Dal piccolo arcipelago nelle Antille una grande lezione di danza e musica: queste isole hanno preso il meglio dai popoli che nel corso della storia le hanno abitate o colonizzate, riuscendo a costruire una miscela caratteristica – a cavallo tra Caraibi, Africa e Europa – che oggi viene tutelata e incoraggiata come patrimonio culturale nazionale. Grazie al Calypso suonato dalle steelband, alla Quelbe dichiarata musica ufficiale delle Isole Vergini Americane, alla musica da ballo delle scratch band
di Livia Rocco
Su St. Croix, St. John, St. Thomas si concentra la popolazione delle Isole Vergini americane, arcipelago caraibico delle Piccole Antille formato da 53 piccole isole vulcaniche appartenenti agli Stati Uniti come la vicina Porto Rico. Per il Paese, protetto da un Parco Nazionale e ricco di spiagge e baie, il turismo è la risorsa più importante. Qui molte diverse culture hanno lasciato tracce nel corso dei secoli: usanze, costumi, strumenti, passi di danza, che – insieme ad ondate migratorie da altri Paesi dei Caraibi - hanno creato una tradizione particolare e unica. Danze e musiche dell’arcipelago sono legate al Carnevale, una festa vissuta molto intensamente.
Il Calypso protagonista di feste e competizioni
La musica Calypso, tipica del luogo anche se nata nella vicina Trinidad e resa celebre nel mondo da Harry Belafonte, si basa essenzialmente sull’uso di particolari strumenti - il pan o steel-pan – da parte delle steelbands, le band musicali che animano ogni manifestazione folkloristica e musicale delle Isole Vergini. Oggi alle Isole Vergini Americane è normale consuetudine assistere ad intrattenimenti musicali di Calipso eseguiti da orchestre di steelband: ogni Carnevale isolano o festa importante comporta sempre la presenza di steelpan. La musica di questa regione deve molto alla cultura ‘nera’: in epoca coloniale agli schiavi era vietato ballare e parlare, quindi il canto e la musica divennero l’unico modo per poter comunicare gli uni con gli altri. Nacque così la musica calypso, con parole e liriche spesso improvvisate. Come danza, il Calypso ha un ritmo base assimilabile a quello di una rumba in tempo moderato; anche passi e movimenti ricordano la rumba cubana per la comune matrice africana, centrata sulle percussioni. Il calypso viene spesso associato al limbo, anch’esso originario dell’isola di Trinidad, sprattutto come ballo ‘da sala’, ma non solo. Quel che è certo è che il Calypso è una parte importante del patrimonio tradizionale delle Isole Vergini, di cui la popolazione del luogo va fiera.
Tra le figure importanti per la valorizzazione delle danze tradizionali isolane, c’è Magnus "Mungo" Niles, che nel 1952 organizzò il primo gruppo di danza culturale, conosciuto alle Isole come Virgin Islands Dance Group. Il gruppo diventò famoso grazie agli spettacoli negli alberghi e in occasione delle manifestazioni locali. Nel 1957 il suo secondo gruppo di danza - Trinidad Calypso Troupe – fece una tournée negli Stati Uniti con brani di steelband music e danza limbo. Durante gli anni ‘60 Mungo Niles portò nuovamente la sua steel band all’estero e persino ad Hollywood, dove prese parte ad alcuni importanti film. Alla salvaguardia delle musiche locali contribuisce anche The Alton Agustus Adams Music Research Institute (AMRI) che dal 2001 promuove lo studio e la documentazione della black music nella regione dei Caraibi e in particolare delle Isole Vergini Americane. Oltre a summit con la partecipazione di esperti, cantanti e musicisti, l’AMRI – che ha sede nella casa del musicista locale Alton Adams a St. Thomas - organizza workshop che illustrano tecniche di conservazione e documentazione, per incentivare lo studio e la ricerca sulle tradizioni culturali locali e lo scambio di informazioni ed esperienze tra studiosi e appassionati. Le danze, le musiche e i balli della tradizione delle Isole Vergini Americane sono oggi regolarmente praticate e rappresentate da alcuni gruppi professionali di danza, tra cui gli Heritage Dancers di St.Croix ed i Mungo Niles Cultural Dancers di St.Thomas.
Quelbe, musica ‘ufficiale’ delle Isole Vergini
Il Governatore Charles Turnbull ha dichiarato la quelbe musica ufficiale delle Virgin Islands, augurandosi che nei prossimi 1000 anni la quelbe penetri nei cuori e nelle menti degli isolani e di tutti i cittadini del mondo. Quest’atto legislativo ha inserito la quelbe tra le materie d’insegnamento nelle scuole primarie delle Isole Vergini e l’ha riconosciuta quale elemento essenziale della storia dei Caraibi, strumento fondamentale per la comprensione delle tradizioni e della cultura nazionale. La Quelbe è stata per decenni la cronaca della società: un mix di musica europea e africana, bandita per la sua pericolosità sociale dai proprietari delle piantagioni di canna da zucchero durante l’epoca della schiavitù. La quelbe è una fusione di ritmi bamboula e canti cariso, di suoni prodotti da tamburi e parate militari europee, di quadriglie, minuetti e danze dell’epoca coloniale. Lo stile è stato sviluppato da musicisti autodidatti, che suonavano con strumenti poveri, fatti in casa.
Sia il bamboula di St. Thomas che il cariso di St. Croix affondano le radici nell’epoca della schiavitù e, più di qualsiasi altro genere musicale alle Vergini, risentono fortemente della loro origine africana. Il Bamboula ha origine nell’area del fiume Congo, ma esisteva a St. Thomas fin dagli inizi del XX secolo. Era caratterizzato dal suono dei tamburi, danze e canti. I testi delle canzoni si basavano sulla cronaca locale e sugli eventi scandalistici. I canti erano accompagnati da due musicisti che suonavano un tamburo barile, appoggiato al suolo. Uno dei due percussionisti usava entrambe le mani ed almeno un tallone per suonare il tamburo. L’altro musicista sedeva accanto al tamburo e suonava sul proprio corpo due bacchette, mentre altre donne e uomini si aggiungevano liberamente. Il cariso invece era cantato esclusivamente da gruppi di donne, che seguivano il ritmo di un tamburo suonato da un uomo. Le soliste venivano chiamate “cariso queens”. L’ultima cariso queen della storia è morta nel 1940, e oggi il cariso è cantato solo da alcune donne anziane durante alcune festività o su esplicita richiesta. Queste donne sono generalmente le discendenti o, più semplicemente, le ex-vicine di casa delle cariso queens di un tempo. Esisteva anche una versione più formale del cariso, utlizzata per esempio nelle serate d’intrattenimento; in queste occasioni il pubblico pagava un biglietto, e le canzoni erano probabilmente cantate in uno stile che combinava la recitazione con il canto. Lo testimonierebbero la melodia ed il ritmo di una celebre canzone di St.Croix: "Queen Mary". Il brano racconta della giovane donna che organizzò il Grande Incendio del 1878, quando i lavoratori si rivoltarono contro le spaventose diminuzioni delle paghe. Di tutti i canti delle Isole Vergini questo è probabilmente il più conosciuto. Per i nativi è un espressione d’orgoglio e un omaggio agli eroici concittadini che lottarono contro l’oppressione.
Musiche da ballo sempre in voga
Per ballare ci sono anche le ‘scratch band’, che suonano brani di musica europea e del Nord-America, canzoni di origine locale (quelbe, per esempio) e canzoni di altre isole dei Caraibi. Le scratch band si sono mantenute al passo con i tempi, abbandonando molti degli strumenti originari per sostituirli con altri più moderni. Solamente il banjo, il guiro ed il triangolo sono ancora usati con le stesse modalità. La cornamusa è raramente presente e normalmente sostituita dal conga (tamburo); i colpi alti e bassi della cornamusa sono imitati con colpi vicini al bordo e nel centro del conga, il tamburello non è più utilizzato, mentre le chitarre sono elettriche o amplificate. L’uso del basso elettrico, quello dei tamburi e la sostituzione dei tradizionali campanacci delle vacche con il triangolo, come avviene a St. Thomas, hanno trasformato questo tipo di orchestra. Oggi il sassofono è lo strumento principale, mentre il flauto è usato sempre meno frequentemente e la fisarmonica è praticamente scomparsa: il forte impatto della musica delle grandi band americane e delle dance bands è stata la principale causa di quest’ultima evoluzione.
I vecchi isolani delle Vergini chiamano alcune danze “i balli di un tempo”: si tratta di quadriglie, lancers, two step, seven step, valzer, schottische, jiga, polka e mazurka. Risalgono tutte al XIX secolo quando le Isole Vergini entrarono in contatto con molte culture e cominciarono a conoscere le più popolari danze europee, protagoniste dei balli ufficiali nel vecchio mondo. Con il declino economico delle Isole Vergini verso la fine del XIX secolo, i contatti degli isolani con il resto del mondo diminuirono sensibilmente e fu così che alcune usanze e tradizioni delle Isole Vergini Americane, tra cui un certo numero di danze e balli del passato, rimasero in voga molto più a lungo che su altri arcipelaghi o isole dei Caraibi. Gli isolani adottarono i balli europei, condendoli con ‘sapori’ locali e con ritmi e suoni d’Africa. Così mentre i danesi ed i francesi abbandonavano gli antichi balli per ritmi più moderni, paradossalmente furono proprio questi discendenti degli schiavi a mantenere vive le danze dei loro padri: balli raffinati come minuetti, quadriglie e gavottes che ormai nei loro paesi d’origine erano passati di moda.
Il Carnevale
Il Carnevale è l’evento più atteso nel Paese. Ognuna delle tre isole principali ha la sua celebrazione: a St.Croix a dicembre, a St.John a giugno, a St.Thomas in Aprile. La festa, molto elaborata, risale all’epoca dell’arrivo degli africani. Oggi la celebrazione prevede variopinte parate, costumi colorati, fiumane di gente allegra, mocko jumbies sui trampoli, fiere gastronomiche, feste che durano notti intere, musica calypso e competizioni di steel pan.
Mocko Jumbie è il simbolo tradizionale del carnevale: è lo spirito “elevato” che cammina sui trampoli, vestito di colori sgargianti, durante le sfilate. Anche la storia del Mocko Jumbie giunge dall’Africa. Questo spiritello danzante ha tramandato per circa 200 anni le tradizioni culturali africane: presidia i matrimoni ed i funerali ed è presente durante il raccolto e durante varie feste in qualità di protettore. Ha poteri soprannaturali, che gestisce abilmente dall’alto dei suoi trampoli. La sua mimica danzante protegge dal demonio. La maschera e i costumi sono coperti da specchietti che attirano la luce e spaventano i demoni. Come presso alcune antiche tribù africane, spesso ha una maschera di pelle di capra ricoperta di conchiglie ed indossa pantaloni decorati di striscioline di pelle e specchietti. Si crede che gli spiriti si spaventino nel vedersi riflessi.
St.John festeggia il carnevale per un mese intero a giugno
I viaggiatori scelgono spesso l’isola di St.John per le sue spettacolari spiagge, dentro e fuori dal Parco Nazionale, e per le sua acque cristalline. Ma St.John – soprannominata Love City - è anche una meta di grande musica, arte, competizioni di corsa e di vela. Qui giugno è veramente speciale: dal 1° si celebra il carnevale che dura un mese intero e coincide sia con l’Emancipation Day – Giorno dell’Emancipazione degli schiavi neri africani, lavoratori nelle piantagioni di canna da zucchero – sia con l’Independence Day degli Stati Uniti d’America. Il fulcro delle attività è a Cruz Bay e in questo peirodo i traghetti che fanno la spola tra St.Thomas e St.John viaggiano a pieno ritmo e carichi di gente. Le attività festose coinvolgono abitanti e turisti con musica, parate e piatti caraibici, concerti di steel-pan, esibizioni in costume delle bellezze locali, spettacoli di musica Calypso. L’apice della festa è il 3 e 4 di Luglio, ed include l’apertura del Festival Village & Cultural Day (Emancipation Day) e termina con J'ouvert, un party al mattino presto del 4 di luglio, quando la gente si raduna nelle stradine del villaggio di Cruz Bay ed inizia a danzare sfilando dietro alle bande musicali, seguite da una parata festante e numerosi spiritelli sui trampoli – i moko jumbies - con vestiti variopinti, che si esisbono in danze tra la gente. La sera conclude la festa con uno spettacolo pirotecnico sul pittoresco porticciolo di Cruz Bay. E’ una vera esplosione delle tradizioni – una miscela di Europa e Africa - che gelosamente si tramandano di anno in anno, da generazioni. Suonatori e cantanti di calypso competono annualmente per il titolo di Calypso Monarch: gli artisti sono giudicati per abilità nel canto, creatività e capacità sul palco così come nei brani lirici di Calypso. Anche i bambini competono per i titolo di miglior junior calypsonian. Gli spettacoli di Calypso si accompagnano ad altri tipi di musica: la Latin night, le esibizioni di bande di steel pan, i concerti di gruppi locali.
A St. Croix, terra delle ‘sette bandiere’
Se siete a St.Croix vi capiterà certamente di sentire nominare un artista locale molto conosciuto: Bill Bass. Durante gli ultimi vent’anni la carriera di Bill Bass è stata ricca di esibizioni: ogni festa in ogni grande albergo di St.Croix, ogni matrimonio importante, ogni visita di dignitari alle isole, ogni nave da crociera approdata ai docks di Fredriksted è stata allietata dalla sua musica. Se siete a St.Croix andate ad ascoltarlo dal vivo: non ve ne pentirete! (www.BillBassSteelPans.com).
St. Croix è nota anche per essere la "terra delle sette bandiere". La sua musica e le sue danze derivano dalle culture e dalle tradizioni dei sette paesi che dominarono l’isola, a cui si deve aggiungere il contributo dell’ancestrale origine africana di molti suoi abitanti: una miscela di calypso, di influenze ecclesiastiche, di cultura latina, di retaggio francese, di quadrille, di “southern step” danese, della “battuta” spagnola. La grandezza dei musicisti di St.Croix è stata quella di saper conservare e miscelare sapientemente questa cultura musicale, frutto del 'melting-pot'.