Il forte legame tra danza persiana e teatro, proposto da Aram Ghasemy, si può capire meglio conoscendo la storia di questa interessante figura di danzatrice iraniana che si esprime attraverso diverse forme di spettacolo e di arte. Dai primi contatti con la danza - che in Iran passa inevitabilmente attraverso il teatro oppure viene coltivata in modo non ufficiale - fino ai numerosi spettacoli in Italia e alla scuola di danza persiana a Milano
di Livia Rocco
Aram Ghasemy si può definire un’artista a 360 gradi: è danzatrice, attrice, coreografa, regista, insegnante di danza e di teatro, poetessa. Nata in Iran, dove ha fondato la compagnia Tarmeh (La Veranda Luminosa) nella quale insegna teatro anche ad attori diversamente abili, vive in Italia dal 2007. Ha interpretato e diretto numerosi spettacoli e collaborato con vari registi e danzatori. Dal 2010 insegna danza persiana a Milano, tenendo anche seminari e workshop sulla danza e il teatro tradizionale in diverse città.
B&V- Come è avvenuto il tuo avvicinamento alla danza?
Ho cominciato la mia attività professonale nel mondo dello spettacolo ormai 20 anni fa’, quando sono entrata all’Università dell’arte di Teheran nella Facoltà di Teatro. Era il 1994 quando ho recitato in uno spettacolo teatrale tratto dalla storia dell’amore tra Leily e Majnoon del poeta persiano Nezami. Per la prima volta ho incontrato il lavoro di un coreografo che coordinava i movimenti di noi attrici e attori con i ritmi e le musiche che ci accompagnavano. Quel lavoro mi ha aiutato a capire la priorità della conoscenza del corpo e dei suoi movimenti nella recitazione; oggi quando torno a quei giorni mi rendo conto che la regista di quel lavoro, che per di più era una donna, provava a mettere la danza dentro il teatro. Mi piaceva ballare e conoscere la danza, ma in Iran, al contrario di quanto accade con il teatro, non esiste una figura accademica o una scuola per imparare la danza professionalmente. Questo non vuole assolutamente dire che la gente non balli. Le danze tradizionali o folkloristiche nascono e crescono tra la gente nelle cerimonie e feste, che si organizzano nelle case, ed in questo modo le danze conservano la loro anima orginale. In Italia per me e’ sempre difficile spiegare come la gente in Iran preserva la danza nel suo mondo privato. In più si balla, si impara e si insegna la danza in un ambiente underground. Cosi anch’io ho frequentato una scuola di danza underground in una palestra di Teheran, con tante altre ragazze che volevano saperne di più.
B&V - Come è la situazione in Iran per le donne che vogliono ballare, fare coreografie e insegnare danza come te? Hai avuto problemi e difficoltà?
Presentare uno spettacolo con il titolo “Danza” e’ vietato, è possibile invece rappresentare spettacoli di danza folk con figure maschili. In questa situazione gli artisti, con una intelligenza straordinaria, presentano sotto forma di teatro la danza nelle sue forme moderne, poetiche o tradizionali. In questo modo si può dire che i maggiori danzatori e danzatrici possono presentarsi sulle scene teatrali, anche se con qualche limite, per esempio non devono fare movimenti sensuali, tra uomini e donne non deve esserci contatto fisico, i vestiti non devono essere troppo aderenti o aperti....
La mia attività sulla scena in Iran era comunque più teatrale che di danza. Preferivo ballare nella mia scuola underground, o nelle feste private, dove era possibile esprimersi più liberamente. Riguardo alla coreografia dirigevo una compagnia teatrale con attori diversamente abili, che a volte con altri attori si presentava come una compagnia mix-ability. Con loro ho messo in scena più di 10 lavori che per la maggior parte erano di teatro-danza, senza incontrare particolari problemi; questa per me è stata una grande esperienza e mi ha insegnato tante cose che mi servono anche oggi.
B&V - Quale posto occupa la danza nella tua vita?
La danza per me e’ un linguaggio o una strada che mi aiuta ad esprimere la mia interiorità nel mondo dello spettacolo, delle performance e del teatro. Ho spiegato prima come in Iran i danzatori presentano il loro lavoro attraverso il teatro: questo fa capire che i due linguaggi espressivi hanno una vicinanza estrema e sono sotto lo stesso cielo artistico. Mi piacciono le arti antiche, e credo che se sono arrivate fino a noi e’ perchè hanno una profondità di cui l’umanità aveva bisogno, quindi provo ad analizzare e capire meglio questi linguaggi antichi, come la danza o per esempio il teatro tradizionale dei cantastorie, e anche a trasformarli e attualizzarli. La ricerca sulla danza persiana mi aiuta a conoscere le mie radici e trovare questa profondità, e mi da la possibilità di avere più linguaggi per trovare una relazione con il pubblico.
B&V - La tua esperienza così ricca può essere interessante per capire le particolarità della danza - e in particolare della danza persiana - rispetto ad altre forme di espressione artistica..
La danza persiana ha una anima libera, si esprime con la potenza dell’improvvisazione, come accade in molte forme di danza moderna e contemporanea. Ha una relazione forte con la letteratura e le poesie persiane, quindi, a parte la sua forma esteriore elegante, ha un contenuto e un significato profondi. Dalle ricerche archeologiche capiamo che e’ una danza antica con varie forme e stili, come dimostra, per esempio, un vaso dell'epoca sasanide (dinastia nata nel 224 dc, ndr) raffigurante una figura femminile che balla tra animali e viti…