In un tour in Andalusia, sulle tracce del flamenco, non può mancare Jerez de La Frontera, la culla di questa arte fiera e piena di fuoco, e che insieme a Cadiz e Triana, Siviglia rappresenta un triangolo essenziale per comprendere le origini di questa arte, e per sperimentare la sua forma attuale.
E’ a Jerez che risiedono le scuole più prestigiose e di antica tradizione. Il Barrio di Santiago rappresenta il centro della tradizione flamenca cittadina e nella Piazza di San Juan è situato il Palazzo Permantín, antica dimora dell'aristocrazia locale, che oggi ospita il Centro Andaluso del Flamenco.Obiettivo di questo centro è la creazione di programmi in difesa dell’arte del flamenco. Raccoglie documenti e oggetti relativi a questo sentire tipicamente andaluso, ed è possibile visitare una galleria di personaggi storici del canto, la musica e la danza flamenchi.
La città , che ha dato i natali a cantanti , chitarristi e danzatori di flamenco, ogni anno risuona di canti, musica e danza in occasione del Festival del flamenco di Jerez, noto a livello internazionale: le strade si riempiono di danza, musica e arte. La danza è il filo conduttore di questo festival incentrato sul tema "ballo flamenco e danza spagnola", evento che punta sulle nuove creazioni e le contaminazioni creative di chi cerca nuovi percorsi estetici ed espressivi per il flamenco del XXI secolo: un punto di incontro, la casa di tutti i professionisti e appassionati del flamenco. E quest’anno tra il 21 febbraio e 7 marzo si è svolta la24° edizione, conclusasi proprio pochi giorni prima della battuta d’arresto per gli spettacoli per il Covid 19. Una edizione che si è concentrata sul valore degli artisti partecipanti e sul “rischio”, ovvero quel salto nel vuoto che comporta la produzione di uno spettacolo che dovrà sedurre il pubblico. Come illustra il poster dedicato al Festival (foto sopra). Ma questa esperienza unica del Festival si compie insieme alla città di Jerez con “ i suoi palazzi, cantine, peñas, chiostro, tabancos e il teatro Villamarta, che accoglie ogni anno migliaia di visitatori “.
Il popolo flamenco canta la vita
La tradizione flamenca, propria del popolo gitano, arriva da lontano, dalla lontana India , da dove con un lungo viaggio le carovane dei nomadi arrivarono fino in Spagna ,in Andalusia, trovando una terra accogliente e di integrazione . Nel suo primo sviluppo “ il flamenco si mostra soprattutto come uno sfogo emozionale della minoranza gitana in Andalusia”. Si canta e si danza la gioia, amori e dolori . Una caratteristica che è ancora propria dell’arte flamenca di oggi, che nella sua storia ha plasmato vari stili e varianti. Il periodo tra il 1860 e il 1910 è stato definito età dell’oro del flamenco con la diffusione di questa arte , baile e cante, in spettacoli, dove la chitarra è diventata pian piano protagonista. Negli anni ’50 si comincia a parlare di Rinascimento flamenco, con lo sviluppo di locali dedicati, pedane , tablao per esibizioni , dove passione e forza si uniscono dando vita a una danza vigorosa che continua a raccontare la vita tra calpestio dei piedi, percussioni, scialli che ruotano e nacchere che arricchiscono il ritmo, rendendo sempre più spettacolare sia la danza femminile che quella maschile, dove ognuno mostra il proprio duende, una grande forza emotiva che viene dall’interno. Di grande attrazione anche gli abiti femminili, dai vari colori e differenziazioni a seconda dei palos interpretati. Nel corso degli anni questa arte si è evoluta ,e alla tradizione si stanno affiancando, con le nuove generazioni di danzatori , contaminazione , innovazione e sperimentazione , ma la forza e il fascino di questa danza che viene da lontano rimangono immutabili.
Il fascino di Jerez
Jerez, oltre a evocare il flamenco e a sprizzare un’atmosfera molto particolare , è una delle località più nobili della provincia di Cadice che unisce la signorilità dei palazzi aristocratici con quella popolare delle case tipiche dell'Andalusia. Offre molto da vedere a cominciare dall'Alcázar o fortezza che risale risale al XI secolo ed è una testimonianza dello splendore della città in epoca araba. Da non perdere sono la Corte d'Armi, la Moschea (trasformata in una cappella per volontà di Alfonso X nel 1264), i Bagni Arabi e i Giardini, un autentico spettacolo visivo. All'interno dell'Alcázar fu costruito il Palazzo Villavicencio nel XVIII secolo. Di stile barocco, ospita una fotocamera Scura dalla quale è possibile scorgere la città senza essere notati. La Cattedrale di San Salvador si trova nella Piazza dell'Incarnazione ed è il principale simbolo cristiano, combinando elementi gotici e barocchi. La Piazza dell'Assunzione racchiude diversi monumenti di interesse storico, e tra questi spicca la Torre dell'Atalaya inizialmente costruita nel 1012, poi ricostruita nel XV secolo. La Certosa o Cartuja de Santa María de la Defensión(Madonna della Difesa) si trova a 4 km da Jerez, ma vale davvero il viaggio. È considerato uno degli edifici di maggior pregio artistico della provincia di Cadice. Stile gotico, rinascimentale e barocco si fondono armoniosamente, dando vita a questo meraviglioso monastero che risale alla metà del XV secolo. Si fanno ammirare per la loro bellezza il Portico di Entrata, la Cappella della Madonna della Difesa, il Patio de los Arrayanes, il Chiostro de los Legos e il Patio dei Gelsomini.
Jerez de la Frontera è inoltre un buon punto di partenza per visitare le ampie spiagge della Costa della Luce, dove spiccano le località di Sanlúcar de Barrameda, Cádiz e Chiclana de la Frontera. I paesi che formano l'itinerario dei Pueblos Blancos (paesi bianchi) sono un buon esempio di architettura integrata nell’aspro paesaggio montano.
Auto, moto , cavalli e buona cucina
Per gli amanti di auto e moto, e non solo, il Circuito di Jerez si presenta come una tappa obbligata. È la sede del Gran Premio di Spagna del Mondiale di Motociclismo. Da non perdere, inoltre, uno spettacolo di balli equestri a ritmo di musica che si può vedere alla Scuola Reale Andalusa di Arte Equestre , una delle più importanti scuole di equitazione. Per intervallare le visite ottimo vino e buona cucina: i piatti tipici di Jerez de la Frontera sono una testimonianza della sua lunga storia dove gli abitanti che si sono succeduti nel tempo lasciando una propri a impronta : l' ajo caliente , cucinato con una base di pane raffermo, pomodoro, peperoni verdi, olio e aglio gli alcauciles eicharrones, salumi. Il pesce è un altro protagonista della gastronomia vista la sua vicinanza al mare. Carne, pesce e frutti di mare vengono deliziosamente cucinati a Jerez , o alla jerezana , con abbondante vino locale. Da non perdere è la visita guidata di una delle circa 20 antiche bodegas (cantine) che si trovano in città per approfondire la conoscenza del processo di produzione. L'aeroporto di Jerez è situato a 8 km a nord est dalla città ed è facilmente raggiungibile in auto o tramite trasporto pubblico. Dall'Italia, appena finita la situazione attuale, sarà possibile arrivare facendo scalo agli aeroporti di Madrid-Barajas o Barcellona-El Prat; si può anche raggiungere Siviglia per poi prendere un treno o un autobus fino a Jerez, oppure optare per un noleggio auto.
Ester Ippolito
PER SAPERNE DI PIU' sul canto e il ballo flamenco il Turismo spagnolo suggerisce ben sei itinerari a tema sul flamenco in Andalusia .Molti di essi portano direttamente alla culla di grandi maestri di questa espressione artistica, come Paco de Lucía, Camarón de la Isla, Sara Baras, José Mercé… Si potranno visitare tablaos, assistere a spettacoli, e immergersi nello spirito del flamenco. Questi itinerari daranno anche l’opportunità di assistere a seminari teorico-pratici impartiti da diversi artisti, nell’ambito di programmi divulgativi organizzati periodicamente, ai quali si può partecipare gratuitamente iscrivendosi in anticipo via e-mail (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) o per telefono (+34 951 299357).
https://www.spain.info/it/top-10/rutas-de-flamenco-por-andalucia.html