La Sala Umberto riparte. Più spettacoli e focus sulla condizione femminile

Con un appello a non lasciar “affondare il teatro”, lanciato dal direttore artistico Alessandro Longobardi, si è aperta la stagione 2021-2022 della Sala Umberto. Lo storico teatro della capitale, che tradizionalmente dedica ampio spazio alla commedia brillante e ai nuovi autori, presenta quest'anno un cartellone particolarmente ricco.

“L'anno scorso a ottobre, dopo solo due settimane di programmazione, siamo stati fermati dal  Covid – spiega Longobardi-. Riproporremo quindi gli spettacoli sospesi o interrotti, e metteremo in scena anche molte divertenti e interessanti novità, confortati dall'introduzione del green pass e dal nuovo sistema di sanificazione che permetterà al pubblico di riavvicinarsi al teatro in sicurezza, anche se attualmente siamo ancora penalizzati dalla regola che impone di riempire la sala solo al 50%”.

Nonostante il sostegno e la collaborazione da parte delle istituzioni pubbliche, e in particolare dagli assessorati alla cultura del Comune e del Municipio, non mancano i timori per il futuro, come sottolinea il direttore, che ha presentato la stagione 21-22 insieme a una folta rappresentanza di artisti, protagonisti della nuova programmazione.

“Si parla tanto di Teatro - le parole di Alessandro Longobardi -. I più fedeli desiderano tornare al sacro rito dell’abbonamento, altri semplicemente vorrebbero godere del meraviglioso segreto del Teatro che nella condivisione catartica tra Spettatori e Attori fonda la sua forza. Lo spettacolo dal vivo è insostituibile. In Europa alcuni paesi hanno già riaperto le sale al 100%; noi siamo ancora in attesa del superamento del criterio della distanza interpersonale che ci auguriamo avvenga a breve: con Green pass e mascherine per ora. Questa lunga attesa ha già determinato ampi danni economici e psicologici. Ma il tema è un altro ed è assolutamente serio: la sostenibilità futura. Come può un Teatro che realizza la sua sopravvivenza con il Botteghino, sperare di arrivare illeso a fine stagione alle condizioni attuali? Annunciamo la nuova programmazione molto in ritardo. Significa che non c’è il tempo per diffondere la comunicazione in modo efficace e che gli spettatori si riavvicineranno con prudenza mentre i costi non attenderanno che il ritorno alla normalità determini il riavvio delle entrate ordinarie. Non si può dire che lo Stato non abbia supportato il teatro nel periodo Covid, così devastante; ma il Teatro Privato ha costi di gestione più alti rispetto al supporto ricevuto. Il suo avviamento è compromesso. Ci vorrà tempo e volontà per tornare ad una stabilità. Chi potrà permetterselo? È dunque necessario il Teatro? Credo di sì e non perché sia di parte. Il teatro diventa ancora più importante nella nuova era digitale. È dunque importante tutelare il Teatro Privato oltre quello Pubblico? Se la risposta fosse SI, allora gli Spettatori potranno decidere se farsi carico del futuro degli spazi culturali privati. Basterà pagare un biglietto intero, rinunciare a chiedere omaggi e sconti, sostenere il biglietto sospeso per giovani e categorie cadute in povertà e per coloro che fossero più sensibili supportare, attraverso una liberalità, progetti culturali proposti dal Teatro, anche attraverso Art- Bonus, strumento complicato, ma è quello che c’è. Solo una presa di coscienza e quindi una responsabilizzazione degli Spettatori potrà consentire di guardare al futuro in modo meno cupo. Certamente anche le istituzioni, con i fondi del PNRR possono fare una vera differenza e rilanciare in modo concreto e strategico lo spettacolo dal vivo. Se tutto questo non accadrà e quindi si lascia al suo destino un comparto già fragile e in difficoltà ante COVID, avremo tutti perso. Un appello alle istituzioni locali, Comune e Regione: non lasciateci affondare.

LA STAGIONE 2021-2022

Questa stagione è stata aperta ad un numero di compagnie insolito, che è stato ampliato sia per consentire a più soggetti di tornare al lavoro che per ridurre i costi e rischi delle produzioni. Al centro delle linee guida abbiamo messo la donna e la condizione femminile sia in termini di emancipazione che nelle figure fragili e quindi più esposte ai soprusi. Si conferma lo spazio al teatro comico d’Autore, alla commedia brillante all’italiana.

Alcuni spettacoli sono tra quelli sospesi nel ‘20 per il COVID come L’UOMO LA BESTIA E LA VIRTÙ di Luigi Pirandello, Tartassati Dalle Tasse di Eduardo Tartaglia, LA MACCHINA DELLA FELICITÀ di e con Flavio Insinna.

La stagione apre con un testo molto caldo al centro di uno scontro di potere tra le istituzioni, si parla di Giustizia. Il testo IL SISTEMA scritto dall’ex giudice Luca Palamara insieme ad Alessandro Sallusti è stato adattato per il teatro da Angelo Crespi e poi diretto e interpretato da Edoardo Sylos Labini con Simone Guarany. Al termine di ogni recita seguiranno dibattiti sui temi sollevati alla presenza di Sallusti, Palamara, Sgarbi e tanti altri. Torna in una nuova edizione MURATORI di Edoardo Erba, diretto da Peppe Miale, nel quale si affronta il tema dell’estinzione dei luoghi della cultura che non sono redditizi; nella fattispecie un supermercato che ha necessità di ampliare il proprio magazzino invadendo abusivamente il teatro adiacente. Un testo dalle tinte poetiche tipiche della scrittura di Erba che fa riflettere sulla contrapposizione tra neoliberismo e responsabilità sociale dell'impresa verso la comunità ove insiste la stessa.(stakeholders). Con Massimo De Matteo, Francesco Procopio e Angela De Matteo. Forse uno dei più noti luoghi comuni, è quello che recita “le donne non conoscono la regola del fuorigioco”. Si tratta del calcio femminile che in Italia finalmente viene trasmesso in chiaro da La 7. In realtà è solo uno strumento per raccontare la rivoluzione women. NO WAGS: IL CALCIO (NON) E’ UNO SPORT PER SIGNORINE, progetto di Piji Siciliani. Uno spettacolo che prende spunto proprio da quell’acronimo profondamente sessista che è WAGS (Wives and Girlfriends of Sportsmen). Spettacolo che evidenzia un passaggio di emancipazione molto forte, una rivoluzione nel calcio femminile che parte nel 2019 grazie all’exploit della nazionale femminile ai Mondiali di Francia, per arrivare alla trasmissione in chiaro delle partite in tv. TADDRARITE, testo e regia di Luana Rondinelli, con Donatella Finocchiaro, Claudia Potenza e la stessa Luana Rondinelli. Ci troviamo in Sicilia, ci sono tre sorelle che vegliano il marito morto della sorella minore, tutti gli ingredienti adatti a raccontare un certo tipo di cultura. Una storia crudele, per usare le stesse parole della regista, sul concetto di vergogna, di decenza ma alla fine sulla capacità di reagire e di far sentire la propria voce. Rimaniamo sulle storie di donne e di grandi figure femminili per presentare FIORI DI ACCIAIO, di Robert Harling, regia di Michela Andreozzi e Massimiliano Vado. Un riadattamento della versione cinematografica di un grande romanzo di formazione. nterpretato da un cast ovviamente tutto al femminile: Tosca D’Aquino, Rocío Muñoz Morales, Emanuela Muni, Emy Bergamo, Giulia Weber e Martina Difonte. L’ANELLO FORTE, regia di Anna Di Francisca dall’omonimo testo di Nuto Revelli, di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita. Un omaggio dunque a Nuto Ravelli e alle testimonianze da lui raccolte in un testo che descrive il Piemonte del dopoguerra grazie alla voce delle donne che sono state protagoniste. L’anello, simbolo di femminilità, come mezzo per raccontare queste storie di passaggio dalla vita e dal lavoro in campagna alla vita e al lavoro nelle fabbriche, oltre alla vita e alle responsabilità famigliari. Non potevano mancare in questo contesto Dario Fo e Franca Rame, autori di COPPIA APERTA QUASI SPALANCATA, regia di Alessandro Tedeschi, con Chiara Francini e Alessandro Federico. Uno spettacolo che debutterà non a caso l’8 Marzo, festa della Donna, e che è stato spesso rappresentato in Italia e non solo. Un testo sul concetto di monogomia, spesso riferito al solo ruolo femminile. Altra protagonista Monica Nappo con L’ESPERIMENTO da lei scritto e interpretato. Un racconto di una donna che si interroga su una serie di temi: amore, dipendenza, vita coniugale, divorzio, maternità. Tutto questo mentre porta avanti dal vivo un esperimento.

In occasione del centenario della nascita di Giulietta Masina nel 1921, il Teatro Piemonte Europa riporta in scena GIULIETTA, adattamento teatrale di Vitaliano Trevisan, regia di Valter Malosti, dal testo di Federico Fellini Giulietta, con Roberta Caronia. Una storia di sofferenza, sofferenza d’amore da parte di una donna complessa. Tornano anche quest’anno le commedie brillanti: presentiamo L’UOMO, LA BESTIA E LA VIRTU’, che avrebbe dovuto debuttare nella stagione precedente. Un classico pirandelliano che nel 2019 festeggiava i 100 anni dal debutto sulle scene, per la regia di Giancarlo Nicoletti, con Giorgio Colangeli nei panni del prof. Paolino, Vincenzo De Michele, Valentina Perrella ed un vastissimo cast tra cui Alessandro Giova e Alex Angelini. MANCA SOLO MOZART, uno spettacolo che nasce da un’idea di Marco Simeoli, interprete dello spettacolo, scritto e diretto da Antonio Grosso. Una storia vera ed intima di “Musica Simeoli”, un negozio di strumenti musicali, una storia che si racconta attraverso e con la musica. Torna alla sala Umberto Giovanni Scifoni autore e attore di SANTO PIACERE nella sua versione 2.0, una produzione OTI Officine del Teatro Italiano. Dopo i successi degli anni precedenti, riproponiamo lo spettacolo dei record in una versione fresca e aggiornata. NON CI RESTA CHE RIDERE scritto e diretto da Antonio Grosso, con Maria Bolignano, Francesco Procopio, Enzo Casertano, Giuseppe Cantore. La divertente storia di una Reunion che vede nuovamente protagonista il Teatro e il mondo dell’intrattenimento.

TARTASSATI DALLE TASSE scritto e diretto da Eduardo Tartaglia, con Biagio Izzo. Spettacolo già presente nella stagione precedente, ispirato al film “I Tartassati” - diretto da Steno nel 1959 con Totò e Aldo Fabrizi - è la storia di un imprenditore napoletano impegnato nel campo della ristorazione, con voglia di rivalsa sociale, mista ad una certa furbizia tutta italiana. Genere Thriller: OVVI DESTINI di Filippo Gilli, con Vanessa Scalera, Anna Ferzetti, Daniela Marra, Pier Giorgio Bellocchio. Un mistero, dal sapore nordico per mettere in scena la storia di tre sorelle, dei loro segreti più devastanti, dei loro vizi e delle loro debolezze. IL CASO TANDOY di Michele Guardì, con Gianluca Guidi e Giuseppe Manfridi. Lo spettacolo tratta con originalità temi attualissimi come la giustizia e le invasioni della privacy da parte delle testate scandalistiche, pronte a scolpire i nomi dei colpevoli prima ancora dei Magistrati. Per legarci in parte nuovamente al tema delle grandi Donne, alcune delle quali hanno segnato un’epoca, presentiamo la nuova produzione di OTI – Officine del teatro italiano: FIESTA, di Roberto Biondi, Fabio Canino e Paolo Lanfredini, per la regia di Piero Di Blasio, con Fabio Canino, Diego Longobardi, Sandro Stefanini e con Simone Veltroni e Antonio Fiore. Un progetto interamente dedicato a Raffaella Carrà, venuta a mancare in questo terribile anno. Raffaella, un’icona e un’Idola talvolta, pretesto per affrontare temi a volte leggeri, a volte spinosi con satira e ironia. THE BOYS IN THE BAND di Mart Crowley, regia di Giorgio Bozzo, con Ettore Nicoletti, Federico Antonello, Francesco Aricò, Paolo Garghentino, Gabrio Gentilini. Considerata una pietra miliare del teatro, capace di affrontare in maniera leggera la tematica gay alla fine degli anni ’60, nonostante il movimento omosessuale americano avrebbe iniziato la sua battaglia solamente l’anno successivo. Uno spettacolo rimasto in cartellone per 1.001 repliche fino al 1970. PERSONE NATURALI E STRAFOTTENTI di Giuseppe Patroni Griffi, per la regia di Giancarlo Nicoletti, con Marisa Laurito, Guglielmo Poggi, Giancarlo Nicoletti e Livio Beshir. Torna sulle scene nel 2018, dopo quarant’anni l’opera di maggior successo di Patroni Griffi, una commedia tagliente e surreale, ambientata in un appartamento che diviene un non luogo, il posto adatto a far emergere le più intime rivelazioni, desideri e discussioni. PARADISO DALLE TENEBRE ALLA LUCE di Simone Cristicchi, scritto in occasione del settimo centenario della Morte di Dante. Il nuovo progetto del musicista, attore e scrittore che affronta il poema dantesco da un personale punto di vista: il viaggio di Dante come metafora dell’evoluzione ed elevazione umana, in ottica teatrale per voce e orchestra sinfonica. Infine i recuperi della stagione precedente: LA MACCHINA DELLA FELICITA’ scritto e diretto da Flavio Insinna, anche quest’anno in occasione della giornata mondiale della felicità che si celebra il 20 Marzo. EZRA IN GABBIA O IL CASO DI EZRA POUND scritto e diretto da leonardo Petrillo, con Mariano Rigillo e Cicci Rossini. Uno spettacolo basato sulle ossessioni, giustizia, libertà e usura che corrode il mondo l’ossessione dell’uomo Pound. Chiude la stagione a fine maggio Barbara Foria con un nuovo testo VOLEVO NASCERE SCEMA! in fase di elaborazione per la regia da Claudio Insegno.

Torna “INCURSIONI” il contenitore di spettacoli ed eventi singoli che andranno in scena durante l’anno tra i quali ad ottobre Annagaia Marchioro in #POURPARLER di Giovanna Donini, Annagaia Marchioro e Gabriele Scotti. A novembre Pino Strabioli in SEMPRE FIORI MAI UN FIORAIO! un omaggio a Paolo Poli con Marcello Fiorini alla fisarmonica, Antonello Avallone in NOVECENTO di Alessandro Baricco. E tanti altri.

Ora la parola al pubblico che invito a non esitare a venire da noi perché abbiamo investito nel miglioramento degli impianti di trattamento aria inserendo lampade ad ultra violetti e filtri sanificati. Abbiamo così un abbattimento dei batteri tra 90 e 99% oltre che dei virus. A breve verrà esposta la certificazione”.

(Livia Rocco)

Info: www.salaumberto.com.


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