – le parole di Sara Maccari del teatro Repower- siamo davvero contenti di ospitare questa opera di danza e musica , una conferma che rispettando le regole si può continuare a fare spettacolo e che il teatro è un luogo sicuro”.

Ester Ippolito

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