Dal Turismo creativo si può ricominciare ... un mix di turismo esperienziale, spinta all’integrazione con la cultura locale, ricerca di una offerta autentica e originale. L'attività del Creative Tourisme Network.
Ricominciare a viaggiare, a trovare motivazioni , a cercare esperienze uniche per il turista , e ridare al tempo stesso al territorio una soluzione alla crisi prodotta dalla pandemia , permettendo di diversificare l’attrattività di una destinazione, destagionalizzando e mettendo a frutto il proprio patrimonio culturale materiale e immateriale grazie al Turismo Creativo. Una strada che che si adatta perfettamente all'area caraibica, che si nutre delle tradizioni, della creatività e dell'empatia delle persone: i carnevali, il calendario festivo, i balli, la musica, la gastronomia, i mestieri e le creazioni contemporanee sono al centro delle esperienze del turista che cerca esperienze creative e attive. Ed è quanto ha sottolineato la direttrice di CreativeTourismNetwork®, Caroline Couret, evidenziando il valore del turismo creativo della cultura caraibica all'interno degli Incontri sul turismo professionale, organizzati dal Martinique Tourism Committee (CMT) lo scorso ottobre, e nel corso dell’evento CaribeTravel , guidato dalle destinazioni colombiane di Barranquilla, Cartagena de Indias e Santa Marta.
Caroline Couret ha insistito in particolare sul fatto che, oltre alle loro spiagge meravigliose , queste destinazioni rappresentano il fulcro culturale e creativo per le nuove generazioni di viaggiatori, desiderosi di scoprire la cultura locale co-creando con artigiani locali e collettivi artistici, durante laboratori di artigianato , cucina, fotografia, danza. Concetti- guida che non valgono solo per i Caraibi , ma per tutto il sistema turismo , portati avanti ormai da più di un decennio dal Creative Tourism Network, nato a Barcellona nel 2010, presieduto da Caroline Couret, e che riunisce associati sempre più numerosi, le “destinazioni friendly creative” -mete molto diverse tra loro per capacità demografica e caratteristiche turistiche, ma tutte realtà che vogliono promuoversi attraverso esperienze legate alla cultura del territorio.
Dalle danze tradizionali all’artigianato, dall’arte delle decorazioni di frutta in Thailandia, dai laboratori di croissant e profumi a Parigi ai laboratori di tapas in Spagna, dall’arte del cioccolato alla ceramica .... Tra i mercati più coinvolti quello nord americano e quello europeo, attratti da vacanze partecipative e significanti. Tra i membri del network enti privati, realtà pubbliche , tour operator che si impegnano a far rispettare le Buone Pratiche di questo nuovo turismo. Il network è impegnato tutto l’anno nella promozione di questo format, sostenendo le destinazioni che hanno imboccaro questa strada, attivando campagne di sensibilizzazione a questo tema, partecipando a fiere e congressi.
Da un’analisi dello stesso network , il turista creativo viaggia da solo, in coppia, in famiglia o in gruppo, e si appoggia anche al turismo organizzato. Le attività creative sono la prima motivazione del viaggio – da corsi e laboratori dall’arte alla danza alla musica, alla cucina- e soprattutto spicca la ricerca di condividere qualcosa con i cittadini del posto, mettendo il secondo piano il “monumentalismo”, o lo “spettacolare”. Una volta sperimentato il turismo creativo, non riescono più ad adattarsi ad un circuito convenzionale e standard. Il loro budget è rilevante e spesso amano unire durante il soggiorno diverse tipologie di turismo: creativo, gastronomico, industriale, ecoturismo... Pensando al post covid, sarà gradito ,oltre alla sicurezza sanitaria ed igiene, lavorare in piccoli gruppi, senza assembramenti e tempi morbidi.
www.creativetourismnetwork.org
Ester Ippolito