Tradizione e modernità rappresentano l’essenza del Giappone, un paese pieno di eventi e spettacoli, che mantiene vive antiche danze di corte ma è aperto a diverse forme di ballo popolare, fino alla fusione con il rock
di Livia Rocco
Danze e canti collegati allo shintoismo sono all’origine dei movimenti solenni e marziali, simbolici e convenzionali tipici della tradizione nipponica. Le danze rituali e drammatiche si sono poi evolute in rappresentazioni di corte e teatrali.
Le danze di corte e il teatro-danza: la purezza della tradizione
Il bugaku è la più antica danza di corte ancora in voga. Importata dalla Cina intorno al VI-VII sec. e accolta presso le corti imperiali dall'VIII secolo, il bugaku entrò a far parte delle cerimonie e la sua tradizione si è mantenuta fino ai giorni nostri. È caratterizzata da movimenti lenti e regali, mentre i costumi indossati durante il ballo sono ricamati e complessi; non mancano ballerini mascherati. La musica e lo stile di danza tendono a ripetersi più volte, e il ballo si pratica su una piattaforma quadrata. Il bugaku è una danza di intrattenimento ma simbolica, legata a leggende, personaggi e figure della mitologia shinto e della cultura buddista: questi aspetti, col passare del tempo, si sono tanto miscelati con le tradizioni giapponesi da diventare un tutt'uno. I balli bugaku sono accompagnati dalla gagaku, la musica di corte giapponese dalla quale i musicisti devono lasciarsi coinvolgere spiritualmente e carnalmente, in modo da formare un entità unica con la danza.
La danza è molto importante anche nel teatro nō (influenzato dal bugaku) e nel teatro kabuki, le due più note forme di teatro giapponese, risalenti rispettivamente al XIV e al XVI secolo: qui la danza fa parte di una rappresentazione ‘totale’, fatta anche di musica, canto e mimo.
Danze popolari in ‘stile giapponese’: obon e mai
Ma oltre a queste danze teatrali – eseguite da artisti con una lunga e faticosa formazione alle spalle - esistono danze più popolari, come la obon o bon odori, conosciuta da almeno 500 anni. Questa danza tradizionale (derivante, comunque, dal teatro kabuki) - si esegue in cerchio con al centro un’impalcatura di legno (yagura); alcuni danzatori procedono in senso orario, mentre altri si avvicinano e si allontanano dal centro. Si può dire che ogni regione del Giappone ha una sua odori con un diverso accompagnamento musicale. Tra le più recenti, la so-ran-bushi, un mix di movimenti tradizionali che si fonde con il rock.
La danza mai è invece influenzata dal teatro nō, e una sua variante, la kyomai (o stile di Kyoto), che risente del galateo cortese caratteristico dell’impero, è stata dichiarata dall’Unesco – insieme al tatro nō – ‘capolavoro del patrimonio orale e immateriale dell’umanità’.
I balli di oggi
Si ipotizza una discendenza dal ballo tradizionale bon odori per uno dei più famosi balli giapponesi moderni: la Para Para. Sviluppatasi a partire dagli anni ottanta, la Para Para sfrutta principalmente i movimenti delle braccia e piccoli movimenti della parte inferiore del corpo, concentrandosi sull'ancheggiare e ballare sul posto, anche se alcune coreografie richiedono movimenti più complessi. I ballerini si esibiscono al suono veloce e molto ritmato di musica ‘eurobeat’. Ci sono specifici movimenti preimpostati da eseguire per ogni canzone, e tutti eseguono gli stessi movimenti allo stesso tempo, in modo molto simile ai balli di gruppo. Il boom della Para Para risale alla fine degli anni '90, e oggi questo ballo è conosciuto in tutto il mondo, specialmente sulla costa del Pacifico, al punto che coloro che ballano molto spesso la Para Para si fanno chiamare Paralist.
Giappone, terra di feste e festival
L’obon festival (festa delle lanterne) si svolge ogni estate, in agosto, in tutte le città del Giappone. Nato come celebrazione buddista in onore dei defunti, ha ormai perso la sua connotazione religiosa, mentre viene associato alla bella stagione. La sera, attorno ad un fuoco, con canti scanditi dal suono di un tamburo, molti giovani ballano il bon odori.
Chi visita il Giappone non può perdere Kyoto, famosa per i suoi templi. Considerata il più grande reliquiario della cultura giapponese in quanto quasi interamente risparmiata dalla seconda guerra mondiale, la città è sito protetto dall' Unesco. Una delle attrazioni di Kyoto sono i suoi animatissimi ‘matsuri’ (festival). Ogni anno la città ospita circa 500 di questi eventi pittoreschi. Tra i festival più accattivanti vi sono l'Hatsu Ebisu, dall'8 al 12 gennaio, occasione in cui si festeggia Ebisu, la divinità protettrice dei mercanti, e il Godai Rikison Ninno-e, il 23 febbraio, in cui i partecipanti sollevano due gigantesche torte di riso del peso di 150 kg per gli uomini e di 90 kg per le donne. Gion Matsuri, il 17 luglio, è forse il più conosciuto di tutti i festival giapponesi, con oltre 200.000 persone che si accalcano nella zona di Shijo-Karasuma. Raggiunge il suo culmine in occasione della sfilata Yamaboko-junko di oltre 30 carri allegorici al suono di flauti, tamburi e gong. Invece in occasione del Daimon-ji Gozan Okuribi, il 16 agosto, vengono accesi enormi fuochi su cinque montagne.
Un altro festival musicale coinvolge l’isola di Sado e la sua splendida natura: è la Earth Celebration (Festa della Terra), che quest’anno si è svolta dal 23 al 25 agosto. Dal 1988 i Kodo, uno dei più celebri gruppi di percussionisti di taiko, il tamburo giapponese, organizza l’evento, prodotto in collaborazione con la città di Sado. In questa occasione il gruppo di musicisti giapponesi invita ad esibirsi insieme sull’isola artisti incontrati durante i suoi viaggi. Bandiera della cooperazione musicale e culturale con artisti di tutto il mondo, l’Earth Celebration (EC) festeggia quest’anno il ventiseiesimo anniversario: un primato nazionale di durata per quello che il New York Times ha definito “il più importante evento musicale del Giappone”.
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