Un incontro musicale con Hèctor Ulises Passarella, uno dei più grandi bandoneisti e interessanti compositori di tango moderno, a Roma, Più Libri Più Liberi, a cura dell’Istituto Latino Americano. Il vero volto del bandoneon, la valorizzazione del genere musicale rio platense
di Ilaria Mandoli
“Sono un guerriero del bandoneon”. Ha esordito così Hèctor Ulises Passarella, uno dei più grandi bandoneisti e interessanti compositori di tango moderno di origine uruguayana, prima di affascinare il suo pubblico con il suo concerto per soli bandoneon, l’ “organetto” inventato in Germania e portato nel Rio della Plata da qualche immigrato e che ha legato la sua sorte a quella del tango diventandone “la voce”. E che Passarella addita come uno strumento
di elevato rango e di grande espressività. “Il vero bandoneon non è quello della milonga ma è uno strumento che merita attenzione e rispetto, che va studiato seriamente e che è degno di interpretare la musica classica più alta”. Tutto è avvenuto ai primi di dicembre, nel corso di Più Libri Più Liberi, fiera romana della media e piccola editoria, nell’ambito della quale l’Istituto Latino Americano (America Latina Tierra de Libros) ha rivestito un ruolo importante con la presentazione di libri e organizzazione di incontri ad alto livello sul dialogo culturale con una forte attenzione anche al linguaggio musicale latinoamericano includendo naturalmente anche il tango. Un focus che ha visto anche la presenza di personaggi illustri tra i quali Meri Lao, scrittrice, appassionata e studiosa di tango, e autrice, tra le altre opere, di Todo Tango.
La forza del bandoneon e la cultura rio platense
Il maestro Passarella, che porta nella sua produzione e interpretazione la sua lunga esperienza di tango e formazione classica, ha suonato brani di sua composizione, altri del padre, e numerosi classici, da Gardel a Piazzolla, lasciando ampio spazio alla esibizione dei suoi allievi (Centro del Bandoneon) e del figlio Roberto Passarella, compositore e direttore d’orchestra. Nel corso del concerto Passarella ha dimostrato l' espressività del bandoneon puntando alla sua valorizzazione massima. Una mission importante per il maestro, che si è esplicata nella scrittura del libro “Il bandoneon: conoscerlo e suonarlo”, e nella realizzazione, proprio a Roma, nel 2009, in collaborazione con l’Istituto Latino Americano e l’ambasciata dell‘ Uruguay, del Centro del Bandoneon, di cui è anche direttore e maestro. Obiettivo del Centro dare a questo prezioso strumento dalle grandi potenzialità la più ampia diffusione possibile, e promuovere la musica in tutte le sue forme con particolare riguardo alla musica e cultura rio platense. Cultura Rio Platense, una sottolineatura importante che vuole ricordare come il tango sia nato a fine ‘800 intorno al fiume Rio della Plata, sul quale si affacciano Buenos Aires e Montevideo, Uruguay, città molto vicine per storia e cultura. “Sarebbe infatti più corretto cominciare a parlare di genere rio platense e non solo di tango argentino", ha precisato il maestro. Tra una precisazione e una nota colta, un fiume di musica che non ha nazionalità, ma crea solo splendide emozioni.
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