Il Marocco: un paese interessante e un po' magico dove la danza e la musica sono parte integrante della vita. Durante un viaggio in Marocco si può assistere a processioni danzanti che sfilano per le strade, oppure essere travolti dal suono di tamburi ritmici e dagli ululati penetranti delle celebrazioni nuziali. Musiche e danze tradizionali sono di origini berbere o arabe classiche, ma non mancano le influenze africane, europee ed ebraiche.
Entriamo nel mondo delle danze marocchine in compagnia dell'italo-marocchina Nabila Saber, ballerina e insegnante di danza.
B&V: Chi vuole approfondire la conoscenza dei balli tipici del Marocco si rende subito conto che esistono diverse danze tradizionali, ma c'è una danza nazionale del Marocco?
Esistono almeno 12 tipi di danza marocchina, che cambiano a seconda delle zone geografiche e delle regioni, ma l'Ahidous è quasi diventata la danza nazionale del paese, data la sua diffusione e il suo ritmo coinvolgente. E' un tipo di danza praticata dalle tribù berbere del Medio Atlante. Gli uomini e le donne sono spalla a spalla, gomito a gomito, formando cerchi flessibili e ondulati. Il tutto accompagnato da canti. I ballerini possono stare in cerchio, a semicerchio o in due file una di fronte all'altra, gli uomini da un lato e le donne dall'altro, oppure uomini e donne si alternano. Sono anche molto stretti, perché devono formare un blocco. Si spostano insieme, con movimenti saltellanti, al suono di tamburelli ritmici detti 'bendir' e battimani.
B&V: Quali sono e come sono gli altri balli tipici del Marocco?
C'é l’ Ahwach, tipico della regione di Ouarzazate, che è simile all’Ahidous, ma meno complesso. E' eseguito generalmente dalle donne, che in abiti dai mille colori, con la testa coperta di foulards a frange e gioielli berberi, si dispongono attorno ai musicisti, ondeggiando, battendo le mani e rispondendo ai ritornelli cantati dagli uomini. L'ahwach è una danza molto importante nella cultura berbera e molto bella da vedere. Viene eseguita nelle zone rurali, con l'accompagnamento di tamburi che possono avere dimensioni diverse. Questa danza inizia di solito sul posto, con un serie di movimenti verso l’alto. Le braccia sono lungo il corpo e la danzatrice piega le ginocchia, proietta il bacino in avanti e contemporaneamente inclina la testa sul petto. Poi compie un'estensione di tutto il corpo dal basso verso l'alto che terminerà con un movimento della testa all'indietro. L' Ahwach di Ouarzazate esprime gioia collettiva, ed è un vero quadro artistico che unisce musica, danza e poesia. I temi affrontati nei canti sono la pace, la gioia, l'amore, la fratellanza. La danza Ahwach occupa un posto molto importante nella cultura Amazigh ed è considerata la forma artistica più popolare, che vede nella rappresentazione della femminilità e della fertilità un elemento importante. Questa danza è accompagnata da diversi tipi di tamburo: tara oppure tagenza, tbel o dendoum. Poi ci sono naqus (strumento di metallo sul quale si batte grazie a due bastoni di ferro), flauti, e, come sempre, battimani e canti.
Un'altra danza abbastanza diffusa è la Reggada, chiamata anche danza dei guerrieri, tipica del Nord Est del Marocco, delle province di Berkane, Oujda, ma anche delle province di Nador, Taza, Al Hoceima. Il reggada è un ballo fatto di movimenti di spalle, con fucili o bastoni; i ballerini battono i piedi per terra seguendo il ritmo della musica, che è scandita dal bendir (tamburo a cornice) e dal ghaïta (specie di flauto) o dallo zamr (flauto a due corna). I ballerini, generalmente guidati da un capo, cantano tutti insieme facendo degli urli che ricordano l'unità dei guerrieri di fronte al nemico.
Interessante anche La Qaada, il tip tap marocchino, che si esegue proprio sopra un tamburo di nome Qaada.
B&V: In alcune danze si riconoscono più facilmente le caratteristiche africane?
Sì, certamente. Per esempio nella Gnawa, che viene di solito eseguita nella piazza di Jamaa El Fna, a Marrakech. Qui alcuni dei ballerini eseguono salti degni dei migliori acrobati; riescono a saltare in alto senza perdere un colpo di ritmo. E' uno spettacolo di grande intensità drammatica, con una musica molto complessa. Di origine prettamente africana anche la Guedra, originaria di Laayoune, nel sud, che prende il nome dal tamburo che ne scandisce il ritmo. Circondata da un piccolo gruppo di suonatori, una donna inginocchiata e coperta da un velo nero danza seguendo il ritmo dei tamburi. I movimenti delle braccia, della testa e delle mani diventano sempre più frenetici, fino a raggiungere una sorta di trance, di ipnosi sensuale e travolgente. Tipica di Marrakech è la Dekka Merrakchiya, eseguita esclusivamente da non professionisti. La strana orchestra composta da artigiani e mercanti di Marrakech è composta interamente da tamburi di terracotta di diverse dimensioni. La cerimonia inizia con ritmi semplici e piuttosto solenni, poi la cadenza dei battiti di mani accelera. L'impressione generale è un'esplosione di gioia, un incanto sonoro che sembra selvaggio ma è disciplinato. B&V: Il Marocco è un paese interessante da visitare, con grandi attrattive dal punto di vista turistico e culturale.
B&V: Quali sono secondo te i punti di forza della destinazione Marocco?
I suk, grandi mercati variopinti, richiamano sempre i turisti. Il più noto è quello di Marrakech, forse la prima città che viene in mente quando si parla del Marocco. Qui, nella piazza Jamaa El Fna, tra spezie, tappeti, calzature tradizionali, datteri e mille colori, si possono incontrare anche mercanti con serpenti o scimmie, e, come abbiamo già detto, può capitare di vedere balli tradizionali del luogo. Ma a Marrakech c'è anche altro da vedere: il giardino Majorelle, tutto blu, la moschea Koutoubia e il palazzo El Bahia.
Io consiglio anche di visitare Rabat, la capitale, che in tempi recenti è diventata sempre più funzionale e organizzata, con grandi aree verdi, molto curata e luminosa. E a Rabat c'è da vedere in particolare la Torre Hassan, minareto del XII secolo, la Kasba degli Oudaiah, fortezza reale berbera affacciata sull'oceano, tutta dipinta di blu, ma anche mura e rovine romane.
Da non perdere l'affascinante Sahara con la città di Merzouga, i suoi tramonti e le tende berbere tra le dune del deserto, ma anche le bellissime e storiche città imperiali come la medievale Fez, che ospita una delle più antiche università. Da non trascurare la magnifica Ouarzazate, che ha fatto da sfondo a molti film, tra cui il celeberrimo Gladiatore, e neanche Essaouira, nota anche per il festival della danza tipica Gnawa. Per concludere, secondo me il Marocco ha davvero molto da offrire ed è un paese magico!
Livia Rocco