Catia Fucci, in arte Lady Murasaki, ha portato in Italia un po' di Giappone, con le sue esibizioni in occasione di eventi, spettacoli e programmi televisivi, e con il suo insegnamento in Italia da circa tre anni. La passione per le danze giapponesi, coltivata con grande determinazione, viene da lontano e segue un percorso non sempre facile, legato alla conoscenza di questo paese e della sua cultura.
L’artista ci racconta il suo percorso, la predilezione per le danze Buyo, le occasioni per avvicinare la cultura giapponese e si dilunga sulla figura della Geisha, praticamente “ una donna delle arti “. E' una figura quasi mitica, e vederla camminare per le stradine di Gion è sempre una meraviglia-afferma.
B&V- Quali danze esegue e in che modo le ha apprese?
Fucci- Eseguo coreografie studiate con i Sensei (maestri di danze tradizionali) e perfezionate in Giappone. Per me queste danze sono il frutto di anni e anni di studio, ben 13. Si tratta di danze Buyo, che provengono tutte dal Kabuki, una forma di danza, teatro e canto medievale. Normalmente le danze Buyo sono eseguite dalle Geisha e dalle Maiko.
B&V- Lei vive a Grosseto. In che modo cerca di far conoscere questo tipo di danza così particolare?
Fucci- Tengo un corso sempre attivo, anche su youtube, e sono l'unica in Italia. Va detto, però, che per imparare le coreografie bisogna amare questa specifica danza, perché non è' facile studiarla. È strutturata e disciplinata in modo molto preciso, esattamente come tutti gli sport giapponesi.
B&V- Non crede che sia troppo difficile estrapolare dalla cultura giapponese questo tipo di danza per proporla in Italia?
Fucci- In Italia ci sono tantissime mostre legate al Giappone, unite ai Bonsai, alla figura della Geisha, fotografiche...Sono occasioni per avvicinarsi alla cultura giapponese, e partecipando ad alcuni di questi eventi ho ricevuto molti consensi e anche richieste di workshop o conferenze sulla figura della Geisha e la sua evoluzione fino ai giorni moderni.
B&V- Ha evocato più di una volta la figura della Geisha e la sua evoluzione. Chi è esattamente,ed esiste ancora oggi?
Fucci- La Geisha è una donna delle arti. Nel secolo scorso, il periodo della famosissima Mineko Iwasaki, le bambine iniziavano l'apprendistato all'età' di 6 anni, 6 mesi, 6 giorni. Era un durissimo percorso, poichè all'inizio si è solo le serve della Okiya (casa delle Geisha). La Okasan (madre che le adotta dalle famiglie) si fa carico di tutto, dai pasti alle lezioni, qualora ritenga che la bambina sia portata per questo percorso. E' la madre che decide quando iniziare a studiare nella scuola, dove le vengono insegnate la danza, che è l'arte principale, la cerimonia del tè, e altre arti come quella dello Shamisen, strumento con il quale le artiste piu’ anziane accompagnano le apprendiste e le altre artiste nelle serate dentro le case da tè . Le apprendiste imparano anche a suonare un altro strumento musicale, prevalentemente lo Tsutsumi, un piccolo tamburo che si usa in teatro, appoggiato ad una gamba, e che va percosso in modo aggraziato. In pratica i livelli partono da Shikomi, serva, quindi Minarai (ma per pochi mesi, spesso solo uno), per poi restare Maiko per 5 anni: il periodo più duro, dove viene plasmato il carattere e la formazione artistica. Dopo questo duro training, c'e' una cerimonia che le fa diventare ufficialmente Geisha (o Geiko nel gergo di Kyoto). L'essere Geisha comporta un continuo studio, un perfezionarsi meticoloso, e si ha bisogno comunque di un Danna, ora diremmo sponsor, comunque un compagno molto facoltoso che le mantiene e le sponsorizza per i festival piu' importanti. Una volta c'era molta piu ' richiesta di queste artiste; per esempio nella sola Gion c'erano circa 800 Geisha. Ora sono circa 200, anche se non mancano mai le 'novizie'. E' una figura quasi mitica, e vederla camminare per le stradine di Gion è sempre una meraviglia. Oggi ai nobili si sono sostituite associazioni che cercano di proteggere questa figura, e anche aiuti statali.
Livia Rocco
Info: Catia Fucci Lady Murasaki su Facebook
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