In Ecuador alla scoperta di preziosi balli tradizionali

Il paese attraversato dall’equatore, la nazione delle mitiche isole Galapagos, della danza indigena Sanjuanito, oggi anche in versione moderna, e della Caderona, ballo dai tipici movimenti delle spalle che seguono il ritmo incalzante dei passi. E’ l’Ecuador, destinazione adatta a chi vuole scoprire suoni e balli meno conosciuti dell’America Latina


di Livia Rocco

Una terra sorprendente l’Ecuador, che racchiude una varietà di musiche preziose e di danze vivaci: un insieme che ci fa davvero riflettere su quanto conosciamo poco i balli tipici di molti paesi sudamericani. Qui ci sono danze come il Sanjuanito, che una volta scoperte vorremmo subito imparare a ballare, anche perché la musica che le accompagna esprime un’ allegria contagiosa, ma con venature di quella sottile malinconia tipica dei ritmi e degli strumenti andini.

Il Sanjuanito

Il sanjuanito è una delle forme più tradizionali di danza ecuadoriana. Nato nel nord dell'Ecuador e diffuso anche in alcune zone della Colombia e del Perù, ha un’origine precolombiana e oggi si balla durante le feste della cultura meticcia e indigena. Secondo alcuni esperti il ballo veniva eseguito durante i rituali incaici dell’ Inti Raymi (in Quechua ‘festa del sole’), che dopo l’invasione spagnola è stata fatta coincidere con il giorno di San Giovanni Battista, il 24 giugno; da qui il nome.

Il sanjuanito è considerato il ritmo nazionale dell’Ecuador e durante le feste delle varie città o villaggi è facile vedere per le strade persone che lo ballano esibendo i costumi tipici, dai colori accesi. Il ritmo allegro e la melodia malinconica creano una combinazione unica, che secondo i musicologi è proprio una caratteristica della cultura indigena ecuadoriana.

Oggi viene interpretato con un insieme di strumenti autoctoni dell’ Ecuador (rondador, Pingullo, Bandolín, dulzainas), a cui si aggiungono strumenti non locali come chitarra, piffero di canna, tamburo, flauto di Pan, e anche strumenti elettronici che danno un tocco di modernità.

Ballando il Sanjuanito gli indigeni esprimono un messaggio comunitario di unità, identità e legame con la madre terra (Pacha mama). Ma oggi questo ballo fa parte del repertorio delle feste popolari in tutto il paese, e nel pieno dei festeggiamenti tutti si esibiscono formando circoli e file a passo di danza. Viene anche suonato da gruppi musicali giovani, che lo hanno modernizzato e reinterpretato.

Caderona, Marimba, Pasillo

Più smaliziata la Caderona, altra danza tradizionale dell’Ecuador, che prende il nome dal movimento dell’anca, in spagnolo cadera. In realtà sono più le spalle a muoversi continuamente in questa danza di derivazione africana, dominata dal ritmo delle percussioni, eseguita da un minimo di sei coppie. Le donne muovono con le mani le ampie gonne, quasi inseguite dagli uomini, che accompagnano con i piedi i loro movimenti, mentre il coro risponde a una voce solista, sempre con le stesse parole.

Afro-ecuadoriana anche la Marimba, sempre a coppie ed eseguita con costumi sgargianti; le donne fanno volteggiare i loro vestiti colorati e gli uomini i loro fazzoletti.

Il pasillo esprime invece l’incontro tra la danza indigena e quella europea. E’ nato all’epoca delle lotte per l’indipendenza come danza di libertà. Successivamente, nei primi decenni del XIX secolo, divenne espressione di gioia legata alla conquista dell’indipendenza, come adattamento del valzer austriaco, con una variazione del ritmo originario. I movimenti erano sempre più rapidi, fino a diventare vertiginosi. Ma il pasillo ecuadoriano – oggi simbolo musicale dell’identità nazionale - è lento e malinconico, in tonalità minore.

Una terra ricca di tesori e di curiosità

Il paesaggio dell’Ecuador ci ripropone, in qualche modo, la varietà di colori e di suggestioni che troviamo nei balli tradizionali e nella musica locale. Natura, città coloniali, ma anche molte curiosità. Tra queste, la cittadella costruita nel luogo che viene considerato il Centro del mondo, nei pressi di Quito, dove campeggiano un monumento con i punti cardinali e la scritta “latitudine 0,0,0”.

La capitale, Quito, che sorge sulle Ande a ben 2.850 metri sul livello del mare, è la seconda più alta del mondo dopo La Paz ed è stata la prima città dichiarata, insieme a Cracovia in Polonia, Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, il 18 settembre 1978.

Notevole anche l’altitudine di Cuenca (Santa Ana de los Ríos de Cuenca), che si trova nella cosiddetta Sierra, una parte delle Ande, a circa 2.500 metri sul livello del mare. Oggi questa città, che all'epoca dell'impero Inca era conosciuta con il nome di Tumibamba, ha ancora il tipico aspetto coloniale: il suo centro storico, molto ben conservato, è stato per questa ragione inserito nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità.

Ma all’Ecuador spetta l’onore di possedere un altro ‘patrimonio’ noto in tutto il mondo: quello naturalistico delle Isole Galápagos. L’arcipelago, considerato una delle zone vulcaniche più attive della Terra, è formato da tredici isole situate nell'Oceano Pacifico, a circa 1.000 chiilometri dalla costa.

Le isole più vecchie datano circa 4 milioni di anni e le più giovani sono ancora in via di formazione! Impossibile non associare l’arcipelago al nome del celebre scienziato Charles Darwin, che proprio da queste isole ha tratto ispirazione per formulare la teoria dell’evoluzione. “L’origine della specie”, infatti, contiene molti riferimenti alle numerose specie endemiche di animali e vegetali delle Galapagos, la cui evoluzione è stata favorita dall’isolamento e dall'ampia varietà di climi e di habitat dovuta alle correnti marine della zona.


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