Musica popolare tradizionale europea e musica colta e classica: gli intrecci musicali e umani tra musica rom e musicalità ebraiche. " La musica senza confini" di Moni Ovadia. Lo spettacolo Noi/Altri ha chiuso la stagione dei Concerti dell’Aula Magna dell’Università La Sapienza con la partecipazione della Moni Ovadia Orchestra e l’Ensemble Nuovo Contrappunto, direttore Mario Ancilotti
di Estrella
“ Zingari, rom, magiari, provenienti dall’Asia e poi ebrei, dal medio oriente, portatori di tradizioni lontane e affascinanti, di scale musicali esotiche e misteriose, di danzedai ritmi compositi e “dispari”, di canti di lamento e di esilio, di lontananza e di precarietà, hanno in maniera forte e vivificante influenzato tutte le culture dei paesi che attraversarono, a loro volte rimanendone affascinati” (Marco Ancilotti).
“ La musica non ha confini”. Questo il messaggio di Moni Ovadia , artista multiforme, cantante, narratore, attore, musicista di origine ebraica che attraverso la sua arte persegue un forte impegno contro il razzismo, per l’integrazione degli esuli e per il rispetto della dignità umana. Nel recital “ Noi /Altri”, che ha chiuso la stagione dei Concerti dell’Aula Magna dell’Università La Sapienza a giugno, Ovadia, con la sua voce di narratore e cantante, ha illustrato un viaggio musicale e umano, dimostrando, con la partecipazione della Moni Ovadia Orchestra e l’Ensemble Nuovo Contrappunto, direttore Mario Ancilotti, e la voce di Silvia Tacchini, gli incroci e gli intrecci, le ispirazioni e richiami tra la musica classica e colta e la musica popolare e tradizionale dell’est: canti romeni e rom, preghiere ebraiche, danze ungheresi di Brahms, danze rumene di Bartok, illustre rappresentante della ricerca musicale popolare. Una rappresentazione della grande varietà dei ritmi della musica europea, profondamente influenzata dalla musica gitana e dalla musicalità ebrea. Moni Ovadia ha intervallato i momenti di ottima musica, con momenti di grande coinvolgimento, con racconti e spiegazioni del valore di questi intrecci umani e musicali, anche richiamandosi a temi di attualità, sottolineando il pregio della condivisione artistica, dell’eredità, scambio e rielaborazione, senza barriere, senza pregiudizi e razzismi di ogni sorta.
“Il nostro intento- ancora Ancillotti- è quello di evidenziare la forza di questi legami…è così che si avvicinano le culture, cercando di creare un ponte di amicizia..nella esperienza di coloro che si occupano di arte non c’è mai spazio e motivo di razzismo”. Il concerto/recital NoiAltri è stato anticipato da un incontro con gli studenti, introdotto e coordinato dal professor Franco Piperno.