Enzo Conte...e quella lunga storia d’amore con la salsa

Enzo Conte, la salsa e il mondo latino a tutto tondo. Il maestro, ballerino, musicista e scrittore si racconta partendo dalla sua lunga storia d’amore con la salsa cominciata nel 1988 a New York quando Conte suonava in uno dei più famosi piano-bar di New York: "La Camelia".  Una “scorribanda “ notturna al mitico Copacabana..e fu amore …  Il messaggio insito nella salsa, sottolinea l'artista ,   esprime un deciso rifiuto del razzismo, della discriminazione  e di tutte le intolleranze...

di Ester Ippolito

Una fiammata:  ecco cosa è stato l’incontro di Enzo Conte (insieme a Neia nella foto) con la salsa: un qualcosa che ha messo in moto nella sua vita la passione del ballo, e la  voglia di conoscere e di capire culture e uomini. Conosciuto anche come “l’ambasciatore della salsa”, ha  viaggiato moltissimo proprio per immergersi nella cultura dei paesi  culla di questa danza e con forti tradizioni musicali. A cominciare da Puerto Rico, un luogo dell’anima per Enzo Conte. Importante, poi, fu l’incontro a Roma nel 1991 con la venezuelana Trudy Iglesias, che teneva le sue lezioni al Charango, il primo locale romano dedicato esclusivamente alla musica latino-americana. E poi ancora un viaggio, nella “mitica Cuba, viaggio avventuroso che alimenterà ancora di più la mia passione per la musica afro-latino-caraibica e la cultura ad essa legata”. A seguire  l’ organizzazione di eventi dedicati all’America Latina, lezioni e stage di salsa con maestri come il venezuelano Jaime Otalora, il colombiano Alvaro Hugo, il cubano Lazaro Martin Diaz e Graciela Chao Carbonero, direttrice dell'Istituto Superiore d'Arte dell'Habana. E di nuovo in viaggio (Colombia, venezuela, Cuba, Puerto Rico ecc). E’ a Puerto Rico che Enzo Conte incontra Papito Jala Jala e i suoi Jala Jala dancers, una rivelazione e  un  mito per la sua vita di uomo e di danzatore. Dal 1995 si apre per lui  la strada dell’insegnamento con la fondazione dell’Accademia della Salsa (Roma Cinecittà), e  poco dopo la creazione del corpo di ballo battezzato,   in omaggio al grande coreografo portoricano,  “Jala Jala Italian dancers”.

Intanto  emerge in Conte  il talento dello scrittore:  esce il suoprimo libro“Salsa, il Tropico dell'Anima” (Gremese ,1995). Nel 1997  il secondo, in cui si spiegano le diverse anime della salsa portoricana, nel tentativo di delineare anche le differenze stilistiche tra New York e Puerto Rico, cui fa seguito nel 2002 “Salseando y bailando”, incentrato sulla storia di tutte le danze afro-caraibiche. Intanto i viaggi continuano... India, Sri Lanka, Tailandia, Cina e Filippine, e nel 2010 arriva il quarto libro "La salsa, sulla rotta Puerto Rico-New York". E quest’anno, dopo un ulteriore viaggio a Puerto Rico con la voglia di riscoprire lo spirito di questa isola e i suoi cambiamenti, la realizzazione di  una edizione aggiornata.

B&V- Musica, danza e viaggi, un legame indissolubile nella vita di Enzo Conte: quale   il motore del passato e quale  sarà quello del futuro ?

 

 

La curiosità! Ecco il segreto per non invecchiare, quello di non perdere mai la curiosità, di non smettere mai di dissetarsi alla fonte della conoscenza ma anche “non smettere mai di credere in un mondo migliore”...

B&V- Cuba, Portorico e New York, tre modi di vivere la salsa e il contatto con il popolo dei ballerini: quali le differenze e quali  le “chiavi del Sabor”?

Sono tre luoghi completamente differenti, nonostante a New York vivano moltissimi portoricani ed anche tanti cubani. Credo però che attualmente New York abbia perso molto del suo fascino, perché non è più la capitale mondiale della salsa. Sì, ci sono ancora ottime scuole come diversi locali dove lasciarsi trasportare dai ritmi tropicali, ma non è più quella che ha visto nascere il famoso Spanish Harlem. Sarebbe stato invece bellissimo potersela gustare negli anni '70, quando era davvero il crocevia di tante culture e l'ideale punto di incontro della comunità latina. Una comunità che però oggi si è notevolmente trasformata, allineandosi sempre di più ai modelli di vita americani. Ho avuto la fortuna di conoscere Cuba nel 1991, prima ancora che scoppiasse il boom del turismo. Era meravigliosa l'atmosfera che a quei tempi si respirava nell’isola! Oggi resta un posto straordinario ma sicuramente il turismo l'ha un po' snaturata, facendo emergere ancora di più le sue contraddizioni interne. Continuo però a pensare che sia un posto con un potenziale enorme, sia dal punto di vista musicale che culturale,  e sono molto curioso di vedere cosa succederà quando Fidel non ci sarà più.

B&V-Parlaci della tua Puerto Rico...

Puerto Rico è un luogo cui sono molto affezionato, nonostante sia un'isola assolutamente contraddittoria dove l'anima latina e quella americana sono in  perenne lotta tra di loro. Eppure se  vai lì con lo spirito giusto, è un isola ricca di tesori. Una fucina di sorprese in grado di generare sempre nuovi entusiasmi. Peccato che qui in Italia ci sia così poco interesse per il suo folklore! La bomba e la plena, ad esempio, sono ritmi stupendi...La cosa incredibile è che a New York, Cuba e Puerto Rico  (al contrario di quello che si pensa) il popolo balla con lo stesso sabor e la stessa spontaneità. E’ a livello accademico che le cose cambiano, anche perché, al contrario di New York e Puerto Rico, le poche accademie di ballo cubane (con l’eccezione dell’ISA che è una specie di Università della Danza) sono riservate solo ai turisti...E' in Italia che il casino cubano ha subito una notevole trasformazione. Una evoluzione (per alcuni involuzione) che lo ha reso sempre più spettacolare, a differenza di quanto succede a Cuba dove è rimasto sempre  fedele alla tradizione

B&V- Quali sono stati  gli artisti  punti di riferimento sul fronte musicale e della danza ?

Io ho sempre avuto  una visione a 360° ed un interesse per tutte le culture latino-americane a cominciare da quella brasiliana (non a caso ho sposato una meravigliosa ragazza baiana). Oltre ad essere uno studioso, sono un collezionista di musica ed ho persino approntato una Enciclopedia Musicale in mp3 che spazia attraverso tutti i generi che hanno contribuito alla nascita della salsa, dividendola in 4 tomi: Cuba -  New York - Puerto Rico - Dai Caraibi al Mondo . In tutti questi anni di intensa attività sono riuscito a raccogliere tantissime chicche musicali, alcuni delle quali davvero rarissime. Di questo devo ringraziare i miei innumerevoli viaggi ma anche la professoressa cubana Graciela Chao Carbonero che mi ha aiutato molto in questo lavoro di ricerca. Per quanto riguarda la musica, sebbene ami spaziare su moltissimi generi, quello mio preferito è la salsa gorda e le mie orchestre preferite sono: El Gran Combo, La Sonora Ponceña, Bobby Valentin, Willie Rosario, Tommy Olivencia e Roberto Roena.
Per quanto riguarda il ballo la mia smisurata curiosità mi ha spinto a studiare un po' tutti gli stili presenti nel mondo della salsa, ma quello che sento più mio è lo stile portoricano, in particolare quello trasmessomi dal mio indimenticabile maestro Papito Jala Jala.
Attualmente il mio ballerino di riferimento rimane Tito Ortos, che pur avendo sviluppato negli anni un suo stile peculiare, è quello che conserva di più il mitico sabor di Papito, attraverso un interessante connubio tra avanguardia e tradizione.

B&V- Sono tanti i volti di Enzo Conte:  musicista, scrittore, maestro, performer… si conciliano tutti o c’è un aspetto prevalente ?

In realtà il mio sogno era quello di fare da grande il cantautore...e forse ci sarei riuscito se non avessi avuto il torto (o magari il pregio) di voler fare troppe cose nello stesso momento. In realtà mi sento più musicista che ballerino, anche se forse la cosa che so fare meglio è scrivere...Ecco da grande mi immagino scrittore...e non solo trattando temi che riguardano la salsa e la cultura ad essa legata. Mi piacerebbe pubblicare dei romanzi, qualcuno è già dentro il cassetto...

B&V- L’ultimo libro su Portorico dopo il recentissimo viaggio: quali sono le risposte e gli interessi suscitati?

Che dire? Il mondo della salsa in  Italia, come è logico che sia, è un mondo che cerca più l'evasione che la cultura. Sono relativamente poche le persone che amano leggere, che vogliono andare oltre...ma è a quelle persone che mi rivolgo e da loro ho ricevuto dei commenti entusiasti, proprio perché l'ultimo lavoro è davvero interessante per conoscere non solo la storia di Puerto Rico  e della  New York Latina ma anche per meglio capire l'evoluzione della salsa. E' inoltre una utilissima guida per tutti coloro che desiderano in futuro visitare l'isla del encanto.

B&V-Come si vive oggi la salsa in Italia? Prevale l’aspetto commerciale  (scuole su scuole..), l’esibizionismo, la ginnastica senza patria …?

 

Difficile dare una risposta perché ci sono sia ombre che luci. E' straordinario il successo che la salsa sta ottenendo in Italia. Un successo che ha scatenato un grande interesse per il ballo sociale (e dunque anche per altre discipline sia tradizionali che emergenti), ma che negli anni ha profondamente snaturato il nostro movimento. Una volta questo mondo era caratterizzato da due fenomeni molto interessanti: "lo spirito di aggregazione" e "lo spontaneismo". Oggi, al contrario, si fa sempre più difficile aggregare sotto uno stesso tetto persone con gusti, scopi e motivazioni molto diverse. Una volta la salsa era una bandiera che accomunava non solo tutta la comunità latina ma anche i suoi innumerevoli amanti sparsi per tutto il mondo. Adesso lo slogan che sembra caratterizzare di più questo mondo  sembra essere: "Divide et impera".
E cos'è che oggi impera sempre di più? Spiace  dirlo ma ad imperare oggi è la faziosità abbinata ad una certa dose di "ignoranza". Intendo dire  che  molti salseri  "ignorano" completamente cosa succede al di là del loro personale orto o del loro personale campo di battaglia. E questo succede perché quando ti ritrovi a difendere solo la tua di bandiera, non  riesci più a capire il messaggio culturale insito nella salsa che è un messaggio fatto di fratellanza, di unione, di mescolanza. Un messaggio che esprime un deciso rifiuto del razzismo, della discriminazione  e di tutte le intolleranze...


B&V- Come diffondere di più la cultura latino-americana?

 

Secondo me, inevitabilmente, ci sarà prima o poi un ritorno alle origini. E  non sarà un male, perché proprio nel momento in cui il business diminuirà, si ricomincerà a parlare di "cultura", di "contenuti", di "musica" di "solidarietà"....Finirà così che proprio coloro che da sempre hanno più a cuore i destini della salsa, torneranno finalmente, senza più distrazioni di sorta,  a svolgere la loro missione naturale, ossia: "Trasmettere una solida e duratura passione, non solo per la salsa ma anche per la cultura che essa esprime..."


B&V- Quali sono i futuri progetti    dell’ “ambasciatore della salsa”?

 

Tra i miei tanti progetti c'è la pubblicazione del mio prossimo libro "L'Arte di Insegnare". Una lavoro molto innovativo che farà parlare molto di sé perché per la prima volta affronta le innumerevoli tematiche riguardanti il delicato mestiere di Maestro di Ballo. Attenzione, non è un libro che spiega cosa insegnare, spiega, al contrario, come farlo. Come, ad esempio, far emergere la propria eccellenza, come migliorare la propria didattica, la propria comunicazione e come avere migliori relazioni sociali con gli altri come con se stessi. Ecco in futuro mi piacerebbe fare qualcosa di importante per ridare rispetto e credibilità ad una professione che oggi è invece in balia del caos più assoluto. Non sarà facile ma è almeno giusto provarci, in caso contrario rischieremo di far crollare quel castello di sogni che così faticosamente siamo riusciti a costruire in tutti questi anni...

Per saperne di più www.enzoconte.it

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