Incroci culturali e contaminazioni caratterizzano i balli tipici del Cile, una nazione che ha incorporato e riadattato le danze indigene delle Ande, quelle di origine europea, e anche alcune di quelle presenti in altri paesi sudamericani. Oltre alla Cueca, danza nazionale di cui esistono diverse varianti, sul territorio cileno sono diffusi numerosi balli regionali e locali, alcuni dei quali legati a feste tradizionali. Un capitolo a parte è rappresentato dai balli dei nativi Mapuche, strettamente legati alle cerimonie religiose o rituali.
La cueca, danza nazionale
La cueca è la danza nazionale del Cile dal 1979, ballata in tutte le regioni del paese e accompagnata da musica allegra, anche cantata. Durante la danza, l''huaso' (un uomo della parte centrale o meridionale del paese) offre il suo braccio a una donna, e ballano insieme fino a trovarsi faccia a faccia, tenendo in mano un fazzoletto. Poi all'improvviso l'huaso si gira e insegue la donna, che fugge da lui. Per prenderla usa il fazzoletto come un arco, con il quale la circonda senza toccarla, portandola al suo ianco.Si balla con passi misurati e lenti mentre i fazzoletti si agitano delicatamente e disegnano figure circolari. Il ballo è interrotto da diversi movimenti; per esempio la danzatrice si avvicina all'huaso, solleva leggermente la gonna con una mano e con l'altra fa ondeggiare il fazzoletto con grazia, fuggendo di nuovo. Non c'è certezza sull'origine di questa danza, anche se sembra avere influenze africane, spagnole e indigene.
Ne esistono diversi tipi, con variazioni in ogni regione cilena.
Un patrimonio enorme di balli locali e regionali
Se la cueca è il ballo nazionale, la varietà delle danze cilene è enorme; alcune sono legate a festività specifiche, come ad esempio il 'carnevale' e il 'toro'; quest'ultima, ballata durante la festa di San Pedro, è una danza di gruppo in cui due uomini vestiti in bianco e nero, rispettivamente, ballano al centro indossando una grande maschera da toro.
Tra le danze 'festive' c'è anche l 'huachitorito, tipico del periodo natalizio, con diverse coppie in file di due o in cerchi che circondano la coppia che balla al centro. Un altro ballo che viene danzato in diversi modi a seconda dell'area geografica,come avviene per la cueca, è il pequèn, dal nome dell'uccello di cui i ballerini imitano il volo.
Il tema del fazzoletto ritorna nella Zamba Refalosa, ballo caratterizzato da una coreografia molto movimentata, con le coppie che si sciolgono e si avvicinano; ognuno esegue una virata simultanea con un passo spazzolato, prima a destra e poi a sinistra, eseguendo una spirale e poi tornando al luogo di origine. Entrambi si salutano, mentre l'uomo tiene il fazzoletto in mano e la donna lo tiene con entrambe le mani, incrociate sulla gonna. Segue uno 'zapateo' con il fazzoletto tenuto di lato con la mano sinistra, e questa sequenza è ripetuta più volte.
A volte i balli si trasformano anche in competizioni e giochi, come nel caso della 'costola', una danza molto popolare nei festival e nelle celebrazioni creole. Di solito è eseguito solo da uomini, anche se a volte è ballato in coppia. Questa danza rappresenta l'area di Chillán; per la sua esecuzione una bottiglia è posta al centro della pista da ballo. I danzatori devono saltare, ballare e calpestare la bottiglia. Chiunque abbatta la bottiglia perde e deve fare penitenza o ritirarsi dal ballo.
Altro esempio di danze movimentate e coreografiche cilene è il rin, originario dell'Europa, che arrivò sull'isola di Chiloé nel XIX secolo. Il suo nome deriva dalla parola inglese reel. Consiste in un ballo di due coppie, che fanno un giro e tornano alla posizione di partenza. Poi si crea un intreccio, con la dama che ruota mentre i cavalieri si dirigono verso la donna dell'altra coppia. Divertente anche la trastrasera, probabilmente originaria dell'isola di Chiloé; una danza semplice che può essere ballata in coppia o in grandi gruppi.iseLa donna segue l'uomo che la prende per mano e si formano due file di coppie, una di fronte all'altra. I passaggi consistono in un 'trotto' fisso per tre volte, seguito dal sollevamento del ginocchio.
Tra i balli di origine europea troviamo la ranchera, derivata dalla mazurka di origine polacca. La coppia esegue la figura di una ruota o di un'ellisse, che viene interrotta a intervalli in base alle variazioni di velocità o di musica.
Tra le altre danze di derivazione europea sono presenti il valzer, la polka creola, il pasodoble spagnolo.
I balli mapuche
I mapuche sono il gruppo etnico più popoloso del sudamerica, e anche quello che più di tutti ha resistito all’assimilazione europea. Le danze mapuche, di carattere rituale, si sono conservate come danze native tipiche della zona meridionale. Queste danze sono eseguite nelle cerimonie religiose, soprattutto per chiedere agli dei e ai santi cattolici il bel tempo, la salute, oppure per ringraziare dei favori ricevuti, attraverso le 'machis', figure medico-religiose. Eccone alcune; nel Kuimin, la 'machi' tenta di conoscere il futuro, con salti e movimenti delle braccia, intonando canti mistici Il Purrum, invece, è un ballo di gruppo lento e cadenzato, che imita i movimenti dell'aria. Il Mazatum è la cerimonia con la quale i nativi mapuche, ballando e tenendosi per mano, accompagnano la bucatura delle orecchie nelle bambine per inserire i loro primi orecchini. Saltelli della 'machi' anche nel Machipurrum, con movimenti rapidi di tutto il corpo e della testa. Tipico ballo per guarire (come erano un tempo le nostre tarantelle) è il Machitun, al quale partecipa insieme alla 'machi' tutta la famiglia dell'infermo.
Gli strumenti musicali cileni
Nella musica che accompagna le danze tipiche del Cile figurano spesso le chitarre e la fisarmonica, ma sono principalmente due gli strumenti più caratteristici del paese sudamericano: il bombo e la quena.
Il bombo è una famiglia di tamburi latinoamericani derivati dalla grancassa europea (chiamata anche in spagnolo bombo) e dalla tradizione nativa del tamburo latinoamericano. Questi tamburi sono di dimensioni più piccole rispetto alla grancassa dell'orchestra e la loro struttura può essere in legno o acciaio. Possono essere tenuti verticalmente o diagonalmente sul corpo o su un supporto, mentre la fattura specifica dello strumento dipende dalla tradizione regionale. Il bombo ha un nome di origine onomatopeica, cioè deriva dal suono che produce, e ricorda gli antichi tamburi da parata militari. Il fusto è ottenuto dal tronco di un albero (in spagnolo ceiba) scavato in un pezzo unico, ed è quindi un oggetto completamente artigianale: ogni bombo è diverso dall'altro nelle misure e nel suono. Monta due pelli di capra e pecora intelaiate da cerchi in legno a cui sono collegati i tiranti in cuoio o corda. I diversi ritmi folclorici eseguiti con il bombo possono essere lenti e cadenzati o veloci, molto ricchi e complessi, dove si alternano i suoni gravi ottenuti colpendo sulla pelle ai suoni secchi e acuti con le bacchette che colpiscono sul cerchio di legno. Dall'Argentina, il bombo si è diffuso in tutti i paesi dell'area musicale andina, affiancando o sostituendo strumenti a percussione locali.
La quena o kena ("canna") è nota come il flauto delle Ande. È costituito da una canna di bambù diritta di fattura molto semplice, senza imboccatura ma con un semplice intaglio, dotata di sei fori anteriori e uno posteriore. La quena standard possiede un'estensione di tre . Ha un timbro dolce e sensibile, quasi umano, caldo nei suoni più gravi ed espressivo nei suoni acuti. La quena è forse lo strumento più tipico della musica andina. Nelle Ande , oltre che da canne di bambù, era ricavato da ossa animali. Le più antiche ossa risalgono al 900 a.C. e furono trovate in Perù.
La nazione più lunga del mondo
Il Cile è la nazione più lunga del mondo, ed è quindi caratterizzata da una notevole varietà climatica e paesaggistica; pensiamo per esempio alle Ande, al deserto di Atacama, alla misteriosa e remota Isola di Pasqua!
In questo paese la natura regala paesaggi mozzafiato, protetti anche dalla creazione di vari parchi nazionali e patrimoni Unesco; un modo per apprezzarli è percorrere la Carretera austral, con i suoi 1240 km che si insinuano tra foreste, fiumi, laghi. Da vedere l'isola di Chiloé, con le sue case- palafitte e il Monumento naturale Islotes de Puñihuil, dove si possono ammirare diverse specie di pinguini. Da non perdere San Pedro de Atacama, la “capitale” del famoso deserto di Atacama, con i suoi incredibili colori, il lago salato e le lagune.
E come trascurare l'Isola di Pasqua? A 3700 km di distanza dalla terraferma, l'isola è tra i luoghi più remoti della Terra. Rapa Nui (il nome polinesiano dell’isola di Pasqua) è famosa per i mitici moai, le imponenti statue disseminate sul territorio, testimonianze della sua antica popolazione misteriosamente scomparsa. Un luogo carico di fascino, dove non mancano le spiagge di sabbia bianca e i fondali marini da esplorare!
Livia Rocco