Un viaggio in Turchia, una improvvisazione di danza orientale in una notte d’estate nel corso di una vacanza e il gioco è fatto: Lara Rocchetti , già ballerina dalla tenera età, esperienze di danza classica e jazz, è colpita al cuore da questo stile e dalla sensazione interiore che il movimento del corpo regala sulle onde della musica araba. Una danza di libertà, un mezzo per ascoltare ed esprimere il proprio corpo... in una cornice di musica, percussioni e canto. L'esperienza ATS, il senso della comunità....
di Ester Ippolito
Un viaggio in Turchia, una improvvisazione di danza orientale in una notte d’estate nel corso di una vacanza e il gioco è fatto: Lara Rocchetti, già ballerina dalla tenera età, esperienze di danza classica e jazz, è colpita al cuore da questo stile e dalla sensazione interiore che il movimento del corpo regala sulle onde della musica araba. E da quel giorno ha legato strettamente la sua vita alla danza orientale (Rak Sharki), considerata la danza più antica del mondo e che, varcando i confini del Medio Oriente e del Nord Africa, conserva inalterato il suo fascino e il suo mistero, un ballo che seduce su melodie profonde e ritmo di tamburi. “Era la mia prima volta all’estero con gli amici, e sono rimasta davvero affascinata dall’atmosfera e dalle emozioni che ho provato - racconta Lara Rocchetti, un curriculum ricco di mille esperienze- classica, jazz, afro, modern, flamenco- insegnante, coreografa, danzatrice orientale nei piu’ famosi locali arabi di Roma, fondatrice e direttrice, insieme a Isabel De Lorenzo, dal 2003, della scuola San Lo’ di Roma, primo centro di danza e cultura etnica della capitale che quest’anno sta festeggiando i suoi dieci anni di attività. “Rientrata da questa forte esperienza in Turchia – spiega ancora Lara - ho iniziato nel 1992 a prendere lezioni regolari di danza orientale dal maestro Saad Ismail che insegnava proprio nella mia scuola. E questa è stata un’occasione preziosa non solo per imparare moltissimo dal suo stile che unisce elementi classici ed accademici alla danza araba, ma anche per continuare a viaggiare …. perché quando Said insegna ti racconta il suo paese, Egitto, il suo vissuto, la vita nelle oasi , la profonda cultura che c’è dietro questa danza. Sul piano personale, inoltre, questo stile mi ha portato a sentire qualcosa di diverso nel mio corpo rispetto a quanto sperimentato con la danza classica: con la danza orientale, che in realtà è anche più statica rispetto ai giri e ai volteggi del mio maestro, ho imparato a muovere ogni parte del corpo interpretando, e per me questo è il danzare, non tanto il muoversi nello spazio”.
La femminilità si risveglia …
La collaborazione di Lara con Saad Ismail è stata molto lunga e costante, e per anni lei è stata la sua assistente. Ma nel suo percorso di danza e interiorizzazione, molto importante si è rivelato l’incontro con alcune danzatrici che venivano e/o operavano nel mondo arabo. “Se dal mio maestro ho ereditato eleganza e scioltezza del corpo - ancora Lara - queste danzatrici mi hanno aiutato a tirare fuori in modo più forte la mia femminilità, a sentire questo stile come danza di libertà, un mezzo per ascoltare ed esprimere il proprio corpo. Sicuramente la donna sente diversamente il movimento della sua pancia e delle sue anche rispetto a un uomo ed è in questa fase che ho scoperto nuove sensazioni arrivando anche al profondo di me stessa. Ho imparato a gestire l’emotività, ho rappacificato molto nel mio animo, ho sistemato qualche problematica, insomma la danza orientale è stata davvero terapeutica per il mio spirito. Anche dal punto di vista fisico, sono riuscita a migliorare la postura, liberandomi di alcuni dolori fisici, e ho rinforzato al massimo i miei addominali. E’ importante raggiungere la consapevolezza che il movimento parta dal punto centrale del proprio corpo: in questo modo arrivano emozioni diverse anche al pubblico”. “Anche nel mio insegnamento, il lavoro base all’inizio è stimolare nelle allieve un lavoro interiore teso a tirare fuori il proprio “bagaglietto personale”, poi ci si comincia a guardare allo specchio e a tirare fuori la femminilità- sottolinea. A fronte di queste conquiste, è grande la soddisfazione per Lara l’ aver intrapreso “ una vita di danza”, una vita di armonia.
ATS…per ritrovare il senso della comunità
La danza orientale è e rimane il punto di riferimento per l’ animo e il corpo di Lara Rocchetti, ma il suo cammino di ricerca e sperimentazione l’ha portata nel 2000 ad avvicinare lo stile ATS, American Tribal Style, e approfondire lo studio del Tribal Fusion con Geneva Bybee, Kimberly Mackoy, Anasma Vuong, Susan Frankovich. “Praticando la danza araba come professionista e solista, mi ero un po’ isolata - dice -. “Nell’ATS il gruppo (tribù) di danzatrici comunica condividendo un codice; questa modalità mi ha aiutato a ritrovare un contatto e un confronto. Da questa esperienza è nata poi la creazione con Isabel De Lorenzo della compagnia Carovana Tribale, la prima compagnia di danza orientale tribale a Roma. Ma non ho certo abbandonato la danza orientale, io amo infatti coltivare più danze, non sono monogama, le danze sono come le lingue, è bello saperne tante, sono tutte esperienze”.
Insegnamento e spettacolo: complementarietà
L’insegnamento e lo spettacolo trovano in Lara un punto di incontro, l’uno non può escludere l’altro e viceversa. “Insegnamento e spettacolo sono complementari per me - conferma -. “Io trovo stimoli, ispirazione e nuove energie per uno spettacolo proprio attraverso l’insegnamento, anche dalle allieve stesse perché c’è uno scambio. Attraverso le lezioni io trovo sempre nuove amiche”. Un aspetto che, secondo Lara, caratterizza la vera anima della danza orientale è l’improvvisazione, come avvenne per lei anni fa, e questo rimane un momento chiave della sua arte e che appartiene profondamente alla tradizione della danza orientale. “Nel mondo accademico attuale, soprattutto in occidente, prevalgono invece la coreografia e l’impostazione perdendo di vista questo aspetto che è davvero vitale: questa danza, infatti, deve essere sentita e non solo riprodotta. Nell’insegnamento è poi importante fare sempre cose nuove, stage mirati ai vari tipi di danze folcloriche in compagnia della musica e delle percussioni", insiste, mentre fa emettere suoni delicati da un tamburo, un Bendir marocchino. Si aprono così le porte a un progetto che Lara sta inseguendo da sempre e che intende portare in scena. “Grazie anche alla mia cultura musicale, mi piace molto lavorare con i musicisti coinvolgendo le allieve, misurandoci con il tempo- mi dicono che ho un metronomo interiore…- seguendo il ritmo delle percussioni, del tamburello, del sagat insieme al suono della voce. E in questa cornice danzare … In questo modo si riporta davvero la danza orientale alle sue tradizioni e origini”. In questa ottica, è in programma il 6/7 aprile prossimi, sede San Lo’, lo spettacolo “Raqs el Maqarmat”, ovvero “Musica e scala musicale”. L’armonia della danza orientale.
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La scuola San Lo’ nasce nel 2003 dal progetto di due danzatrici e insegnanti di danza orientale, Isabel De Lorenzo e Lara Rocchetti, di creare a Roma uno spazio specificamente volto ad accogliere e promuovere manifestazioni multiculturali nel campo della danza e dintorni. Frequentato in questi 9 anni di esistenza da migliaia di studenti, danzatori, professionisti dello spettacolo e amanti della cultura del movimento, il San Lo' è oggi un punto di riferimento per la danza a Roma .