Dall’Argentina il richiamo alle tradizioni e alla cultura mediterranea e la ricerca di identità perdute attraverso la musica e la danza. Il progetto di lavoro del gruppo musicale Sein Tempu, tre musicisti argentini ma con antenati italiani e del Sud Europa che ,intorno al porto di Buenos Aires, hanno ritrovato lo spirito dei loro padri
di Ester Ippolito
“Músicas del Mundo, Sein Tiempo y de Todos los Tiempos". E’ questo il claim e la filosofia di Sein Tempu Musica Etnica di Buenos Aires, un gruppo di musicisti argentini ma con antenati italiani che si dedica con passione ed entusiasmo alla ricerca di musiche e danze di origini mediterranee (Spagna, Italia, Grecia, Nord Africa), alla ricerca dei suoni tradizionali, delle identità talvolta perse nel tempo, e dei punti di incontro tra i vari popoli.
L’amore per la musica e per le sue variazioni, per gli strumenti musicali più particolari e legati ad antiche musiche, la sperimentazione e la contaminazione sono le parole d’ordine di questo gruppo dinamico nato nel 2007, con esperienze di insegnamento e formazione di bambini e adulti, che vuole creare dei veri e propri ponti di comunicazione tra le tante culture.
Claudia Acuña, cantante, strumenti a corda, percussioni arabe (tamburello arabo, crotali, bendir persa); Bernardo Rotelli , fisarmonica, tastiere, darbouka; Leda Pingas, strumenti a fiato, voci, percussioni (castagnette, palo de agüa, pandereta) : è questo il biglietto da visita di Sein Tempu che si avvale in più occasioni della collaborazione di altri musicisti e danzatori.
“ Abbiamo una composizione base di tre musicisti fissi (fisarmonica, strumenti a corde e a fiato)- raccontano i protagonisti di Sein Tempu- più altri artisti che si abbinano a noi sia per la partecipazione musicale (percussioni, ecc..) sia per la parte della danza. Il progetto di lavoro che portiamo avanti intende la musica come gli antichi greci, e cioè come Musa ispiratrice e contenitrice di tutte le altre espressioni artistiche come il teatro, la letteratura, la danza. Per questo includiamo nella nostra attività anche la lettura di poesia dal vivo, con la partecipazione degli stessi autori. Nel 2010, a questo proposito, abbiamo avuto l´onore di chiudere la premiazione a Buenos Aires del Premio Nosside per poeti in tutte le lingue, lanciato una ventina di anni fa anche col proposito di riscattare le lingue in pericolo di estinzione”.
Dalla “lontana” Argentina …al Mediterraneo
“Dalla “lontana” Argentina, e dal 2007, dunque, svolgiamo una ricerca sui testi, le espressioni musicali e le danze appartenenti alle culture mediterranee che, attraverso una storia di invasioni, pellegrinaggi, dominazioni, influenze commerciali e linguistiche, si sono “contaminate” mutuamente- continua il racconto di Sein Tempu. “Questa impresa ci ha portato a scegliere canzoni in dialetti italici, in lingua ebraica, in spagnolo serfadita, turco, arabo, grecanico, ecc.. Il nostro progetto nasce dalla consapevolezza che la formazione delle nazioni-stato e successivamente il processo di globalizzazione odierno stanno minacciando l´eterogeneità di lingue e culture di antichissima tradizione”.
Il grande porto di Buenos Aires e lo spirito degli antenati
I protagonisti di Sein Tempu, tutti nati in Argentina, ma con antenati italiani provenienti dal Sud Europa, hanno ritrovato in questa destinazione un punto di incontro ideale per maturare e portare avanti questa ricerca di suoni e movenze che hanno identificato nei secoli tanti paesi. “Pur essendo nati tutti in Argentina, e avendo prima coltivato altri stili musicali - spiegano- lo spirito dei nostri antenati, giunti al porto di Buenos Aires dall´Europa del sud nel secolo scorso, è riuscito misteriosamente a riunirci intorno a questa ricerca di suoni che portiamo dentro. La nostra cantante, Claudia, è cresciuta in Italia, dove ha sempre cantato, suonato e ascoltato quello che è l´eco di melodie
secolari e religiose. Due di noi hanno studiato percussioni arabe, mentre la
suonatrice di strumenti a fiato è cresciuta tra dischi di orchestre greche e turche. In questo nostro percorso stiamo anche recuperando le voci dei Rom, i sefarditi, ed altri popoli che in qualche maniera hanno vissuto una diaspora attraverso la storia. La nostra attenzione è rivolta soprattutto alle culture mediterranee che fin dall´antichità e che si sono nutrite l´una dell´altra, anche attraverso i conflitti: egiziani, bizantini, giudaici, la civilizzazione ellenistico-romana, arabo-islamica, normanna, ecc.
Crediamo fortemente che le radici musicali dei popoli si trovino nella visione pagana che in qualche modo unisce tutte le comunità nel legame con la natura, radici che solo posteriormente hanno dato origine alla cultura musulmana, ebrea o cristiana”.
Le danze del mondo contadino italiano con Cecilia Arenillas
E’ molto fitta l’attività del gruppo con spettacoli e partecipazione ad eventi culturali, senza mai trascurare il ruolo della danza legata a una determinata cultura. “Fin dal primo spettacolo presentato nel 2007 per la Settimana della Lingua Italiana in uno degli istituti di lingua Dante Alighieri a Buenos Aires, il nostro gruppo è stato accompagnato da una ballerina di stile arabo, e da allora si sono replicati eventi similari spaziando dal mondo gitano a quello turco”. Un incontro importante per Sein Tempu è stato, all’inizio di quest’anno, quello con la ballerina italo-argentina di danze popolari Cecilia Arenillas. “L’affinità nei nostri rispettivi lavori tra musica e danza – ancora Sein Tempu - ci ha portato a fare un omaggio al passato contadino delle culture del centro e sud d`Italia, le loro espressioni tradizionali (pizzica, tammurriata, e le tarantelle delle varie regioni), insomma quei valori legati ad una terra ancestrale, quella che si coltiva, quella che nutre e che attraverso i secoli è stata onorata, celebrata, ma anche derubata, invasa, dominata. Nel nostro attuale repertorio non miriamo soltanto a mettere in luce le testimonianze della storia, ma anche temi che affiorano nel presente delle comunità con canzoni che rivendicano ingiustizie, quelle che ritrovano nella confusione di oggi un´identità perduta , canzoni del Regno delle due Sicilie o della Grecia Salentina, tammurriate che parlano di lotta, antiche tarantelle, ecc .Le nostre comunità italiane in Argentina hanno urgente bisogno di recuperare quella storia, ed è con questo proposito che svolgiamo una continua diffusione. Oltre a essere allievi dei corsi di danza di Cecilia Arenillas (cfr Ballare Viaggiando News), al suo fianco realizziamo a Buenos Aires una costante diffusione di queste danze attraverso l´apertura di corsi settimanali e seminari di danze popolari del centro e sud Italia. Da marzo scorso, quando abbiamo lanciato questi corsi, è in costante crescita la richiesta di partecipazione.” Questa iniziativa sarà presentata e diffusa da Sein Tempu nel corso del mese di settembre. Primo appuntamento in programma la domenica 4 nel programma radiofonico L´Ombelico del Mondo, della collettività Umbra, con un 'intervista e suonata dal vivo,e la domenica successiva, in un evento pubblico all´aria aperta, per il X Anniversario degli incontri mensili di Danze Sacre in Cerchio (Parque Avellaneda, Ciudad de Buenos Aires), al quale sono invitati anche rappresentanti delle danze della collettività gallega e lituana in Argentina.
L’eco di musiche e danze poco conosciute fa riscoprire la propria eterogeneità
Il pubblico, in questo caso argentino (ma il discorso vale anche per quello italiano o altro ndr) risponde prontamente al richiamo di imparare le danze popolari italiane, e ascolta e partecipa ai concerti che trascinano verso altri popoli mediterranei. Sein Tiempu spiega così le motivazioni di questo successo: “Nelle diverse esperienze avute, tanto nell´ambito istituzionale ( come la Dante nel 2008 o l´Istituto Italiano di Cultura nel 2010) , o nelle radio, in teatri e in eventi privati, il pubblico argentino è innanzitutto positivamente sorpreso di sentire musiche con cui non erano mai entrati in contatto prima. Una nostra presentazione dal vivo viene sempre accompagnata dalla spiegazione o traduzione in spagnolo dei testi che cantiamo. Ma ancor prima di comprendere intellettualmente le nostre canzoni, i suoni e ritmi che cerchiamo di ricreare, il pubblico viene richiamato all’ eterogeneità stessa di cui siamo composti come figli e nipoti di immigrati da sud a nord dell´Europa, ma anche dal nord Africa e dall´Asia Minore o Oriente Medio. Infine il pubblico si risveglia e si sente pronto a una nuova comprensione ed a un nuovo rispetto per la ricchezza delle sue origini. La musica italiana, per esempio, è stata seguita molto dalle generazioni passate qui in Argentina, ma la musica che noi presentiamo è praticamente sconosciuta. Il risultato è un'emozione e commozione che reclamano la continuità di questo nostro progetto, nonostante l´assenza di qualsiasi sostegno economico, al di fuori di Sein Tempu. Il nostro pubblico è il nostro sostegno, ma anche gli amici italiani, greci, corsi, ecc, ci sono vicini e, nonostante la distanza, ci invitano e stimolano giorno dopo giorno a tenere vivo questo nostro sogno musicale, inviandoci canzoni, testi, video…”..
L’interesse è alto, dunque, e non solo in Argentina. Danze e culture antiche escono dai propri confini, cresce la sete di tradizioni….
“La globalizzazione e lo sviluppo tecnologico senza dubbio hanno portato ad uno scambio più democratico e ad una diffusione più fluida delle culture tradizionali, impulsando a sua volta una nuova contaminazione o fusione tra culture e collaborazione anche economica tra diversi progetti regionali. Questa è una situazione che probabilmente, lo speriamo, continui ad espandersi nel futuro- concludono i musicisti argentini. "Inoltre, il vertiginoso movimento globalizzante di oggi non esclude la permanente ricerca dell`umanità e la consapevolezza di essere membri di una comunità in comunione con altri e con la natura, e questo senz’altro coinvolge il corpo, “poner el cuerpo”. La danza e la musica tradizionali, quelle che identificano una regione, un´intera comunità, sono la risposta atavica dell´essere umano, anche nei periodi più scuri. Ci si può perdere dentro un sistema ingiusto che ci ruba il senso della felice convivenza, ma questo presto o tardi ci riavvicinerà alla necessità di tornare alle fonti, alle origini, al confronto di valori universali o antagonisti, e di continue decisioni personali e collettive”.
www.seintempu.com
facebook.com/Sein Tempu
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