La presidente Fiavet invoca norme e certezze per pianificare il futuro in base ai nuovi costi cui le aziende andranno incontro. Tanti ancora gli interrogativi aperti per ripartire. Serve una cabina di regia, un gruppo circoscritto di lavoro pubblico-privato costituito da MIBACT e associazioni di categoria.
Il turismo rappresenta il 13% del PIL italiano in cui gioca un ruolo fondamentale la spesa degli stranieri in Italia che ammonta a 45 miliardi di euro di cui 15 sono dovuti a traffico di lungo raggio. Gli stranieri sono infatti il 50,3% dei turisti nel nostro Paese. La perdita in questo primo trimestre di chiusura dal primo marzo al 31 maggio è stata stimata da Confcommercio in 11 miliardi di euro. Non si riesce a fare una stima per il futuro, visto che la Iata attualmente segna un crollo del 90% del traffico aereo. Per le città d’arte è un disastro visto che luoghi come Roma, Firenze e Venezia hanno il 70% del turismo generato dagli stranieri che non possono essere sostituiti dagli italiani, se non in piccola parte. “Alcuni economisti credono che le vacanze degli italiani in Italia possano sopperire almeno in parte a questa situazione – afferma Ivana Jelinic, presidente di Fiavet – questo purtroppo non è sempre realizzabile per svariate ragioni, se per un’agenzia di viaggi è possibile (anche se meno fruttuoso) vendere il mare Italia, piuttosto che un itinerario di lungo raggio, per un grande operatore turistico che pesa nelle vendite di settore per oltre il 60% secondo le stime Enit, rimodulare interamente la propria offerta non è altrettanto facile né tempestivo, senza contare che potrebbe schiacciare in concorrenza le miriadi di PMI che hanno il loro core business nel prodotto Italia”. Aggiunge poi la presidente: “Non capisco inoltre questo vizio della politica che invece che operare nelle aule preposte rilascia interviste domenicali che aggiungono danno al danno, come la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen che consiglia di aspettare a prenotare le vacanze estive, rompendo uova nel paniere altrui invece che uova di Pasqua”.
Secondo Fiavet (Federazione Italiana Associazioni Imprese Viaggi e Turismo) non sarà possibile pianificare se non ci saranno adeguate regole e ognuno proferirà pareri adeguati solo a generare terremoti in Borsa. Quando tutto riprenderà quanti posti potremo occupare in un treno? Quanti in un aereo? Quali procedure di sanificazione e protocolli dovranno adottare le strutture ricettive? Che costi avranno questi protocolli per le aziende? Si potrà fare il bagno al mare e stare in spiaggia? secondo quali parametri? “Posto che molti avranno usufruito delle ferie in questo periodo di quarantena, e che molti non avranno il denaro per una vacanza – afferma la presidente - la restante parte pagherà molto caro un biglietto aereo, e molte strutture avranno costi di gestione superiori e un’occupazione ridotta”.
“L’unica possibilità che ci resta è la creazione di una cabina di regia, un gruppo circoscritto di lavoro pubblico-privato costituito da MIBACT e associazioni di categoria, che lavori sui protocolli necessari per ripartire, iniziando da quelli sulla sicurezza”. “Certamente il viaggio che era una delle spese più accessibili e edificanti del nostro tempo libero, portatore di apertura mentale, conoscenza, pace, potrebbe diventare un privilegio per pochi, un lusso di un’élite, e a Fiavet questo non piace, per questo dobbiamo iniziare subito a reagire, o l’intero comparto turistico ne uscirà con ferite non più sanabili, mentre il Paese avrà serie ripercussioni sociali; quindi vanno bene i buoni vacanza, ma occorre molto, molto di più per evitare l’ecatombe” conclude Ivana Jelinic.