Di prossima uscita un cofanetto di quattro CD dove Louiselle interpreta vari generi musicali in tutta libertà. “Andiamo a mietere il grano è stato un grande successo ma mi ha legato troppo a quel tipo di canzoni – afferma la cantante
di Elio Ippolito
C'è un cofanetto di CD molto particolare e variegato nel futuro prossimo di Louiselle (all'anagrafe Maria Luisa Catricalà), cantante dei nostri grandi anni 60, il cui nome è rimasto legatissimo, anche oltre la sua volontà, alla mitica, bella e indimenticabile canzone di stile un po' folk “Andiamo a mietere il grano” del 1965. E nella sua agenda, forse, anche un libro “uno spaccato di vita e di musica, dedicato a me a mio marito, lo scomparso Carlo Rossi, discografico, compositore e autore di celebri canzoni anni 60, un solo titolo per tutti i Watussi - come sottolinea la stessa Louiselle.
“E' in preparazione – spiega - un cofanetto che conterrà 4 CD, un mix di canzoni inedite e di altre già incise, diviso per generi. Il primo è di stile folk - country americano ma è ispirato a temi relativi al sociale italiano, per esempio c'è una canzone che parla dei pendolari, una del mestiere di infermiera, un’altra dei contadini che vorrebbero ritornare alla terra. Il secondo lo definirei “sexy elegante”, con canzoni molto raffinate, comprese alcune censurate dalla Rai anni fa. Il terzo è dedicato a brani “sanguigni”- per esempio “Ascoltami”- un po’ teatrali, e il quarto infine comprende una serie di canzoni divertenti e allegre, tormentoni estivi del tipo 'Come balla Nando', che fa parte del mio repertorio". Appare divertita Louiselle nel raccontare come nacque, quasi per scherzo anni fa, questa canzone “un brano un po' burino' ideato pensando al mito di John Travolta”, di cui lei conosce bene la genesi, avendo partecipato alla sua creazione insieme ad altri autori e che ebbe con la trasmissione Libero di Teo Mammuccari un grande successo.
Serate e tournée
Tanti i dischi del passato che lei conserva gelosamente “anche se in maniera un po’ disordinata, ma questo disordine a volte mi fa compagnia - sottolinea la cantante che oggi è occupata in serate e spettacoli e passaggi televisivi (tra gli ultimi “I Migliori anni” 2010 di Carlo Conti). Recenti le sue tournée negli Usa, in Canada e a Cuba, dove ha consolidato il suo repertorio cubano. “Oggi non è facile programmare un piano di spettacoli - dice -. I vecchi manager non ci sono più, quelli nuovi mirano a richiamare nomi emergenti. Oppure mi vengono prospettate serate lontane da casa, con grande stress, e non ne vale neanche più la pena”. Anche se la voglia di cantare e di sperimentare tanti generi diversi – come dimostrano i nuovi progetti - è intatta.
(Nella foto Louiselle con Bruno Filippini nel corso dell'evento musicale organizzato da Cantare Ballando Group nel 2010).
Gli inizi: in versione da “chansonnier”
Louiselle, negli anni ruggenti della nostra canzone italiana, ha condiviso tante esperienze con altri validi colleghi, è stata tra le reclute delle principali case discografiche italiane, ARC e RCA, per poi passare alla Parade del marito Carlo Rossi. “Potrei raccontare cose per un anno intero - afferma Louiselle, quando cerchiamo di andare un po’ indietro negli anni, ai suoi inizi e al periodo dei grandi successi. “Sono nata in Calabria ma da ragazzina vivevo all’Isola d’Elba e il mio sogno era diventare capitano di marina, ero un po’ un maschiaccio e la mia passione era andare al porto ad aspettare le imbarcazioni - racconta -. Fu mio padre a spingermi al canto, a invogliarmi a partecipare a concorsi dove vincevo sempre. Attraverso delle conoscenze di famiglia, arrivai a Roma per prendere lezioni di musica con il maestro Umberto Chiocchio della Rai. Dopo la morte di mio padre, anche per problemi economici, cominciai a esibirmi in vari locali con un mio gruppo (I Gabbiani) finché nel 1963 approdai al Capriccio di Via Veneto, grazie ad Alberto Radius che si esibiva insieme a Bruno Martino e Fred Bongusto. Ero minorenne, molto timida, timorosa degli uomini che giravano intorno. Quindi ero silenziosa, mi presentavo vestita di nero, capelli lunghi alla Francoise Hardy, e cantavo le canzoni francesi della Piaf e di Gilbert Becaud. Sentivo che quel posto mi avrebbe portato fortuna. Fu lì infatti che, grazie all’amico Roby Ferrante, che aveva scritto la canzone “Ogni volta” per Paul Anka e lavorava per la RCA - e che anni dopo fece una morte terribile in un incidente stradale che ancora ricordo con dolore - che vennero ad ascoltarmi alcuni personaggi della RCA tra i quali anche Carlo Rossi che anni dopo divenne mio marito”.
I grandi successi
Da questo momento iniziarono i provini, i primi contratti, e i primi dischi: “Quello che c’è tra me e te” e “ Anche se mi fai paura” (testi di Rossi). Quest’ultima, con arrangiamento di Ennio Morricone, vendette 300.000 copie. Infine il successo del 1965 “Andiamo a mietere il grano”, un milione e mezzo di copie vendute. “Questo disco - evidenzia Louiselle - in parte mi ha rovinato perché mi ha legato a un genere di canzoni che non ho mai sentito del tutto mie, come La Vigna o Il Cacciatore che seguirono di lì a poco”. La cantante ricorda oggi con un sorriso lo smacco del Sanremo 1965, dove avrebbe dovuto partecipare con la canzone “Ascoltami”, in coppia con Dalida. “ Il 31 dicembre del 1964 in televisione Dalida cantò questa canzone, un episodio che generò una tempesta in tutta la RCA con il ritiro di tutti i suoi cantanti da Sanremo. Per ripagarmi di questa perdita mi fu offerta una serie di trasmissioni televisive. Mi rifeci, comunque, anche con la canzone “Ascoltami” che vendette in pochi giorni 360.000 copie e in totale 800.000. Partecipai poi al Sanremo del 1972 con Mediterraneo”.
Concludendo, che dire sul Sanremo di oggi? “Oggi ci sono troppi “personaggi” - afferma decisamente Louiselle. “Comunque nell’ultima edizione ci sono state canzoniche mi sono piaciute. A parte Vecchioni che ha scoperto il commerciale, La Crus, Davide Van De Sfroos, Albano, che è un po’ una istituzione, e Anna Tatangelo.”
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