Fernando Alfredo Cabrera: il tango nel sangue

Artista, tanguero improvvisatore e insegnante anticonformista di tango: questo è Fernando Alfredo Cabrera, argentino-napoletano che punta tutto sulle emozioni, nella danza come nella pittura


di Livia Rocco

Ballare e dipingere fa parte del suo dna: era un bambino quando in Argentina si è avvicinato al tango, molto prima di arrivare in Italia seguendo i suoi genitori per poi stabilirsi a Napoli, dieci anni fa. Ma, da bravo artista, Cabrera si spinge oltre, affermando addirittura che “non c’è differenza tra tango e pittura, perché entrambi sono fatti di immagini e di movimento”. Una definizione insolita, suggestiva e ‘aperta’, che per Fernando non è solo teorica: “io improvviso sempre, e spesso quando vado a ballare porto con me i colori. Nelle emozioni c’è una specie di radar che fa muovere senza uno programma prefissato, soprattutto se si è in due, e io non riesco a restringere il campo a un’unica forma di espressione artistica”.

Visto così, il tango di Cabrera sembra quasi una passione travolgente senza regole,  ma se ballando si improvvisa in due, come si può avere la certezza che la tua partner ti seguirà nei movimenti? “Creare un’intesa  è quasi naturale – spiega Cabrera - e lo vediamo anche nei piccoli gesti della vita quotidiana: se ti porgo la mano ti viene spontaneo porgermi la tua. Ecco, il tango punta su questa intesa, naturalmente su un piano diverso e  più intenso, fino ad arrivare a una sintonia che sfiora la fusione, ma c’è molto altro, perché il tango è fatto anche di contrasti”.

C’è la tristezza e c’è l’Argentina? “Per me il tango esprime un sentimento di nostalgia più che di tristezza, forse perché sono stati gli italiani emigrati a crearlo. Ed è espressione non dell’Argentina ma di  Buenos Aires, la città dove è nato e alla quale appartiene. C’è anche un altro aspetto che viene spesso trascurato – fa notare Fernando - . Tutti pensano che il tango sia solo un ballo, e invece è anche musica e testi, ecco perché durante la dittatura è stato proibito”.

Ed ecco riaffacciarsi un concetto che ci è ormai familiare: quello del ballo come espressione di un popolo, che nasce spontaneamente per poi trasformarsi. “Il tango si basa ancora sull’improvvisazione, anche se si ‘ruba’ da chi è venuto prima”: così la pensa Fernando, che mette  in pratica le sue convinzioni anche come insegnante. Ma si può imparare a improvvisare?  “Nelle  mie lezioni non insegno  passi ‘fissi’, e io stesso ho imparato così; non a caso nei miei corsi non esistono livelli, e i veterani ballano insieme ai principianti. Quando mostro qualche passo, poi lo cambio sempre, in modo che chi balla ‘inventi’ ogni volta qualcosa di diverso. Ho anche creato vari metodi di insegnamento, tra i quali il ‘tango nell’acqua’”, aggiunge Cabrera.

Vivere improvvisando

Attualmente Fernando è protagonista di un ciclo di incontri culturali e lezioni dedicate di tango all’Istituto Cervantes di Napoli. A questo programma si affiancano le numerose esibizioni  come artista ‘performer’, sempre basate sulla musica dal vivo, sull’improvvisazione e sulla creatività. “In generale, mi piace sperimentare cose nuove – racconta -. Per esempio, una volta ho portato in Piazza del Plebiscito a Napoli una grande scultura di polistirolo fatta da me, per osservare di nascosto le reazioni della gente; devo dire che sono riuscito a suscitare molta curiosità e gioia, soprattuto nei bambini”.

Ma anche il folklore argentino fa parte del suo bagaglio artistico;  dopo essersi laureato all’ Accademia di Belle Arti, Fernando ha  infatti  frequentato l’ IDAF (Istituto de Danza Folkloristica Argentina). “Suono anche il bombo, uno degli strumenti  del folklore argentino - aggiunge -. Ed è interessante sottolineare la differenza  tra i balli folk, tutti ritmici, basati sul tempo, e il tango, che invece si balla sulla melodia”.

Tra le esibizioni più recenti, ‘Tango Malambo’ al Teatro Greco di Roma (nell’ambito della rassegna “Danze nel mondo”), che ha visto Fernando Alfredo Cabrera dipingere e ballare. “Anche questa volta, come sempre, fino all’ultimo momento non sapevo con precisione tutto quello che avrei fatto sul palcoscenico”,  commenta Fernando. E’ finita che ha dipinto una grande tela, ha ballato con una  enorme e pesante bambola di pezza che si era portato dietro da Napoli in treno, e poi ha danzato anche in platea!

Vivere improvvisando non è da tutti, e nel ballo forse si può fare solo con il tango….Allora alla prossima sorpresa, Fernando!

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