Turismo outdoor, in Italia la tendenza è in crescita. Adventure Travel e sostenibilità

Il turismo outdoor  è in netta crescita nel nostro paese, si conferma la   voglia dei viaggi all’aria aperta, a contatto con la natura, ricchi di attività sportive diverse e di esperienze da ricordare e soprattutto in modo sicuro, distanziato e sostenibile, senza trascurare aspetti culturali.  Dati e  tendenze sono emerse nel corso una tavola rotonda virtuale, organizzata da Regiondo Italia, azienda di servizi software per tour operator, destinazioni e tempo libero, dedicata al mondo del turismo outdoor: “Outdoor Roundtable - Trends & Safety. Sfide e opportunità del turismo outdoor in Italia".    Questo segmento rappresenta , inoltre, una colonna portante della ripartenza in risposta all’attuale bisogno dei viaggiatori.  

Nelle mani del  turismo outdoor ci sono le chiavi giuste per ripartire: adventure specializzati di MTB & e-bike, trekking, percorsi avventura e arrampicata, escursioni a cavallo, skydiving & paragliding, sport fluviali (rafting & canyoning) e sport acquatici in generale (vela, windsurf, surf, SUP e kayak). 

L' Adventure travel si pone tra i primi travel trend del 2021 confermando la richiesta di vacanze attive. “L’adventure travel si declina su tre fronti -commenta Giulia Trombin, co-founder e coo Sharewood -l'attività fisica, immersione nella natura e nella cultura locale in connessione con gli usi e costumi della destinazione. Il mercato di riferimento è molto vasto e in costante crescita: il 19% degli europei sceglie queste vacanze, pari a 140 milioni. Ammonta a 1.626,7 b di dollari il valore dell’adventure travel market globale stimato nel 2026″. L'incontro virtuale ha dato spazio anche alla profilazione degli adventure traveller che si possono collocare in tre sottogruppi: i baby boomers, con età superiore ai 50 anni, scelgono “soft adventure, natura e cultura. La fascia più importante è rappresentata dai Millennials, che cercano esperienze nuove da condividere sui social. Sono i nati negli anni ’90 e circa il 59% ha fatto una esperienza attiva o avventurosa, e il 53% desidera provarne una nuova. Infine, c’è la generazione Z, sono i più piccoli, scelgono hard adventure, mostrano attenzione per la sostenibilità e per le comunità locali. “Per quanto riguarda il mercato Italia si conferma il dato che vede un'accelerazione della scelta verso la vacanza attiva, proprio a seguito della situazione pandemica. Nel 2020 il 49% degli italiani ha scelto vacanze open air. Si stima che nel 2021 gli italiani che sceglieranno questo tipo di vacanze avranno una crescita del 26,2% . Il secondo trend individuato è il turismo di prossimità. Le persone cercheranno sempre più destinazioni lontane dalla folla e rivitalizzando destinazioni meno conosciute.. Tra i nuovi trend analizzati emerge l’undertourism. Tra gli effetti della pandemia spicca quello di “rivedere nuove priorità per dar vita a un nuovo modo di viaggiare – ancora Trombin. Le persone cercheranno destinazioni lontano dalla folla”.

Tra la parole chiave del momento c’è sostenibilità. Il 38% degli italiani dice di essere appassionato al tema della sostenibilità. Il 15% sceglie vacanze sostenibili. Lo stato di incertezza che vige in questo momento alimenterà le prenotazioni last minute. La booking window è cambiata, “i tempi sono compressi, con le richieste a pochi giorni prima dell’erogazione del servizio”. Però c’è anche da considerare che, invece, è aumentato il “tempo necessario da dedicare al cliente e una ricerca di una consulenza più attenta”.

"Il 2021 sarà l'anno ideale per intercettare i flussi provenienti dagli Stati confinanti all'Italia -spiega Davide Valin, consulente marketing turistico Xeniapro- i vaccini daranno un senso di maggior stabilità consentendo un prolungamento della stagione. Gli Stati del Nord Europa saranno i più propensi a viaggiare. Prevediamo un'impennata delle prenotazioni online e pertanto sarà privilegiato chi comunicherà meglio e ha una struttura digital ben avviata. Ovviamente anche l'igiene e la sicurezza saranno fattori determinanti nella scelta di una località o struttura. Il soft adventure travel ovvero la pratica di avventura relativamente sicura, non richiede preparazione tecnica o esperienza pregressa, resta la forma più scelta di turismo outdoor, basti pensare al birdwatching o al trekking in collina. Gli operatori devono puntare sul valore aggiunto e sui i servizi ancillari. Sul fronte dell'hard adventure travel che prevede avventure più adrenaliniche, che necessitano di competenze tecniche e una propensione maggiore al rischio,. si rivela utile far leva su sicurezza, equipaggiamento, riconoscimenti, alta professionalità” .

L'Europa e il Nord America rappresentano il bacino principale di provenienza degli adventure traveler, ma è anche “uno dei più attivi per presenza di t.o. specializzati nelle nicchie di mercato”. I Paesi europei che trainano la domanda del turismo avventura sono Gran Bretagna, Germania, Francia, seguono Italia, Spagna, Paesi Bassi. La Gran Bretagna è il maggiore mercato in Europa, pari al 19% dei turisti avventura di tutto il mondo. Tra i turisti britannici il 40% opta per le vacanze attive. Il secondo per importanza è la Germania, rappresenta il 12% dei turisti avventura. L’Italia si conferma in crescita e si colloca al quarto posto e tende a privilegiare l’aspetto culturale.  Il turismo outdoor è legato anche al settore delle guide e accompagnatori. Mauro Girardi, direttore esecutivo Mmove, chiarisce che “oggi ci sono oltre 1000 guide alpine abilitate, 133 aspiranti, 218 accompagnatori di media montagna, 52 guide vulcanologiche, più di 60 scuole di alpinismo registrate”. La scuola di alpinismo Mmove pone attenzione al tema sicurezza ed ha avvitato il Safety first, incubatore di procedure di sicurezza in cui aziende e professionisti del settore condividono know how, esperienze, strategie di prevenzione e gestione dei rischi legati all’attività outdoor. L'evento on line ha visto la partecipazione di oltre 100 operatori specializzati nel settore outdoor o interessati a questo segmento in espansione.


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