Gli anni 60 con swing e divertimento nello spettacolo ‘Mille bolle blu’

Un’orchestra jazz,  una cantante di talento come Nicky Nicolai,  un sassofonista come Stefano Di Battista e un comico come Max Paiella: un insieme così insolito non poteva che creare un prodotto originale come lo spettacolo Mille Bolle Blu (nato da un’idea di Gino Castaldo con la regia di Elisabetta Rizzo), che al teatro Sala Umberto di Roma ha rivisitato i mitici anni sessanta senza cadere nella banalità o nella nostalgia

di Livia Rocco

Questo ‘viaggio’ nelle canzoni degli anni sessanta e settanta , ricchissimo di immagini d’epoca che scorrono su un grande schermo a forma di vecchio televisore,  è riuscito a trasmettere leggerezza e soprattutto un grande amore per la musica. Evitando con cura molti dei brani più scontati “dei migliori anni della nostra canzone”, Nicky Nicolai e i suoi musicisti, con in primo piano il marito Stefano Di Battista e il suo sax, hanno scelto i pezzi più in sintonia con il loro gusto, impreziosendoli attraverso interpretazioni  molto personali.  E le bolle del titolo non si riferiscono soltanto alla celebre canzone di Mina, come si potrebbe pensare, ma alludono anche a bolle immaginarie create da ogni brano musicale: per ognuno di noi, suggerisce  l’artista,  “possono cambiare ogni volta provocando sensazioni sempre nuove, oppure rimanere associate a precisi ricordi o significati”. E il messaggio per tutti è: mai sottovalutare il valore di una canzone!

La voce  della cantante, dotata di grandi possibilità vocali e sonorità imprevedibili, è stata protagonista della serata,  insieme agli strumenti musicali, che hanno tutti fatto sentire la loro forte presenza in scena grazie alla Big Band composta da 13 elementi.  In modo allegro, elegante e spiritoso, la Nicolai ha proposto la sua versione dei suoi brani preferiti, tra cui “Se stasera sono qui” (scritta da Luigi Tenco e lanciata da Wilma Goich nel 1967) “Io che amo solo te” (di Sergio Endrigo, 1962), l’americana “These boots are made for walkin’” (incisa da Nancy Sinatra nel 1966), fino ad affacciarsi negli anni settanta con “Che sarà” (1971).

A Mina e Gabriella Ferri, due protagoniste importanti della musica italiana di quel periodo, Nicky ha dedicato uno spazio particolare, anche perché più di altre hanno lasciato tracce nella sua vita artistica. Impossibile non cogliere l’affinità tra la sua voce e quella di Mina: lo stesso tono caldo, anche se naturalmente con più ‘swing’. E via con la sofisticata “Non gioco più”,  e poi “La banda”, “E se domani”, “Se telefonando”. Bella l’interpretazione di “Se tu, ragazzo mio” (lanciata da Gabriella Ferri, che ne è coautrice, nel 1969),  un brano che, sorprendentemente, si è rivelato in perfetta armonia con lo stile della ‘signora del jazz italiano’.

Per rendere omaggio alle sue canzoni preferite, Nicky Nicolai si è concessa anche uno ‘sconfinamento’ temporale con “Ancora” di Eduardo De Crescenzo (1981), offrendo al pubblico un’interpretazione davvero  intensa.

A rendere ancora più vivace lo spettacolo ci ha pensato Max Paiella con le sue incursioni comiche che tra l’altro, grazie al suo intervento nei panni di un cantante americano alle prese con la romana "Cento Campane", hanno dato risalto anche alle doti canore dell’attore.

Nel finale Di Battista, la Nicolai e Paiella si sono divertiti a giocare e duettare con il pubblico  fino all’ultima…bolla!


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