Lockdown, paure, incertezza, regole poco chiare, scarsa considerazione da parte delle istituzioni, abbandono, individualismi,.....cosa ne sarà del teatro italiano dopo il Covid? L’opinione di Viviana Toniolo, direzione artistica del teatro romano Vittoria nel cuore di Testaccio .
Le grate sbarrano gli ingressi del Teatro Vittoria di Testaccio, un teatro storico, innovatore , punto di riferimento di un pubblico colto , appassionato , alla ricerca di prodotti brillanti , impegnati, diversi. Dalle prime settimane di marzo è calato il silenzio nel foyer, nella sala, sul palco.... Per Decreto è stata stabilita la riapertura dei teatri il 15 giugno, una data bizzarra dal momento che in tempi normali i teatri di città si avviano alla chiusura già a maggio..... Non resta che sperare, e puntare alla prossima stagione 2020-2021 con tanti interrogativi e poche certezze.
“ Questa situazione- ci racconta Viviana Toniolo, direzione artistica del Vittoria, una vita legata al teatro- sta danneggiando tutto il teatro italiano. Al di là dei ritardi delle istituzioni nel rispondere alle nostre istanze, e della poca attenzione anche da parte della stampa, quello che mi preoccupa ancora di più è l’individualismo della nostra categoria , la distinzione tra teatro grandi, piccoli, con compagnie o meno, la nascita di nuove associazioni. Mentre è assolutamente necessario fare fronte comune, stare uniti ; queste distinzioni e frammentazioni sono inutili e dannose e ci rendono più deboli di fronte alle istituzioni. Vedo egocentrismo, tante piccole invidie , ognuno guarda al proprio orticello, e questo non ci aiuterà”.
“ Viviamo un periodo difficile , gli incassi sono spariti , le spese vive corrono, e sono davvero tante le professionalità che vivono di teatro e con il teatro. Dietro agli artisti in scena ci sono scenografi, costumisti, uffici stampa, tecnici, elettricisti, facchini, mascherine, impiegati , commercialisti...un mondo intero. Se i teatri e le compagnie chiudessero, tante famiglie si troverebbero per strada. E ci sarebbero ulteriori riflessi negativi anche sulla economia , su vari settori, per esempio sul turismo. Senza compagnie in giro per l’Italia andrebbero a soffrire anche alberghi e ristoranti . Quello che mi colpisce è che non viene compreso, oltre al valore culturale del teatro, il valore economico dell’indotto che origina dal teatro. Detto questo, ritengo che sia davvero difficile programmare i nostri cartelloni senza riuscire a vedere l’orizzonte-ancora Toniolo.
Ma se l’urlo di dolore è netto e chiaro, Viviana Toniolo mostra anche la grinta e la voglia di ripartire. Perchè bisogna ripartire per il bene di tutti. “ Lamentarsi è giusto ma bisogna anche muoversi, riflettere, farsi venire idee per essere pronti alla riapertura, per sapere riconquistare il pubblico ,per attirare quelle fasce di cittadini che hanno perso meno in questi mesi-sottolinea. E come ha detto anche in un’altra occasione: “Dobbiamo portare avanti la nostra professione con capacità, talento, generosità, qualità necessarie per farci amare dal pubblico: solo il pubblico ci può salvare”.
“Come Teatro Vittoria- insiste Toniolo- stiamo studiando alcuni piani per dare il via nel modo migliore alla nuova stagione a seconda delle regole che dovremo seguire , i posti occupabili in sala ,il rispetto del distanziamento sociale. Siamo pronti quindi a realizzare un buon cartellone di spettacoli e a lanciare qualcosa di nuovo per ripartire tutti insieme con il pubblico”.
Energia, creatività ,confronto con lo staff per scardinare queste sbarre che chiudono oggi un teatro importante e con tanta storia alle spalle, un volta varietà, poi cinema e poi teatro dal 1986 e che ha avuto un grande sviluppo con la Cooperativa Attori&Tecnici , fondata nel 1977 guidata da Viviana Toniolo e Attilio Corsini, anche compagno di vita, scomparso nel 2008. Un teatro che ha dato anche linfa nuova a questo quartiere. “Quando abbiamo iniziato- ricorda Viviana Toniolo- non eravamo contenti dello status del teatro italiano - incredibile a dirsi- volevamo fare da soli e portare un vento nuovo , innovare i repertori, introdurre nuove idee affiancando ai classici nuovi autori e proponendo esperienze diverse . E molto abbiamo fatto in questo senso mettendo in scena opere interessanti , sempre corredate da musica dal vivo e canto, con la partecipazione attiva e consapevole di tutta la compagnia. Tra queste il grande successo di “Rumori fuori scena”, debutto nel 1982, “I due sergenti”, “Il gatto con gli stivali”, “La pulzella d’Orléans” ,il Galateo, puntando sempre alla originalità. Abbiamo avuto anche molto successo nei nostri tour all’estero, dall’Europa dell’est all’America Latina fino a New York. Dopo la morte di Attilio , e tanti cambiamenti nel mondo dello spettacolo, il Vittoria si è indirizzato su una strada diversa che vuole offrire al pubblico degli abbonati più generi : prosa, musica, danza, magia, incontri con giornalisti e intellettuali. Di tutto di più ma sempre di livello”.
Con l’augurio che il futuro che ci aspetta non faccia rimpiangere il passato.
Ester Ippolito
foto Vivana Toniolo di Ballareviaggiando.it (Elio Ippolito)