Viaggiare è una necessità comune a tutti gli esseri umani, è la ricerca di un orizzonte, un “altrove” possibile. Oggi, dopo lunghi mesi di isolamento e di privazione degli spostamenti, il viaggio assume un significato ancor più necessario. Non si tratta di abbandonare il mondo nel quale ci siamo sentiti imprigionati ma semplicemente di andare “al di là” della propria circoscritta umanità che la pandemia ha reso più stringente. Isolati, abbiamo avvertito più forte la necessità dell’incontro con l’altro, di conoscere nuovi orizzonti. Da qui l’idea per l'edizione 2021 di Oriente Occidente, Festival di danza contemporanea, 3 -12 settembre, direttore atistico Lanfranco Cis, di un programma contaminato da artisti che, nomadi per natura, rifiutano di radicarsi in un’identità fissa.
Il corpo del Festival è composto da 51 eventi, di danza, di cui 37 spettacoli e 14 conferenze a cui si aggiungono tre mostre : una programmazione per rimetterci in viaggio, come comunità. “Investire nella cultura è fondamentale in questo momento” - le parole di Francesco Valduga, Sindaco di Rovereto, nel corso della conferenza stampa di presentazione prima dell'estate. - “Il Covid ci ha permesso di riflettere su come migliorare la comunità: abbiamo bisogno della cultura, abbiamo bisogno di occasioni di incontro e confronto. Il Festival Oriente Occidente è paradigmatico in questo senso, ci dimostra la capacità di rapporto dentro la nostra terra, nella nostra nazione, ma anche al di là dei confini, così come ci porta a ridefinire occasioni di incontro anche tra i piccoli spazi, tra chi vive nella quotidianità questa stessa comunità. E poi Oriente Occidente ci mostra cosa può nascere dall’incontro tra tutta una serie di realtà pubbliche e private e ci parla del grado di collaborazione che esiste in questa comunità, che sa lavorare unita per il bene della collettività. Il ringraziamento va a tutti coloro che, con impegno e dedizione, si sono adoperati affinché anche quest’anno si potesse realizzare questa straordinaria kermesse, certi che si rinnoverà il successo di un evento unico nel panorama trentino”.
GLI SPETTACOLI INTERNAZIONALI
Il movimento contagioso di una comunità potente mossa da istinti viscerali è protagonista dello spettacolo inaugurale di Oriente Occidente Dance Festival 2021: Political Mother Unplagged firmato dall’israeliano Hofesh Shechter per la sua Shechter II, per la prima volta al Festival di Rovereto. Un viaggio nella ribellione tellurica di un gruppo di giovani tra immagini digitali e musica ad alti decibel caratterizza questo debutto nazionale del grande coreografo (venerdì 3 e sabato 4 settembre, ore 20.30, Teatro Zandonai). Da sempre sul filo della denuncia, spesso definita “la pasionaria della danza” e alla ricerca di una verità relazionale e sociale, Maguy Marin è di ritorno a Oriente Occidente con il suo seminale Umwelt, un tourbillon di apparizioni e sparizioni sulla disfatta del mondo travolto dal consumismo e dalla rincorsa estenuante di un qualcosa non ben identificato (sabato 11 settembre, ore 20.30, Teatro Zandonai). Al limite del surreale è invece la nomade poetica di Peeping Tom. Nel dittico The missing door e The lost room, in prima nazionale a Rovereto, in una freudiana casa della mente, anime stravaganti perse nel tempo e nello spazio si ritrovano nella condizione spasmodica di ricerca dell’altro (lunedì 6 e martedì 7 settembre, ore 20.30, Teatro Zandonai).
Globale, peregrina, per radici e culture, la coppia d’arte e vita Wang-Ramirez. Lei tedesca-coreana, lui franco-spagnolo con il nuovissimo YouMe. You are you and me I’m me allargano ulteriormente gli orizzonti geografici portando sul palco una danzatrice greca di hip hop, una “bailaora” di flamenco e una violoncellista francese per costruire un dialogo, un faccia a faccia di movimento e musica, di storie e vissuti (mercoledì 8 settembre, ore 20.30, Auditorium Melotti). Mira ad abbattere le barriere e l’isolamento il percorso quadriennale Europe Beyond Access, progetto europeo di cui Oriente Occidente è partner e promotore, che vede la presentazione di quattro duetti nati in questi anni: Feeling Good di Diego Tortelli, Cornered della giovane coreografa Faizah Grootens, Re-call di Venetsiana Kalampaliki e Fine lines di Roser López Espinosa (domenica 12 settembre, ore 20.30, Auditorium Melotti). Coprodotta da Oriente Occidente grazie al progetto Europe Beyond Access, anche la performance firmata Chiara Bersani, già Premio Ubu under 35 nel 2018, realizzata per la compagnia svedese Spinn, in cui si rimugina sul tema dell’attesa, dando voce a chi si sente smarrito, a chi non sa agire (domenica 5 settembre, ore 20.30, Auditorium Melotti). Vivono nell’attesa che scorra anche il quinto inverno, i protagonisti di The Fifth Winter Pep Ramis e Maria Muñoz, ovvero Mal Pelo, di ritorno al Festival dopo il successo dello scorso anno. La loro peregrinazione mentale incontra poi quella musicale dei preludi e fughe del Clavicembalo bel temperato in Bach, assolo interpretato da Federica Porello, nel quale prendono corpo fino all’esaurimento fisico le estenuanti variazioni del compositore tedesco e le voci del contrappunto (giovedì 9 settembre, ore 20.30, Teatro Zandonai).
LA DANZA ITALIANA
Oriente Occidente è un Festival internazionale ma offre uno sguardo importante anche sul panorama italiano. Torna anche quest’anno Michela Lucenti con il suo Balletto Civile e un progetto con al centro i madrigali, componimenti popolari nati nel 14° secolo, in una riflessione sulla contemporaneità del Barocco. Il progetto si articola in diverse proposte: tra queste uno spettacolo, Figli di un Dio ubriaco. Incursioni fisiche sui madrigali di Claudio Monteverdi in cui 12 interpreti in scena, tra cui una bambina e il padre settantaseienne di Lucenti, attori, performer e danzatori faranno esplodere sulla scena uno spaccato di umanità durante più di un’ora di spettacolo nel quale entrano in gioco, per similitudine con la vita del compositore, riflessioni sull’oggi e sull’identità data all’uomo dal lavoro (venerdì 10 settembre, Auditorium Melotti, ore 20.30). Nel solco del viaggio inteso come incontro, si trova Choròs. Il luogo dove si danza, una cerimonia dal sapore antico, nella quale il percorso del singolo tocca la collettività. Si tratta di un progetto originale di Alessio Maria Romano (Leone d’Argento alla Biennale Teatro di Venezia nel 2020) per la Campana dei Caduti di Rovereto alle prime luci dell’alba: un contatto con l’altro profondo e rispettoso intorno al monumento che celebra la pace (sabato 4 e domenica 5 settembre, Campana dei Caduti, ore 6). È invece un viaggio di esilio, della condizione morale di chi si sente estraneo al mondo in cui vive, il focus di Elegìa delle cose perdute, (martedì 7 settembre, Giardino delle Sculture, ore 19) articolato progetto di Zerogrammi nato proprio da un viaggio-residenza della compagnia in zone incontaminate della Sardegna, il cui caratteristico paesaggio diviene cornice del film correlato allo spettacolo, I Poveri, anch’esso in programma al Festival (lunedì 6 settembre, Sala conferenze del Mart, ore 18). Infine, viaggia alla scoperta dell’origine dei propri istinti a partire dall’osservazione dei corteggiamenti degli uccelli Pablo Girolami, autore emergente della scena europea che Oriente Occidente ha accolto in residenza per la nuova creazione Manbuhsona da lui realizzata per cinque interpreti di IVONA, compagnia con base in Italia, creata da lui e dal roveretano Giacomo Todeschi che raccoglie influenze, collaborazioni e interpreti da tutta Europa (sabato 11 settembre, Teatro alla Cartiera, ore 22). Estratto del lavoro – sotto il titolo Migrazioni - verrà inoltre presentato il giorno prima all’aperto (venerdì 10 settembre, Largo Foibe, ore 18).
LA DANZA INVADE LA CITTÀ
Da alcuni anni Oriente Occidente Dance Festival porta la danza nelle periferie della città, per le strade, nelle piazze e nei parchi, uscendo dal tradizionale spazio teatrale per portare lo spettacolo dal vivo anche fisicamente più vicino al pubblico. Per l’edizione 2021, Oriente Occidente Dance Festival sceglie di attraversare l’intera città da nord a sud, senza dimenticare il centro, che sarà attraversato dalla Juliette on the road firmata da Loredana Parrella per CIE Twain, con cui il pubblico si sposterà tra i vicoli della città inseguendo non più un qualsiasi Romeo ma il significato d’amore (sabato 11 settembre, partenza da Chiesa S. Osvaldo, ore 11 e ore 17). Il Festival arriva quest’anno anche nelle periferie ai due estremi della città, nei parchi che rappresentano punti di riferimento per le comunità dei quartieri. Apre il Festival la performance di À Fleur d’Airs, compagnia francese di danza aerea che proporrà performance composta da due diversi pezzi, sulla bellezza della libertà di volare e sul punto di incontro tra terra e cielo (venerdì 3 settembre, ore 18, Parco Colorio, Brione e sabato 4 settembre, ore 18 Parco Ferrari, Lizzanella). E proprio al cielo invita a guardare Chouf le ciel! di CIE Colokolo, collettivo di circo contemporaneo marocchino che mescola acrobazia, giocoleria e hip hop su musiche tradizionali (lunedì 6 settembre, Piazzale Caduti sul Lavoro, ore 17 e ore 19).
GLI ARTISTI ASSOCIATI
In un’ottica di rafforzamento del sistema nazionale della danza e dello sviluppo della giovane danza italiana, Oriente Occidente Dance Festival supporta alcuni artisti, associandoli. Gli artisti associati sono scelti dalla direzione artistica, hanno a disposizione periodi di residenza artistica nello Studio danza di Corso Rosmini e il loro lavoro viene coprodotto da Oriente Occidente. Gli artisti associati ottengono così una stabilità creativa, hanno supporto di creazione, di produzione, di distribuzione e diventano protagonisti di un Festival di richiamo internazionale a fianco dei grandi artisti della scena mondiale, con le stesse opportunità di visibilità e di resa scenica. Già artista associato dallo scorso anno, Daniele Ninarello torna con un lavoro che aveva avuto la sua prima residenza artistica tra le sale del Mart, nel settembre del 2020. Il lavoro di Ninarello è uno dei diversi progetti che il Festival ha realizzato e continua a realizzare con il Museo di arte contemporanea di Trento e Rovereto, in una collaborazione che fa di Rovereto un centro della cultura. NOBODY NOBODY NOBODY. It’s ok not to be ok, va in scena in una versione durational performance site specific per il museo (domenica 5 settembre, Mart, dalle ore 10 alle ore 12) ma anche in assolo da one-man-show in cui il corpo di Ninarello protesta, dando voce e forma al processo di autocoscienza che le costrizioni fisiche della pandemia hanno prepotentemente fatto riaffiorare (domenica 5 settembre, Mart, ore 18). Un “urlo”, questa volta di una generazione negata, emerge dalla rilettura della stravinskiana Sagra della primavera di Carlo Massari nuovo artista associato per i due anni che inizia il suo progetto a Rovereto proprio con il debutto di Right, creazione al femminile per la fiorentina Compagnia Opus Ballet (mercoledì 8 settembre, Teatro alla Cartiera, ore 22).
https://www.orienteoccidente.it/it/dance-festival/programma-2021/