LETTERE CAFFÈ Un Sogno Fin de Siecle: compie 23 anni il Lettere Caffè di Trastevere, Roma, il primo caffè letterario di nuova generazione, fondato nel 1999 nell'ambito di un progetto che comprendeva anche la rivista Lettere - Il Mensile dell'Italia che Scrive, una bellissima pubblicazione a sfondo epistolare nel cui comitato scientifico figuravano nomi come Dario Fo, Mario Monicelli, Monica Vitti, Vittorio Sgarbi, Oliviero Beha, Sabino Acquaviva, Elena Gianini Belotti, Maurizio Costanzo, e altri. Si festeggia con la realizzazione di un Docufilm.
Fondata nel 1997 dalla sua ideatrice Enza Li Gioi, la rivista, con la direzione responsabile di Saverio Tutino e la direzione artistica di Riccardo Mannelli, nonché quella editoriale della stessa Li Gioi, uscì in edicola per tre anni per i tipi della grande casa Pineider e dovette estinguersi come molte belle cose in questo Paese, per il ritiro dei principali sponsor. Da essa, e con la stessa filosofia, si generò il Lettere Caffè, fondato da Enza Li Gioi e dallo stesso Riccardo Mannelli. Nei 23 anni della sua esistenza, per una buona parte diretti artisticamente dal giovane cantautore Davide Trebbi, il locale ha svolto e tuttora svolge, non senza intralci di carattere burocratico e altre sgradevolezze dovute a vuoti normativi di vario genere, un'instancabile attività, rivolta soprattutto al sommerso culturale italiano, i la vera ricchezza di questo Paese, in contrapposizione al dilagare della cultura televisiva.
Gestito da due donne, la scrittrice Enza Li Gioi e sua figlia Costanza Dragotta, disegnatrice e cuoca nonché responsabile dei programmi artistici, il locale è ormai un irrinunciabile punto di riferimento per molti artisti, musicisti, attori, poeti, scrittori e altro, ed è segnalato sulle più importanti guide internazionali. Nato con il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali (Melandri) e dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Roma (Borgna) , il Lettere Caffè non ha mai ottenuto aiuti di alcun genere da parte delle istituzioni ed è quindi a pieno titolo un vero e proprio monumento alla buona volontà e al sacrificio personale in una città difficile quale è Roma.
Il Docufilm, autofinanziato, vuole essere anch'esso un documento o meglio una interessante 'Case history' culturale e imprenditoriale, nuova e inedita nel panorama dell'intrattenimento cittadino. Spazia infatti dalla musica alla poesia, dalle mostre d'arte al teatro, alla presentazione di libri. La sua formula, una ibridazione tra libri, spettacoli, cibo e drink è stata ampiamente imitata. Con la regia di Fabio Luigi Lionello, figlio del grande Oreste, la fotografia di Roberto Huner e la sceneggiatura, già scritta dalla Storia, di Enza Li Gioi e dello stesso Fabio Luigi Lionello, musiche Adriano Dragotta , direzione di produzione Eleonora Manara. Il docufilm ha già avviato le riprese e procede spedito per terminare i lavori a fine aprile. Verrà proposto a festival e rassegne.