Tra danze popolari e antiche danze di corte, la Corea può vantare un ricco patrimonio coreutico. Alle danze rituali e tradizionali si affiancano i teatri-danza come quello di Daejeon, che punta a rappresentare l'identità coreana nel mondo. Una parte importante delle danze coreane fa riferimento al buddismo, anche se nella cultura coreana non mancano le influenze di altre religioni e filosofie come il confucianesimo e il taoismo – di derivazione cinese – e, più recentemente, il ceondonismo e il cristianesimo.
L' elemento che accomuna e caratterizza ogni esibizione o spettacolo è il costume colorato, e in particolare l'hanbok, abito tradizionale coreano. L'hanbok consiste in due parti: una giacca e una gonna molto ampia, che può essere sostituita da pantaloni. La gonna è tenuta legata appena al di sotto del seno da una ampia fascia. La giacca può essere adornata con gioielli o decorazioni, e spesso vengono utilizzati anche altri accessori come fermagli o spilli per capelli.
Una delle danze più apprezzate della cultura coreana è la Buchaechum, meglio conosciuta come danza del ventaglio, eseguita da ballerine che indossano hanbok colorati e sventolano ventagli rosa dipinti con fiori, farfalle e onde. Nata da riti sciamanici, diventa poi danza di corte durante la dinastia Joseon – durata per circa cinque secoli dal 1392 - e più recentemente diventa danza popolare, arricchita da numerosi strumenti musicali che comprendono cetre a corde pizzicate, flauti e altri fiati, e una grande varietà di percussioni.
Se la danza del ventaglio si fa notare per i suoi colori e per i movimenti aggraziati delle ballerine, non meno caratteristiche sono altre danze tradizionali coreane, come la Nabichum o danza a farfalla. Questa danza, che veniva eseguita durante i rituali buddisti, prende il nome dal costume a maniche molto ampie che i ballerini muovono in modo da ricordare le ali di una farfalla. La musica è lenta e accompagnata dal suono di un tamburo.
La danza in maschera
Più particolare è la Talchum, la danza in maschera coreana. In origine, le maschere servivano ad allontanare gli spiriti maligni, soprattutto nei villaggi rurali, ma con il passare del tempo sono anche entrate nel patrimonio artistico e nelle rappresentazioni teatrali.
Oggi la danza delle maschere è una parte essenziale e antica della cultura coreana e a località diverse del paese corrispondono diversi temi, stili e costumi. Tra questi spicca la danza byeolsingut, che è stata designata come un patrimonio culturale della Corea. La regione di Andong ha molti siti storici, eppure la principale attrazione culturale della regione è l'Andong International Mask Dance Festival. Questo festival dura 10 giorni e conta sulla partecipazione di artisti da tutto il mondo.
La Hahoe Mask Dance Drama ha avuto origine nel villaggio di Hahoe, ad Andong, nella provincia di North Gyeongsang, risale alla metà del XII secolo ed è il più antico tra i balli in maschera del paese. Era principalmente eseguito da e per la gente comune. La danza fa parte di un rituale sciamanico per la pace e la prosperità della città, e si compone di 10 atti, ognuno dei quali presenta temi diversi e vari personaggi rappresentati da maschere di legno, come ad esempio una sposa, una monaca o un aristocratico.
Il Daejeon Metropolitan Dance Theatre
Fondato nel 1985, il Daejeon Metropolitan Dance Theatre (DMDT) si è subito caratterizzato come uno dei teatri-danza che meglio rappresentano la cultura coreana. Ha al proprio attivo circa 40 performances all’anno e produce intere stagioni, eventi speciali e festival, dando un contributo essenziale al riconoscimento della danza coreana e alla sua diffusione nel mondo. Gli spettacoli sono incentrati sulla danza tradizionale coreana, che enfatizza le movenze armoniche e si focalizza sulla dualità delle forze in equilibrio cosmico. Vengono proposti i due generi di danza tradizionale: quella formale, sviluppatasi presso le corti reali, e quella folklorica per il popolo, entrambe basate sul movimento naturale del corpo, in armonia col suono ed il ritmo.
In equilibrio tra tradizioni e modernità
Una delle chiavi di lettura della Corea del Sud è l'equilibrio tra la valorizzazione delle tradizioni e la tecnologia all'avanguardia, che il mondo occidentale ben conosce. La capitale Seul – tra grattacieli avveniristici e templi millenari - è un ottimo esempio di miscuglio armonico tra passato e presente. Considerata tra le metropoli più 'felici' del mondo, ha una storia che sembra risalga addirittura al XVIII secolo a.C. , anche se i monumenti più importanti - i cinque palazzi reali - sono di epoca medievale, costruiti dai sovrani della Dinastia Chosun; tra questi Changdeokgung, patrimonio dell'umanità UNESCO, e Kyongbokkung, il più famoso di tutta la Corea del Sud.
Il Santuario di Jongmyo, dedicato alle commemorazioni dei re e delle regine, luogo sacro per il confucianesimo e riconosciuto anch'esso sito UNESCO, è il più antico fra quelli che si sono conservati fino ad oggi.
Tra le attrazioni moderne della città, la vita notturna, parchi di divertimento e curiosità come il quartiere di Myeongdong, meta obbligata per chi è interessato all'eccellente cibo da strada coreano e ad acquisti di qualità. Da vedere le botteghe, di ogni genere, e alcuni dei più grandi centri commerciali con i più noti prodotti coreani.
Ma questo paese, caratterizzato anche dalla gentilezza degli abitanti, ha molto altro da offrire. Per esempio la città di Gyeongju, che annovera tra le sue vestigia la più antica pagoda del paese, le rovine di Weolseong, e, poco fuori, i templi di Bulguksa e la grotta di Seokguram, inseriti tra i Patrimoni mondiali Unesco.
Al centro del paese c’è Andong (citata sopra per le sue maschere tradizionali) che conserva anche una delle scuole confuciane più antiche e prestigiose della Corea. A Hahoe (vedi sopra), poco più a sud del centro cittadino, si tiene ogni anno il Festival del Folclore tra strade e case che conservano ancora l’aspetto dell’antico villaggio.
La Corea del Sud vanta, inoltre, ben venti parchi naturali, e non mancano i templi buddisti da scoprire, come quello di Haeinsa, il più noto e frequentato del paese. Gli appassionati di archeologia non possono perdersi la visita a Kyongju, la capitale dell’antichissima dinastia Silla, con il Tumuli Park che ospita più di 20 tombe degli antichi sovrani.
Un tuffo nel tempo, tra passato e futuro!
Livia Rocco
Foto Istituto Culturale Coreano
info: italia.korean-culture.org/it
L’Istituto Culturale Coreano in Italia ( Roma ) è stato inaugurato nell’ottobre del 2016 con lo scopo di condividere la Cultura Coreana, più di 5000 anni, e intensificare i rapporti e gli scambi culturali con l’Italia. All’Istituto Culturale Coreano si può i imparare la lingua coreana, la cucina coreana, gli strumenti tradizionali coreani, il taekwondo e la danza tradizionale. L’Istituto offre al pubblico italiano spettacoli di k-pop, musica tradizionale coreana, danza tradizionale coreana e proiezioni di film coreani sul grande schermo.