Teatro e musica, musica e teatro: è questa la linea artistica dei Pandemonium, gruppo che origina dall’ex Laboratorio fondato nel 1976, per la ricerca di una integrazione tra cantanti e attori e per uno scambio artistico reciproco. Ricordi, e progetti attuali e futuri : ce ne parla Mariano Perrella
di Elio Ippolito
Una storia ricca di idee e fermenti quella dei Pandemonium, gruppo artistico che origina dall’ex Laboratorio fondato nel 1976, che si è nutrito della collaborazione di grandi artisti (da Proietti a Gabriella Ferri, da Renato Rascel a Pippo Franco...), senza trascurare la produzione in campo musicale partecipando con grande popolarità anche al Festival di Sanremo del 1979 ("Tu fai schifo sempre" ).
“Siamo rimasti senz’altro fedeli alla tradizione artistica del connubio teatro e musica -afferma Mariano Perrella, uno dei cinque attuali componenti dei Pandemonium (Annarita Pirastu, Gianni Mauro, Mariano Perrella, Gianna Carlotta, Patrizia Tapparelli), che ci racconta un po' del presente e del futuro, e un po' di sè.
Lavorare in gruppo può non essere sempre facile. I tuoi colleghi sono sempre d’accordo con le tue idee ?
Sono il direttore artistico e commerciale, ma discutiamo su tutto e alla fine ci troviamo d’accordo perché la linea artistica è sempre la stessa ed è quella di tutti noi.
Sempre vivo, nelle loro perfomance attuali, il Dna del gruppo. Ultimo in ordine di tempo lo spettacolo “ Metti un a sera a cena con i Pandemonium...un omaggio a Gabriella Ferri”( Teatro dell'Angelo a Roma ,6-9 aprile), in occasione del settimo anniversario della morte della grande artista romana (aprile 2004), e che si è richiamato a quello andato in onda nel 1977 su Rai 2, con il titolo “Gabriella Ferri con I Pandemonium”.
Riguardo allo spettacolo in omaggio alla Ferri, siete stati soddisfatti dei consensi ricevuti ?
Non del tutto soddisfatti in quanto il nostro messaggio è arrivato solo parzialmente al pubblico, l’idea era di riproporre la serata che avevamo fatto con Gabriella. Alcuni aspetti non sono venuti fuori anche per nostra colpa in quanto un evento nato come trasmissione televisiva è una cosa e riproporlo poi in teatro è un’altra: non è emersa pienamente la vera anima dello spettacolo e la mancanza di un’orchestra si è sentita. Nel corso dell’estate inseriremo i correttivi necessari .
L'estate è dietro l'angolo: quali sono i vostri progetti e appuntamenti estivi?
Proseguiremo con lo spettacolo dedicato alla Ferri a Fiuggi dove abbiamo in programma 4 o 5 serate tra luglio e fine settembre con intervalli di circa 2 settimane in accordo al cambio della clientela che avviene ogni 15 giorni. Poi saremo presenti anche al Festival di Cassino ad agosto dove ci esibiremo nell’anfiteatro romano. La prossima estate ci vedrà impegnati anche con un altro spettacolo sull’Unità di Italia “Sorrisi e canzoni”, un insieme di musiche e fatti che vanno dall’inizio 900 fino ad oggi , affrontando i cambiamenti di costume. La regia è di Pippo Franco e gireremo l’Italia accompagnati da un’orchestrina. Questo spettacolo è ripreso da “Siamo i fratelli e le sorelle d’Italia”, che ebbe un buon successo circa venti anni fa in cartellone al teatro delle Muse di Roma.
Avete nuovi progetti musicali in corso?
E’ nostra intenzione primaria fare parodie, sul modello di “Notre Dame”: andammo in scena appena qualche mese dopo il grande successo ottenuto dal musical di Cocciante, riscontrammo grande soddisfazione di pubblico specie nei teatri. Ricordo con molto piacere gli spettacoli a Paestum e a Catanzaro, come a Roma e nelle province siciliane. Il titolo di quella divertente parodia era “ Il gobbo delle nostre dame” (testi di Perrella, Mauro, Di Stasio, Meloni) e la storia era ovviamente diversa da “Notre Dame”. L’unico legame - oltre alle musiche di Cocciante - era solo il prete ed Esmeralda che era diventata un semplice “smeraldo” conteso dai vari personaggi… In più era stata aggiunta qualche canzone napoletana.
Nella vostra storia avete collaborato con grandi nomi. C'è qualche ricordo particolare ?
Abbiamo un bel ricordo di tutti (anche di Renato Rascel che era considerato un “cattivello”). In particolare sono legato alla figura di Gino Bramieri che, nelle cene del dopo spettacolo, rideva a crepapelle per le barzellette che si faceva raccontare da un certo Nando (il romano Arnaldo Capocchia), che collaborava agli spettacoli. Anche con Gigi Proietti abbiamo un forte legame : risale alla messa in scena del “Gaetanaccio” al Brancaccio di Roma , nel 1978, ove avvenne il nostro debutto teatrale, appena finito Il Laboratorio.
Capita a tutti i personaggi di attraversare momenti di stallo. A voi è mai successo?
Lo stallo vero e proprio non c’è stato, esiste però il rimpianto di aver fatto delle cose con grande passione che non hanno riscontrato grande successo. E anche, la delusione per le troppe aspettative coltivate dopo qualche importante tappa artistica che non ha prodotto i risultati sperati.
Il “taglio dei fondi” alla cultura così come come al cinema danneggia anche la vostra attività?
Direi di sì perché per alcuni anni (dal 2002 al 2005) siamo stati finanziati dal Ministero e da IMAIE (ormai sciolta da tempo) che tutelava i diritti (una specie di SIAE) dell’interprete. Quindi abbiamo avuto una brutta botta e gli spettacoli ne risentono parecchio.
Qual è il tuo giudizio personale del mondo musicale e dello spettacolo di oggi?
Il presupposto di oggi è avere subito successo e non come ai tempi nostri quando il primo obiettivo era imparare il mestiere e poi diventare bravi…il successo era già diventare bravi. Oggi i parametri sono diversi ma non riesco a dare giudizi. Non so se sia utile al giovane partire con una grande notorietà piuttosto che con una bravura consolidata nel tempo e la necessaria “gavetta”.
Cosa ti ha fatto capire che il palcoscenico e la musica sarebbero stati la tua vita?
Avevo 8 anni ed il mio maestro di chitarra ( che a Napoli è il classico Posteggiatore, quello che canta nei ristoranti) mi portò con lui una sera a suonare allo “Sbrescia”….compresi – tornando a casa - che la musica sarebbe stata la mia strada .