Covid e Crociere. Le perdite del 2020 e i segnali di ripartenza secondo l' Italian Cruise Watch 2020

 925 milioni di euro. È l’ammontare del mancato contributo del turismo crocieristico all’economia italiana nel 2020 a causa del Covid-19 secondo le stime di Risposte Turismo, società di ricerca e consulenza nella macro-industria turistica da anni punto di riferimento nello studio e analisi del mondo delle crociere.

Il dato è emerso durante la presentazione dell’edizione 2020 di Italian Cruise Watch, il rapporto di ricerca di riferimento per tutti coloro che si occupano di crocieristica in Italia. Tale valore, riferito alle sole spese dei crocieristi in escursioni (organizzate o indipendenti, a fine anno saranno circa 2,7 milioni in meno rispetto alle previsioni), shopping, ristorazione e altri consumi di tipo turistico a terra, oltre a pernottamenti a terra pre e post viaggio (circa 1,3 milioni in meno rispetto ai numeri attesi) e giornate di vacanza pre e post cruise, è dovuto alla fortissima contrazione del traffico crocieristico atteso a fine anno.

  Secondo il report di Risposte Turismo, il 2020 si chiuderà con un totale di 796.800 passeggeri movimentati nei porti italiani tra imbarchi, sbarchi e transiti (-93,5% sul 2019), un dato che riporta la movimentazione passeggeri ai valori del 1993.Su scala globale, secondo le prime inedite stime contenute all’interno di Italian Cruise Watch, il 2020 potrebbe chiudersi con circa 6 milioni di turisti crocieristi a bordo (-80% sul 2019) tornando a valori che non si registravano da prima degli anni 2000. Tornando al mancato contributo del turismo crocieristico all’economia italiana a fine 2020, le attività ricreative, culturali e di intrattenimento collegate alle escursioni a terra (-336 milioni di euro rispetto a quanto previsto), lo shopping nei negozi delle città (-273 milioni di euro) e le spese per i trasporti locali (-128 milioni di euro) saranno le aree che risentiranno maggiormente a fine anno del crollo dei traffici. Sarà il Veneto la regione più impattata (206 milioni di euro il mancato contributo), seguita da Lazio (-204,6 milioni di euro rispetto a quanto atteso quest’anno), Liguria (-176,5 milioni di euro), Campania (-120 milioni di euro) e Sicilia (-65 milioni di euro).

«Non è certo una novità constatare la rilevanza della croceristica in termini di contributo alla più generale economia del paese – le parole di Francesco di Cesare, Presidente Risposte Turismo. “Ma è in un anno in cui il traffico delle navi è quasi del tutto scomparso che emerge in tutta evidenza quanto questo fenomeno abbia contribuito, e tornerà a farlo, a creare economia ed occupazione non solo per chi ha un posto centrale nella sua filiera ma anche per molti altri operatori ed aziende del turismo»

Italian Cruise Watch 2020 evidenzia, però,  anche importanti segnali di ottimismo per il futuro della crocieristica in Italia, un segmento che, sin dalla sua nascita, aveva registrato quasi esclusivamente tassi di crescita. Tra questi, ad esempio, l’incremento degli investimenti da parte dei porti per interventi dedicati o a supporto del comparto: per il triennio 2021-2023 Risposte Turismo ne ha mappati per oltre 510 milioni di euro, in crescita di oltre il 200% rispetto ai tre anni precedenti. Investimenti destinati principalmente alle infrastrutture, ai terminal, e ai dragaggi e trainati soprattutto dalle realtà di Messina, La Spezia, Taranto, Ancona, Genova, Savona, Salerno, Ravenna, Palermo, Trapani, Termini Imerese e Porto Empedocle (460 milioni di euro complessivi). 

Il Rapporto contiene anche i risultati di una nuova indagine effettuata da Risposte Turismo su un panel selezionato di circa 100 professionisti attivi con ruoli apicali e lunga esperienza nella cruise industry italiana (compagnie crocieristiche, Autorità di Sistema Portuale, società di gestione terminal, agenzie di viaggio, agenzie marittime, tour operator e molti altri ancora). L’indagine, realizzata attraverso la somministrazione di un questionario a risposte chiuse e aperte, offre una visione positiva sulle prospettive della crocieristica, in particolare in Italia ma non solo, nelle sue diverse componenti di traffico, investimenti e competizione.Secondo la maggioranza delle risposte, che includono anche quelle dei rappresentanti di compagnie, il movimento passeggeri nei porti crocieristici italiani tornerà a livello pre-Covid dal 2023. Segnali di fiducia giungono anche dal mantenimento nel mondo di tutti gli ordini di nuove navi effettuati prima della pandemia, 81 fino al 2022 di cui ben 22 assegnati a cantieri presenti in Italia, numero che sale a 44 estendendo il periodo al 2025.Inoltre, nonostante la particolare congiuntura, circa il 90% degli intervistati non pensa di uscire dal settore crocieristico e, anzi, più della metà ha in programma investimenti per rafforzare la propria posizione alla ripartenza. L’indagine ha evidenziato infine come, secondo l’80% del campione, nell’immediato futuro sarà possibile un ritorno alla progettazione di navi più piccole per stazza e, quindi, capacità di passeggeri, e un’ancor maggiore concentrazione tra gli operatori sul mercato.

«Così come fatto in passato anche questa volta la crocieristica saprà riprendersi e riavviare un ciclo di crescita, tanto nel mondo quanto in Italia – ancora di Cesare. A differenza delle altre volte, però, non va persa l’occasione rappresentata da questa indesiderata battuta d’arresto per ripensare al comparto, ai nuovi equilibri che dovranno stabilirsi, alle priorità da individuare e condividere. Serve una nuova pianificazione strategica - per le compagnie, per i porti, per le destinazioni, per gli altri operatori - per migliorare ulteriormente lo scenario del comparto e rendere ancor più solide le basi su cui costruire i risultati a venire».

Per dettagli www.risposteturismo.it/ICW2020


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