Ambrogio Sparagna, musicista ed etnomusicologo che opera nel campo della musica popolare dagli anni 70 (allievo di Diego Carpitella) con la produzione di album e attività concertistica, sale in cattedra per spiegare la bellezza della musica popolare italiana: l'appuntamento è all' Auditorium di Roma il 20 novembre prossimo.
Con la partecipazione di Erasmo Treglia (ghironda, ciaramelle, flauti di corteccia, torototela, scacciapensieri, tofa), Marco Tomassi (zampogna gigante, zampogna zoppa), Federico Laganà (tamburelli), Pietro e Donato De Acutis (poeti improvvisatori in ottava rima) e il Coro Popolare diretto da Anna Rita Colaianni, il musicologo racconterà la genesi della musica popolare italiana dove da sempre convivono in un percorso continuo di interscambio culturale lingue e dialetti, strumenti arcaici e moderni, forme e generi assai diversi fra loro. Diffusasi sin dalle sue antiche origini come un originale sistema culturale espressivo, questa musica conserva ancora una forte attrazione comunicativa grazie alla ricchezza del suo repertorio: i canti lirici (strambotti, stornelli, villotte, villanelle, etc), le ballate, i canti di lavoro, gli inni religiosi e agiografici. Sono tante le forme attraverso le quali si manifesta questa musica riscoperta negli ultimi anni con una rinnovata forza e che attinge in tuttre le regioni italiane, annoverando tra i protagonisti giovani compositori, musicisti, strumentisti e cantori di grande talento. La lezione si dipanerà in storie, incontri con maestri cantori popolari, poesia, canti di lavoro, un enesemble con i tanti compagni di viaggio presenti sul palco. L'Auditorium ha ospitato Sparagna sul palco solo l'ottobre scorso in un evento molto particolare: in occasione della quarta edizione dell'Ottobrata Romana “Vola Vola Vola”, un grande concerto con Francesco De Gregori, l’Orchestra Popolare Italiana, il Coro Popolare diretto da Anna Rita Colaianni e la partecipazione di Maria Nazionale. In “Vola Vola Vola”, con la complicità di Ambrogio Sparagna, i brani di De Gregori sono stati reinterpretati con gli strumenti tipici della tradizione popolare italiana.