Il film " Piazzolla, la Rivoluzione del tango", di Daniel Rosenfeld (Exit Media), in queste settimane nelle sale italiane, colpisce al cuore con la sua musica, le note vibranti del bandoneon, le nuove sonorità e i racconti di una vita senza pause.
Una personalità vibrante come le note del suo bandoneon. Irrequieto, all'inseguimento dei suoi traguardi musicali, sempre nuovi, in evoluzione. Un carattere forte, un uomo che non si ferma di fronte agli ostacoli, crede in se stesso e fortemente nel suo " tango" contemporaneo, nella sua " rivoluzione". Una vita fatta di scelte, di viaggi, di nuovi, luoghi, di orchestre, di passioni, di legami familiari, di musica legata a quei 10 chili di bandoneon che non lo hanno mai abbandonato. E che guarda sempre avanti , tanto da bruciare buona parte dei suoi spartiti che rappresentavano il passato.
Questo è il Piazzolla che conosciamo attraverso il film franco argentino (2019) " Piazzolla, la Rivoluzione del tango", di Daniel Rosenfeld (Exit Media), presentato in anteprima a Roma nel corso del “Festival del cinema Spagnolo e Latinoamericano” al Cinema Farnese nel 2020 ,e nelle sale italiane in queste settimane in occasione del centenario della nascita del maestro.
Un film che ripercorre la vita del musicista argentino (1921-1992), i momenti pubblici e i momenti privati, grazie agli inediti archivi del bandoneista messi a disposizione dal figlio Daniel - fotografie, nastri vocali (molte le registrazioni con la figlia Diana) , riprese in super8- che raccontano la vita di Piazzolla dall’infanzia a Manhattan agli esordi musicali al fianco di alcuni dei più grandi compositori musicali dell’epoca a cominciare da Gardel; i suoi rapporti con la famiglia, la figura forte del padre cui edicherà alla sua morte Adios Nonino, i figli, la sua passione per la caccia agli squali, la rivoluzione degli anni Settanta con Libertango, l’album del 1974 inciso in Italia con cui si sancisce ufficialmente la nascita del Nuevo Tango. E le polemiche, le accuse " di non fare tango" che lo hanno sempre inseguito in Argentina , e l'irruenza del maestro nel contrastare le cattive voci.
Il film documentario è avvincente e commovente, una vera avventura umana, che si pregia di documenti unici e di fotografie eccezionali del maestro , e che spiega l'ossessione musicale di Piazzolla, che ha cambiato il volto del tango con nuove sonorità , con l'utilizzo di strumenti non contemplati dal tango tradizionale (l'organo Hammond, il flauto, la marimba, il basso elettrico, la batteria, le percussioni, la chitarra elettrica), l'avvicinamento al jazz, il desiderio di fare una musica da ascoltare. “Gli ammiratori di Astor non resteranno delusi: godranno della sua musica e ascolteranno dalla sua stessa voce i pensieri che hanno generato la rivoluzione. Per chi invece ancora non conosce Piazzolla, il film sarà un ottimo strumento per avvicinarsi all’uomo che, combinando i generi, ha cambiato per sempre la storia del tango- sono le parole del quotidiano argentino Clarin dopo la prima.
Ma come è nato questo film? Da una richiesta del figlio Daniel al regista Rosenfeld. Un figlio che nel film incontriamo stretto tra i ricordi del padre , legato al loro passato, anche ai dieci anni di rottura e distanza che hanno avuto negli anni, commosso nel toccare foto e documenti preziosi . “Diversi anni fa, dopo l'uscita del mio film Saluzzi presentato al Festival di Berlino, ho ricevuto un invito inaspettato da qualcuno che lo aveva visto. Era Daniel Piazzolla, il figlio di Astor. Mi ha invitato a cena e quella sera ha detto: ‘Come mai nessuno ha realizzato un documentario di qualità su mio padre? Inoltre, la sua vita ha seguito ‘la struttura perfetta per un film’, è andato a pescare gli squali per tre mesi, ha composto per quattro mesi e ha girato il resto del tempo’- racconta il regista. Ad anni di distanza da questa richiesta , il film è una realtà. " Non volevo fare semplicemente ‘un film sulla vita o la musica di Piazzolla’,- ancora il regista - anche perché credo sia impossibile condensare in 90 minuti tutta la sua vita e la sua musica. Piuttosto, mi sono voluto concentrare sui principali eventi biografici e musicali. Ma non in modo ‘anonimo’, con uno sguardo esterno. Ho cercato di creare una narrazione ‘sensoriale’, capace di offrire allo spettatore un'esperienza evocativa, grazie anche all’accesso ad uno straordinario materiale inedito, come la voce di Astor Piazzolla che racconta i suoi ricordi e le sue avventure, registrata da sua figlia Diana”.
e.i.
"Un brano dalle cadenze ampie e dal ritmo particolarmente lento può sembrare a te malinconico e nostalgico e a un tuo amico caldo, intrigante e ricco di sensualità. Quale delle due impressioni è la più vera? Tutte e due, perché il Tango è fatto così. Entra nel cuore passando dal canale aperto in quel momento e ne assume la natura".
ASTOR PIAZZOLLA
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