Nella Ciarda ungherese musica popolare e musica colta, folklore e ballo classico si fondono, nobilitando le tradizioni locali. La danza e la musica ungherese, infatti, fanno parte del repertorio classico per avere ispirato musicisti come Brahms e Liszt, ma nello stesso tempo si confondono con quelle zigane (espressione dei gitani dell’area danubiana). Sono musiche e danze che trasmettono una particolare e struggente energia, grazie soprattutto al modo in cui viene suonato il violino.
di Livia Rocco
Comincia lentamente e poi diventa sfrenata: è la formula della Ciarda, la trascinante danza nazionale ungherese che si colloca sulla linea di confine tra folklore e musica classica. La fusione tra i due generi in Ungheria è più evidente che mai; ma del resto le contaminazioni sono, spesso, il ‘sale’ della musica e del ballo.
Questo ballo popolare è caratterizzato da un’ introduzione lenta seguita da un allegro sempre più vivace. Il nome csárda in ungherese significa trattoria, osteria, perché proprio in quei locali ha avuto origine come danza di corteggiamento. La Ciarda è formata da due parti: un'introduzione lenta chiamata lassu, eseguita da un uomo solo in mezzo al circolo dei danzatori, e una danza vivacissima chiamata friska, eseguita da coppie che in piena libertà di movimenti creano fantasiose figurazioni.
Nel 19° secolo la Ciarda entrò a far parte del repertorio della musica colta. Fu inserita diffusamente da Franz Liszt (nato in Ungheria) nelle sue celebri Rapsodie ungheresi e da Brahms nelle bellissime Danze ungheresi. Famose anche la csárdás composta da Čajkovskij per il terzo atto del Lago dei Cigni, quella di Johann Strauss per l'operetta Il Pipistrello, e il Divertissement à la Hongroise op. 54 di Shubert.
Popolare o colta?
Oggi la Ciarda è la danza nazionale ungherese, ma non è stato sempre così. Le Danze ungheresi per pianoforte a quattro mani sono state scritte da Johannes Brahms agli inizi della sua carriera musicale (1852). Nella partitura originale le danze venivano qualificate come ungheresi perché in quel tempo il folclore magiaro era del tutto sconosciuto e confuso con la musica zigana che quel popolo nomade aveva diffuso. Solo nel XX secolo le ricerche musicali di Zoltàn Kodàly e Béla Bartòk chiariranno l'equivoco e riporteranno alla luce le musiche ungheresi. Più che comporre ex novo, Brahms rielaborò musiche zigane, almeno in alcuni brani. Eliminando le parti virtuosistiche, ne recuperò la parte ritmica e melodica; il musicista tedesco non diede mai regolare numero d'opera alle Danze ungheresi, e successivamente sono stata rintracciate quasi tutte le musiche originarie alle quali egli si ispira in queste composizioni per pianoforte. D'altra parte Brahms, come abbiamo visto, non è stato certo il solo a trarre spunto dal repertorio zigano, e l’'influenza della musica ungherese e gitana coinvolge, per esempio, anche compositori come Josef Haydn. Tra le Ciarde più note, quelle del napoletano Vittorio Monti, suonate da tutte le orchestre gitane.
Le meraviglie di Budapest
Budapest è una città che sorprende. Forse non raggiunge il fascino di Praga, ma come maestosità ed eleganza la capitale ungherese può competere con Vienna, e vanta alcune caratteristiche uniche: per esempio la tradizione dei bagni termali, o i lussuosi caffè letterari. Tra le curiosità, la più antica metropolitana dell’Europa continentale.
Da non perdere la collina di Buda con il castello patrimonio Unesco, l’imponente edificio del Parlamento, uno dei più grandi d’Europa, il viale Andrassy (un altro patrimonio dell’umanità) e la via pedonale Vaci nel centro storico di Pest, con l’interessante edificio liberty del Mercato centrale. Un discorso a parte meritano i numerosi panorami sul Danubio, protagonista indiscusso della città.
Nei ristoranti della capitale, come in tutta l’Ungheria, è facile sentir suonare gruppi di musicisti ‘zigani’, e Brahms e Liszt sono davvero a portata d’orecchio!
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