Battisti, fra silenzi e parole. Il libro di Renato Marengo sulla "vera storia dell'intervista esclusiva"

di Ester Ippolito

BattistiRenato Marengo, produttore discografico, critico musicale e  giornalista,  appassionato della musica contemporanea e rock e scopritore di nuovi talenti, dopo 35 anni dalla pubblicazione su Ciao 2001, rivista musicale cult degli anni   70 della “prima vera intervista esclusiva a Lucio Battisti(1974), che di giornalisti non ne voleva sapere,  ha realizzato un libro per raccontare la genesi di questo “colpaccio”,  uno scoop  davvero senza precedenti nato dal caso,  rinfrescando i tanti  ricordi  di quei 4/5 giorni magici in cui al Mulino, studio di registrazione   in Brianza  della etichetta Numero 1   di Battisti e Mogol, avvenne l'incontro   tra  Renato, assai poco estimatore della musica leggera di Lucio, e il divo di quegli anni.

Un feeling  immediato che portò i due personaggi a raccontarsi  senza che Lucio Battisti  sapesse o sospettasse  che Renato Marengo fosse un giornalista e che in seguito a una precisa autorizzazione   del cantantela chiacchierata di trasformò  in una intervista  che  parlasse  assolutamente solo di musica.  Lucio, infatti, disse di sì...

Il racconto di brevi e intensi momenti...

Perchè  riproporre  oggi questo momento  lo spiega lo stesso autore, che ha presentato la pubblicazione (Coniglio Editore)  ai primi di gennaio presso la libreria romana  l'Argonauta, insieme ad amici come  Dario Salvatori, memoria storica della musica italiana,  Claudio  Bonivento e Stefano Troia, con la  breve partecipazione  sonora di Toni Esposito, che faceva parte   della compagnia  al Mulino dove tutto avvenne...  “Questo libro- scrive Marengo- è nato da una richiesta, un invito a raccontare brevi ma intensi  momenti inediti della mia vita privata,vissuti insieme a un personaggio così pubblico da giustificare  di essere raccontati ...in pubblico....ma si tratta anche di una esigenza  dettata dalla voglia di intervenire  e far chiarezza su speculazioni  fatte  negli anni da ogni parte, su chi fosse e di che colore  e di che pelle  fosse realmente Battisti  e perchè quei giorni mi hanno comunque lasciato  un segno  e perchè Lucio mi aveva raccontato la sua musica, nonostante avesse sempre sostenuto che la musica non si racconta ma si ascolta”.
Nel libro Marengo racconta, intervallato dagli interventi  di chi in quei giorni stava al Mulino (Claudio Pascoli, Alberto Radius, Toni Esposito, Claudio Bonivento, Dario Salvatori, Cesare Montalbetti) la casualità dell'incontro (Marengo doveva registrare un disco di Toni Esposito e Battisti non lasciava mai libera la sala per riascoltare la sua ultima opera Anima Latina!),  l'inizio di un dialogo musicale, lo stupore del giornalista produttore, appassionato di ben altri generi musicali,  di trovare  nelle note di Anima Latina qualcosa di veramente nuovo  e di progressive,  la sorpresa nello scoprire   nel  “ divo”   un uomo  che nel suo ultimo viaggio in America Latina, ispiratore della nuova musica,  aveva scoperto  la gente,  l'avvio di un'amicizia “nata in fretta e quasi  per caso “ e che ha fruttato  una storica intervista impossibile.

Anima Latina, la rivelazione di un uomo e di un musicista

Marengo e Toni EspositoScrive Marengo raccontando le sensazioni suscitate  dall'ascolto di Anima Latina  di Battisti, definita poi da più critici molto importante e rivelatrice di un nuova anima di musicista : “Non era il solito motivetto piacevole  ma musica originale  … una ritmica moderna, quasi un jazz rock. Insomma stavo ascoltando  una vera e propria fusion  ...possibile, Lucio Battisti   prog-rock?” E  ancora : “Penso sia stato  proprio il suo viaggio  in Sudamerica ad aver influito  sul suo cambiamento. Lucio a questo proposito mi disse: “Il lungo periodo trascorso tra Brasile e Argentina  mi aveva realmente cambiato la vita , e al ritorno in Italia non sopportavo più  il modo di intendere la musica  e il ruolo del musicista nella nostra società”.
E se  emerge un Lucio Battisti meno monocorde, meno divo,  e aperto   a esperienze musicali nuove, il libro fa luce  anche   su tutto il periodo  musicale degli anni 70, la vivacità del Mulino tra prove, bevute e pasti succulenti,  l'industria discografica alla ricerca del business, la separazione tra le canzonette di Sanremo e la musica impegnata, i cantautori, le sperimentazioni musicali legate a una ben determinata area politica.

“Lucio, ma è vero che sei fascista ?”

Marengo, Salvatori e TroiaInfine  Marengo, legato alla sinistra al 100% , fedele al patto di  non rivelare cose private del cantante di Poggio Bustone,  affonda  però il fendente sul sentire politico di Battisti  e chiede:  “Lucio, ma è vero che sei fascista ?”Ma di che  parli -  risponde Lucio - Guarda che io non mi sono  mai interessato di politica, è fuori dal mio mondo”.
Una risposta “sincera”, secondo Marengo.  Che  commenta: “Ero   contento che smentisse di essere fascista. Questo mi confortava,  mi consentiva di parlare con lui   senza dovermi rimproverare, senza disagio”.
La pubblicazione  è introdotta da un saggio del musicologo Gianfraco Salvatore, uno dei massimi studiosi di Lucio Battisti.


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