Incontri Popolari, Tarantella , Taranta e altro per dirci arrivederci

Cala il sipario su Incontri Popolari, seconda edizione, la rassegna curata e ideata da Roberto D’Agnese che , da gennaio 2022,  ha condotto il pubblico di Quelli della Notte ( appuntamento ogni mercoledì alle 22,00 su Zoom) in un viaggio pieno di fascino nella tradizione italiana, nei suoi momenti rituali e di devozione, nella sua arte collettiva , nelle sue feste sentite e partecipate dalle varie Comunità. Nella puntata finale  focus sulla musica popolare, il  legame con la tradizione e il messaggio di questa eredità  con I Cantori di Carpino ,  con Pietro Cirillo, e il ritmo della sua Basilicata , con Elettra Caudullo  con i suoni delle Canarie. E altri ospiti  come Claudio Corvino, Luis  Di  Gennaro  e  gli ospiti  fissi Pierpaolo De Giorgi e Ugo Vuoso.

 

Questi incontri- ha commentato Roberto D’Agnese, divulgatore di tradizioni popolari e organizzatore di eventi - sono nati lo scorso anno per riempire un momento di vuoto in un momento difficile, una idea nata “ per caso”, che ha riscosso una grande risposta , segno che la tradizione popolare ha bisogno di essere condivisa , e fa bene parlarne e confrontarsi per comprenderla pienamente. Con questa ultima puntata , riannodiamo il filo con la prima edizione di Incontri Popolari (2021) , dedicata alla musica popolare , ai musicisti legati alla tradizione, ai nuovi interpreti  e ai nuovi cantautori, probabilmente la tradizione di domani” . Intermezzi musicali e racconti sono stati, infatti,  la sostanza di questo ultimo incontro , in attesa di altri appuntamenti, anche in presenza, come molti auspicano.

Un viaggio suggestivo, quello del 13 aprile,  partito dal suono della conchiglia ( Buzio) delle Canarie, tradizione millenaria raccontata da Elettra Caudullo, per arrivare alla tradizione musicale radicata dei Cantori di Carpino (Foggia) , rappresentati da Nicola Gentile e da sua moglie Rosa. E tappa in Basilicata ,Tricarico, con il maestro Pietro Cirillo , ricercatore , musicista ed educatore , che attraverso il ritmo della taranta lancia il grido della sua terra ,incrociando questa energia con la denuncia sociale. “ Roberto D’Agnese,- le parole dell'antropologo Vuoso - ci ha proposto stasera una triade interessante, tre aspetti della tradizione che non si ignorano tra loro. La tradizione mediterranea che viene dalla Spagna e che si collega ad altre antiche culture ; la musica popolare semiurbana di Carpino , con tante piccole storie in versi , studiata nel tempo da Lomax , Carpitella, Bennato e D’Angiò , e i ritmi potenti della Basilicata”.

Il suono della conchiglia

Tappa alle Canarie, nell’isoletta de La Goumera, ricca di spazi naturali, boschi e grotte, con la voce di Elettra Caudullo che qui vive: “ L’isola mantiene vive molte tradizioni legate alla cultura contadina , la civiltà dei pastori e dei pescatori, e anche antichi retaggi dei suoi primi abitanti, i Guanci."  A cominciare dal “ fischio”, che  sembra un retaggio spagnolo. “ E’ una forma antica di comunicazione, riconosciuta dall’ Unesco, che attraversa diversi chilometri e che accompagna anche lo svolgersi di feste. E poi il suono che emette la conchiglia , altra forma di comunicazione a distanza che avverte di qualcosa , dà un allarme , variando la frequenza / intensità del suo suono”.

“La conchiglia- il commento di Pierpaolo De Giorgi, filosofo delle tradizioni, che con l’antropologo Ugo Vuoso è stato ospite fisso della rassegna Incontri Popolari - ci riporta immediatamente al Mediterraneo e al mito: la conchiglia è Afrodite ,una realtà che non è solo fuori di noi, ma dentro di noi. Le tradizioni popolari sono l’animo collettivo, il nostro inconscio, ed è la collettività che le custodisce”.

E sempre dalla Spagna arriva il racconto di “sonorità ritmiche, ripetitive e incessanti come quelle della Festa della Candelaria di Chipude, dove la folla, accompagnando la statua della Madonna del 1500, procede verso la montagna cantando e ballando. E anche nella danza, tipica, passi ripetitivi - come ha detto ancora Elettra Caudullo. Il rumore, la ripetitività , la melodia ossessiva... ci riportano a tanti altri suoni che caratterizzano diversi nostri momenti tradizionali per festeggiare, per richiamare il cielo, per protestare.

 

Carpino, terra di musica e di Tarantella 

L’incontro con i rappresentanti de I Cantori di Carpino, nella provincia di Foggia,  ci ha portato verso un territorio di memorie antiche, di canti d’amore , serenate di scherno, ninne nanne, sonetti , una eredità di grande valore, resa immortale da protagonisti della musica popolare come Antonio Piccininno, Antonio Sacco e Antonio Maccarone,  testimonianza autentica della ricca tradizione musicale del Gargano con la sua tipica Tarantella.  E che resiste nel tempo e al tempo. “ Nel nostro gruppo musicale- le parole di Nicola Gentile - ci sono più generazioni , anche molti giovani, e questo è molto importante. La nostra musica vive da 300/400 anni e io fin da piccolo ho respirato questa aria. Ricordo mio nonno con la sua chitarra battente che andava di tanto in tanto a suonare per guadagnare qualcosa. E poi mio zio, Gaetano  Basanini, con il quale, insieme a tutto il gruppo   dei  cantori, sono stato al Piccolo di Milano nel 1967 (Sentite buona gente a cura di Roberto Leydi ndr). Poi ho avuto una pausa, distratto dal rock, ma ben presto ho ripreso in mano la chitarra battente, e mi sono immerso nella mia musica che ha avuto un nuovo slancio anche grazie a Eugenio Bennato. Quasi nessuno di noi capiva la musica, sapeva leggerla, ma nonostante questo abbiamo un repertorio di oltre 400 sonetti, che prendevano il nome dal luogo di origine (Montanara, Rodaniella, Viestesana...) ”.

La musica continua e anche i progetti vanno avanti. “ A giugno parteciperemo  all’evento Musica delle Aie a Faenza , la prima uscita dopo questo periodo di pandemia. La piazza ha voglia di cantare e di ballare. E stiamo lavorando a un progetto discografico con Renato Marengo (Napules's Power)”.

Pietro Cirillo e il grido lucano

Con Pietro Cirillo , lucano doc, di Tricarico , entriamo in terra lucana incontrando i suoi ritmi pieni di energia e anche tutti i suoi problemi. Nella musica di Cirillo , infatti, c’è tutta la sua terra , la taranta è quel ritmo che svela e denuncia.... E con Cirillo è arrivato il ricordo di Antonio Infantino “ un tarantolato dell’arte”. “ Mi sento davvero fortunato ad avere avuto un maestro come Infantino con il quale ho passato tanti momenti di musica e di confronto. Posso dire che nel mio cammino e nella mia musica c’è stato lui. Mi ha lasciato una fiammella da proteggere e coltivare- ha raccontato Cirillo. “ Con lui ho avuto accesso a una vera e propria scuola musicale suonando per ore cupa cupa e tamburi , ereditando questo ritmo profondo che, accanto alle mie ricerche personali sul territorio, è diventato il grido di questa terra che ha bisogno di riscatto. Ricordo che Infantino era molto legato anche  al ritmo del Carnevale di Montemarano , a questa magia, alla danza in cerchio, alle possibilità di trance , al suono dei tamburelli. La musica è anche terapia e soprattutto quella della tradizione che porta una carica elettrizzante. Mentre il cerchio della danza e la forma del tamburello ci riportano al ciclo vitale “.

Sul palco - ancora Cirillo- porto una “ rabbia culturale”, perchè la taranta non è solo la musica del Salento .La tradizione musicale di Tricarico è molto ricca e già Infantino ne conosceva i tratti distintivi. Inoltre la Basilicata è stata terra di dominazione arabe , e Tricarico ne porta tutte le tracce nella sua conformazione architettonica , abbiamo un vero e proprio quartiere arabo, e anche nella musica popolare si trovano i segni  di questo passato. Il mio ultimo lavoro musicale parte proprio da questa matrice araba che si incrocerà con canzoni di denuncia. Grazie alle mie ricerche e interviste con gli anziani ho ritrovato nuove parole , nuove forme dialettali, nuovi suoni. Parto dalla Basilicata, dai suoi suoni, dai suo problemi per aprirmi sempre al Mediterraneo. Devo anche dire che spesso mi sono sentito isolato nella mia operazione musicale che è anche denuncia , senza legami con la moda. Spesso l’osare qualcosa viene confuso con superficialità o mancanza di originalità ma noi scriviamo musica popolare legata all’oggi”.

In chiusura di trasmissione la musica e l’entusiasmo del pianista i Luis  Di Gennaro che , di fronte alla bellezza e spontaneità della musica popolare ,ha affermato di sentirsi “colpevole” di lavorare sulla musica classica e colta, sottolineando però   “ come la musica sia comunicazione anche senza spartito”. Ha ricordato anche Rocco Scotellaro, di Tricarico, e il suo impegno politico ...chiedendosi  “ perchè l’intellettuale e il musicista , che vive nell’armonia, non si impegnano di più   in politica ?“.

Cala il sipario , dunque, su questi appuntamenti 2022 ma tanti temi rimangono aperti in attesa di altri incontri e confronti : come vivono la tradizione i giovani, qual è la loro consapevolezza della identità?  La tradizione cambia ed evolve con il passare del tempo ...perchè cambia il mondo? Cosa sarebbe un uomo moderno senza una memoria storica del passato? “ Un uomo parziale- la risposta di Ugo Vuoso.

..e non può finire   qui...

Ester Ippolito 

 (Foto Luis Di Gennaro Giancarlo De Luca) 

Gli "Incontri Popolari", centrati sulle tradizioni italiane, ideati e curati da Roberto D'Agnese,  si sono svolti  da gennaio 2022 ogni mercoledì, alle 22,00 sulla piattaforma Zoom.  Evento gratuito.

Ospiti fissi  Pierpaolo De Giorgo, filosofo dell tradizioni popolari, scrittore e musicista (Tamburellisti di Torrepaduli) e Ugo Vuoso, antropologo e direttore del Centro Etnografico Campano.

 Ballareviaggiando.it è tra i partner di Incontri Popolari


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