Un po' balcanico e un po' orientale, la Bulgaria è un paese ricco di tradizioni, poco conosciuto dai turisti italiani. Qui il mix di culture di matrice greca, slava, ottomana e persiana si riflette sul ricco patrimonio di danze, musica e costumi. L’Horo, eseguito in cerchio, è il ballo popolare più diffuso e più antico, molto amato dal popolo bulgaro
di Livia Rocco
L’antica Tracia, l’influenza ottomana, le montagne, il Mar Nero, la scrittura cirillica…un misto di suggestioni che rendono la cultura bulgara un po' misteriosa e poco decifrabile, almeno da lontano! Ma osservando le danze tradizionali si intuisce un ricco patrimonio di tradizioni, che parlano di storia, musica, religioni.
La danza collettiva più diffusa in Bulgaria è l’Horo, probabilmente il ballo popolare più antico del paese, con molte varietà di musica, tempi e passi che dipendono soprattutto dal luogo di provenienza. In generale, la danza horo si fa risalire ai traci, e si pensa che rimandi simbolicamente all'unione tra l’uomo e l’universo. Si è sempre ballato in cerchio, con al centro un suonatore di cornamusa. Sembra che questa disposizione rappresenti il nostro sistema solare, con i pianeti che girano intorno al Sole, in senso antiorario come i danzatori. Secondo gli studiosi, un tempo l'horo si ballava solo durante le festività per raccogliere tutta l’energia dall’universo. Tenendosi per mano e seguendo un ritmo comune, i danzatori volevano rappresentare l’unione con la natura e con l’universo. Ma uno dei danzatori, a turno, si mette in evidenza per mostrare la sua bravura. E questa danza antica, tramandata di generazione in generazione, è ancora molto viva. Oggi viene insegnata e praticata con passione crescente, soprattutto grazie ai numerosi eventi organizzati per unire la gente in enormi ‘horo’ che si svolgono nelle piazze delle città, in parchi o presso monumenti storici. Molte anche le gare tra due o più gruppi di danzatori.
Un’altra danza tipica è la Kopanitsa o Copanizza (chiamata in alcune regioni Gankino), diffusa nella Bulgaria occidentale. Anche in questo caso si tratta, in realtà, di una famiglia di danze, dato che ne esistono diverse versioni. Qui si alternano passi lenti e veloci; in alcune versioni i ballerini sono disposti in una linea curva e si guardano in faccia, in altre tengono le mani sulle cinture del proprio vicino.
Il termine kopanitsa sembra sia usato soprattutto nella regione Shopluk, nella Bulgaria occidentale, che include le città di Sofia, Pernik, Radomir e Kyustendil, ed esiste anche il paese di Kopanitsa! Il nome si trova anche nelle regioni della Tracia e degli Antibalcani, mentre Gankino è più diffuso nella Bulgaria settentrionale.
La danza rituale dei Nestinari
La danza rituale dei Nestinari si è conservata nella zona del mar Nero, anche se in forma diversa da quella originaria. I nestinari sono coloro che praticano il Nestinarstvo (нестинарство), danza rituale originariamente praticata in vari villaggi dei Monti Strandža, in prossimità della costa del Mar Nero, nella estremità sud orientale della Bulgaria.
La caratteristica più nota del “nestinarstvo” è la danza a piedi nudi su braci ardenti. Ma un tempo questa particolarissima danza faceva parte di un complesso rituale, che costituisce una mescolanza unica tra credenze della chiesa ortodossa orientale e più antiche tradizioni pagane dei Monti Strandža. Veniva eseguita, di solito, sulla piazza del villaggio, nel giorno dei santi Costantino ed Elena o nel giorno del santo patrono del villaggio.
Tradizionalmente, il diritto di eseguire il rituale era ereditario e il capo "nestinar" poteva essere succeduto solamente da suo figlio o sua figlia. La casa del capo "nestinar" era sacra e ospitava la stolnina (столнина), una piccola cappella dove erano sistemate le icone di vari santi, così come il tamburo usato per il rituale e ritenuto capace di curare colui che lo suonava.
Il giorno del rituale gli abitanti del villaggio si recano alla "stolnina", guidati dal capo "nestinar" e dal prete, che qui incenserà le icone e gli altri "nestinari", trasferendo loro simbolicamente il potere spirituale e l'ispirazione. Poi tutti si recano a una fonte sacra, dove verrà mangiato un montone offerto al santo.
Dopo il tramonto, si prepara un grande fuoco e si danza l' "horo" – naturalmente in cerchio - fino a quando il fuoco si spegne, lasciando solamente le braci. Viene allora eseguita la danza a piedi nudi sulle braci ardenti, accompagnata dal battito del tamburo sacro e dal suono della "gaida" (una sorta di cornamusa balcanica). La credenza vuole che alcuni dei danzatori raggiungano uno stato di trance religiosa durante il ballo, che permetterebbe loro di non bruciarsi i piedi e di non provare dolore. Nel corso del XX e del XXI secolo questo rituale è stato reso molto più commerciale e oggi viene eseguito in tutte le località turistiche bulgare sul Mar Nero.
Le tombe trace, il Medioevo, l’oro di Varna e molto altro
La Bulgaria ospita ben nove siti dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO: la chiesa di Bojana, il Cavaliere di Madara, le chiese rupestri di Ivanovo, la tomba tracia di Kazanlăk, l'antica città di Nesebăr, il parco nazionale del Pirin, il monastero di Rila, la riserva naturale di Srebărna, la tomba tracia di Sveštari.
Un sito particolare è quello noto come Cavaliere di Madara, un bassorielievo scolpito nella roccia dell'altopiano di Madara in epoca alto-medievale, che si trova vicino alla città di Sumen; rappresenta un maestoso cavaliere, scolpito a 23 metri dal suolo in una roccia alta circa 100 metri.
E non tutti sanno che in Bulgaria si può trovare l’oro più antico della storia dell’uomo. A Varna, città portuale sul Mar Nero, furono scoperti, nel 1972, preziosi manufatti d’oro di eccezionale importanza perché situati in tombe che sono state datate tra il 4600 ed il 4200 a.C., quindi risalenti all’epoca eneolitica, ovvero all’età del rame!
Le foto relative alle danze bulgare si riferiscono alla rassegna Fini Dance New York, Dif 2018, Centro Danza Mimosa Bekteshi. Credit Ballareviaggiando.it Riccardo Sottoriva