""Ristabilire un comunicazione fortemente emotiva con la terra natale e un legame di appartenenza”. E’ questa la principale spinta che genera il Turismo delle Radici , fenomeno in crescita e sempre più indagato nelle sue sfumature, esigenze e necessità, per far crescere questa nicchia che può creare ponti tra paesi lontani, tra persone, creando nuovi flussi e nuove risorse per le regioni del sud che hanno generato negli anni i flussi migratori.
Si è tenuto nei giorni scorsi (4 novembre) il webinar di presentazione della ricerca sul “turismo delle radici”- Dai flussi migratori ai flussi turistici: il Turismo delle Radici" ( canale fb lavoroeformazione.it e Youtube pagina lavorareincalabria ) che sarà condotta nei prossimi mesi dall’Università della Calabria ed altri partner con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie. Un progetto che fa seguito a una ricerca già avviata nel 2017 in seno all’Università della Calabria da Sonia Ferrari e Tiziana Nicotera, Unical, che ancora oggi gestiscono la seconda parte dell’indagine, insieme ad altri altri partner accademici e non. “ Nel 2017- le parole di Ferrari, che ha cooordinato il webinar, e Nicotera- è partito un progetto sul tema del turismo delle radici attraverso una serie di interviste in profondità a emigrati calabresi e loro discendenti, allo scopo di acquisire conoscenza su un fenomeno di grande interesse. A tre anni di stanza la ricerca diventa sempre più ricca ed articolata, fornendo dati e riflessioni utili per incentivare i viaggi alla scoperta della propria identità e della storia familiare, e annoverando nuovi partner tra cui il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, l'Università di Mar del Plata in Argentina e l'Università di Torino”.
La ricerca, che partendo da un modello Calabria può riferirsi ad altre regioni del sud, acquista una nuova dimensione focalizzandosi sul marketing territoriale e ricercando gli strumenti per promuovere questa forma di turismo e favorirne lo sviluppo , conoscendo le aspettative, i bisogni e le specificità di questo segmento, avviando anche un confronto con le istituzioni pubbliche (realizzate interviste con il 50% dei sindaci calabresi) e operatori , per mettere a punto una offerta altrettanto specifica. In questa fase l’indagine sarà incentrata su uno dei paesi storicamente meta degli emigrati italiani, l’Argentina, paese, come è stato sottolineato , che ospita una delle più grandi comunità italiane , dove il 50% della popolazione è di origine italiana. Come diceva Borges- è stato ricordato- “l’argentino è un italiano che parla spagnolo”.
Tiziana Nicotera ha Illustrato alcuni punti chiave della ricerca delineando il quadro delle motivazioni di base che spingono i discendenti di famiglie di origine italiana a fare un viaggio in Italia : un viaggio identitario alla ricerca della italianità. Necessario, nella maggior parte dei casi un accompagnatore interprete preparato in grado di portare i viaggiatori in luoghi particolari, organizzare visite ai parenti, studiare documenti che ricostruiscono la storia di famiglia , e poi saper offrire esperienze legate al territorio , alla tradizione, al cibo tipico. L’obiettivo è far sentire il visitatore non un turista ma una persona che appartiene ai luoghi visitati, una persona che è tornata a casa. Anna Lo Presti, esperta di statistica, che ha collaborato alla realizzazione dei questionari, ha evidenziato quattro principali obiettivi: valutare l’ intensità del legame con la terra di origine; conoscere la tipologia del soggiorno prescelto, se casa di parenti o strutture alberghiere; capire perchè molti non ritornano in Italia; comprendere la percezione all’estero della loro terra di origine.