La rassegna Incontri Popolari, il viaggio tra le tradizioni italiane tra feste, riti e momenti di devozione (ogni mercoledì su Zoom) , sta andando verso la conclusione ( 13 aprile ultima puntata) mentre Pasqua si avvicina .. .E in questo penultimo incontro del 6 aprile , ideato e curato come sempre da Roberto D’agnese , il tema del confronto è stato il periodo della Quaresima, che stiamo vivendo, e che ci sta conducendo proprio alla Pasqua. Un cammino rievocato dalla tradizione delle Bambole Quaravesima, Quarantana e Bambole Volanti , tanti i termini per indicarle, molteplici le varianti del rito che si rintracciano. Tra attesa, penitenza e rinascita ....
Si tratta di una tradizione molto diffusa (Abruzzo, Molise, Campania, Calabria , Puglia, Basilicata...).che conta numerosi studi e convegni sul tema avviati dal 2015 fino al periodo del Covid, e anche la costituzione di una Rete Nazionale Bambole di Quaresima (2018) che riunisce studiosi e ricercatori delle varie regioni coinvolte, compresi i relatori della puntata Francesco Stoppa, Angela Cicora, e Giuseppe Trinchese. Dagli Atti dei convegni nel 2017 è stato realizzato il libro " Festa delle Bambole volanti. Un antico rito che rinasce".
Per Incontri Popolari , i riflettori sono stati puntati sulla Bambola di Quaravesima, Nola (Na), su La Quarantana, Santa Croce di Magliano (Cb), e su La Festa delle Bambole Volanti, Torrevecchia Teatina (Ch). Tanti i simboli e i significati intrisi in questa tradizione delle bambole di Quaresima, qualcosa che segna il nostro tempo, quello della penitenza , dell’attesa e della rinascita, del nostro spirito, ma anche della stagione che si avvia alla primavera estate, con rimandi al sacro e al mito. In breve , alla fine del Carnevale , con l’inizio della Quaresima , in moltissimi centri dell’Abruzzo, Molise, Campania, e anche altre regioni, le donne preparano delle bambole di stracci nell’atto di filare, e sotto la gonna solitamente vengono attaccati degli oggetti che si richiamano ai cibi permessi in Quaresima, periodo di sacrificio , di magro , di astinenza dal piacere. Spesso la bambola è dotata di 7 piumette ( o altro, ma ricorrente è il numero di sette che sono le settimane della Quaresima ) , che si levano di settimana in settimana, e hanno il compito di scandire il tempo che va verso la Pasqua. In alcuni casi le bambole vengono fatte volare attaccate a una bacchetta, o vengono appese alle porte o ai balconi , rappresentando anche amuleti , un nuovo augurio , o in certi luoghi vengono bruciate o sparate . Le bambole sono per lo più scure , come in l lutto, e si dice anche che rappresentino le moglie del Carnevale morto.
“ Con Angela Cicora abbiamo intrapreso insieme questo viaggio di ricerca su questa tradizione - le parole di Francesco Stoppa, studioso di tradizioni popolari, e anche autore del libro “ Abruzzo senza tempo”- senza sapere quanto fosse realmente diffusa. Una tradizione condivisa anche dalle comunità arabesh, e diffusa in molti paesi dell’est . Il nostro obiettivo, attraverso atti pubblicati e convegni interregionali, è quello di allargare la conoscenza di questo rito. Le tradizioni sono spesso ineffabili e sono difficili da spiegare a degli osservatori esterni. Grande diffusione, quindi ma poca conoscenza probabilmente perché legata al sacrificio, alla penitenza , non si balla, e difficilmente il consumismo se ne può appropriare. Tante le varianti, anche nello stesso Abruzzo. A Chieti ,per esempio, il rito si incrocia - momento di interruzione- con la festa de La Foglia Verde, dove ogni giovane porta un ramoscello di olivo da donare a qualche ragazza. Sempre in Abruzzo, abbiamo nello stesso periodo la presenza delle tre vecchie ( Moire), impersonate da uomini, che circondando in modo bonario i passanti ai quali recitano la filastrocca “ io taglio, io filo, io ritorco”, a simboleggiare il ciclo della vita e il destino . Sempre in Abruzzo troviamo anche la pupa di biscotto che a Pasqua mostra un uovo nella pancia , e anche qui nella decorazione del biscotto ricorrono sette lingue, sette gambe ecc. La tradizione vuole che questa pupa sia spezzata dalla persona più anziana e poi distribuita agli altri".
“ Tutte queste bambole - ha fatto eco Angela Cicora , Amast (Associazione Molisana Arte ,Storia e Tradizioni) - hanno a che fare con il periodo della Quaresima , il senso della vita, morte e rinascita, e volendo andare indietro nel tempo arriviamo al mondo greco romano e al mito di Erigone ( impiccagione, sospensione nel vuoto, rito iniziatico ndr) . Nel presente, e nel rapporto con il mondo cristiano, troviamo dei legami con la Madonna Addolorata. Santa Croce di Magliano è un po’ il centro della realizzazione di queste bambole , vestite di nero, con il grembiule, il fazzoletto in testa . Oggi, questa figura , quando sopravvive, viene legata anche all’attualità , del resto, con la fine della civiltà contadina nascono altre motivazioni, ma l’importante è che rimanga viva. Ed è è importante mappare queste manifestazioni per avere un quadro della continuità del rito”.
Anche la Campania è ricca di manifestazioni del genere, come ha raccontato il ricercatore Giuseppe Trinchese , Nola. “ Questa tradizione- ha detto- cambia molto a seconda delle zone , dall’Irpinia, al Cilento al Casertano. In Irpinia si assiste a un legame con le Janare, assumendo un senso magico, a Sessa Aurunca il rito è strettamente legato al Carnevale e alla sua morte. Tante le similitudini anche in Europa, per esempio in Spagna il funerale delle Sardine. E’ un rito lontano da qualsiasi aspetto consumistico perché è simbolo di periodo di penitenza , va contro il concetto del tutto e subito. Del resto anche la pandemia ci ha insegnato ad aspettare. E’ un rito legato alla vita contadina, al ciclo delle stagioni e rappresenta un vero e proprio calendario. A Nola si esponevano le bambole il mercoledì delle Ceneri e si “ sparavano” il sabato santo , quando finiva il tempo del digiuno e della terra arida e senza frutti. Oggi le bambole vengono bruciate. Nell’area nolana si realizzava una bambola di dimensioni umane, e altre più piccole” .
“ Questa tradizione è diffusissima in tutta Europa - l’intervento di Ugo Vuoso, antropologo, direttore del Centro Etnografico Campano, che insieme al filosofo delle tradizioni popolari e musicista Pierpaolo De Giorgi, è ospite fisso della rassegna Incontri Popolari. “ Risale al medio Evo, e ha una influenza cattolica . Nella tradizione popolare il Carnevale è legato allo sfogo del corpo (parti basse), contro le regole ecclesiastiche. Ed è un rito che rappresenta una regolamentazione del nostro tempo”.-
Secondo Pierpaolo De Giorgi , le tre vecchie, le " Moire” ci riportano al Mito di Er di Platone. " Nel grande fuso vediamo il collegamento tra cielo e terra , e troviamo le Moire che avvolgono il filo del destino. Nel vari simboli ritroviamo la presenza degli dei che non ci hanno mai lasciato perché la collettività ne ha un gran bisogno, In noi rimangono gli archetipi e le tradizioni popolari soddisfano questo bisogno. La Bambola , poi , ci riporta al simbolo della dea Madre ( Gea), una madre neolitica quando non esisteva il concetto del Dio Padre , concetto che comincia a farsi strada solo dal 3500 ac”.
Ester Ippolito
Gli "Incontri Popolari", centrati sulle tradizioni italiane, si svolgono ogni mercoledì, alle 22,00 sulla piattaforma Zoom. Per partecipare basta inviare un messaggio WhatsApp al 3402829757 con scritto Incontri Popolari. Poco prima dell’inizio dell’evento verrà inviato un link per l’accesso. Evento gratuito. 13 aprile ultima puntata.
Ballareviaggiando.it è tra i partner di Incontri Popolari
(Immagini Molise)