Tradizioni, celebrazioni, riti , senso della Comunità: continua il viaggio di Incontri Popolari, la rassegna su Zoom ogni mercoledì a cura di Roberto D'Agnese, attraverso questa Italia così vitale, un po' "sospesa" in tempi di Covid, ma che si interroga e si prepara a risorgere. Come sottolinea Roberto D'Agnese ," le tradizioni sono un po' il nostro punto di riferimento, la nostra ancora". Ma è possibile " innovare " la tradizione, fare spettacolo e parlare di turismo culturale senza snaturare il tutto?
La Campania, in particolare la provincia di Avellino, è stato lo scenario della puntata del 2 febbraio scorso con Gli Squaqqualacchiun di Teora (17 gennaio) ,rito che si inserisce nella tradizione del Carnevale, e la Candelora e i riti di Montevergine, con racconti, ricordi di vissuto e tante riflessioni.
E' stato Emidio De Rogatis, studioso, a introdurci alla festa di Teora con le maschere dei Squaqqualacchiun , figure con maschere, vestite di stracci e incappucciati, portatori di campanacci e altri strumenti che fanno rumore. Girano per la città dando fastidio ai passanti e , facendo scherzi . " Si tratta di una maschera antica- racconta De Rogatis- Una volta c'erano più gruppi mascherati e c'erano Squaqqualacchiun di città e di campagna e si distinguevano dall'abbigliamento. Scendevano in città verso l'imbrunire; quelli di città andavano anche a fare visita in alcune case dove si trovavano delle ragazze , quelli di campagna visitavano i signorotti del paese chiedendo del cibo (salumi e caciocavallo). Il rito, ripreso intorno al 2013, culmina con il grande falò , vicino alla Statua di Sant'Antonio, intorno al quale saltano e girano queste maschere, anche aiutate dal vino, e poi lanciano il fantoccio / spaventapasseri nel fuoco per bruciarlo". Intorno a questo rito la città ha programmato musica e danze di piazza (tammurriata), stand enogastronomici per mettere in mostra i prodotti tipici di Torea , a cominciare dalle polpette speciali dette tomacelle.
E con un racconto molto vivo, legato agli anni '60, il musicista e studioso di musica tradizionale, Nando Citarella , ci ha fatto rivivere lo spirito del pellegrinaggio al Santuario di Montevergine , a 1270 metri, nel giorno della Candelora (2 febbraio) per celebrare una delle “sette madonne” sorelle della Campania, la Madonna nera, Mamma “Schiavona”. " Ho vissuto questo evento da piccolo, con mio padre e i miei nonni. Un viaggio che da Nocera iniziava di notte, con il camioncino tutto addobbato per la Madonna , pieno di quadri di pane dedicati alla Vergine ( mio padre faceva il fornaio). Faceva tanto freddo e ci si difendeva con coperte e vino, e cantando. All'alba si arrivava a Ospedaletto, ci si fermava e si proseguiva a piedi ed era davvero un grande spettacolo arrivare allo spiazzo del Santuario e vedere così tanta folla ... e musica e danze e tammurriate, atti di fede in onore della Madonna. Una Madonna che per tradizione protegge i femminielli, ovvero chi ha la doppia identità sessuale. Un osservatore esterno magari ammira la festa e intuisce meno il senso del rito, ma se approfondisce il tema lo comprenderà. La protezione dei femminielli ha origine antiche: si racconta (1256) che due femminielli furono fatti morire al freddo, ma la Madonna Schiavona intervenne e li fece vivere. La Grande Madre (richiamo alla Dea Cibele) accetta tutti, questo il segno" . Un rituale che trae spunto da antichi riti pagani, e da un lato segna il passaggio della stagione , dall'inverno alla primavera con le candele accese e dall'altro rinnova questo senso di accoglienza della Madonna per tutti.
" Due feste, due storie, due vissuti, e due interpretazioni, perchè spesso la memoria è imperfetta, e il tempo porta a creare una nuova tradizione- l'osservazione dell'antropologo Ugo Vuoso che, con il filosofo musicista Pierpaolo De Giorgi sono ospiti i fissi di Incontri Popolari. "Negli anni 60 ,per esempio, non c'erano i femminielli a Montevergine e il terremoto in Irpinia segna un pò il confine tra quello che c'era prima e il dopo. Alcune tradizioni hanno cambiato ,o ampliato ,il loro volto a seguito della presenza del pubblico, oggi ricercato, e incentivato grazie alle video camere e ai filmati. Questo, come già detto in altre occasioni, ha dato una spinta alla spettacolarizzazione della tradizione, spesso per opera di un regista, mentre prima era solo la Comunità che decideva. In ogni caso, anche se alcuni elementi della festa vengono reinterpretati , questi momenti sono occasioni per le varie Comunità per rimettersi in gioco".
" Sono un uomo di spettacolo, e le feste popolari sono l'ideale per contemplare, guardare e imparare (festa in greco è "teoria" -le parole di De Giorgi- La Campania ha una ricchezza incredibile su questo fronte e la Candelora è uno spettacolo nello spetacolo. E ritengo che l'aspetto spettacolare , anche se legato a una forma di innovazione, sia importante. Nel rito di Teora sono evidenti le tradizioni dionisiache, la danza intorno al fuoco, le maschere simboli dei defunti che tornano, l'altrove che si fa vivo. La Devozione che si esprime a Montevergine ci richiama chiaramente alla Grande Madre , prima del 3000 AC non esisteva alcun concetto di Padre, e i femminielli rappresentano gli opposti che si incontrano".
Tradizione, spettacolo e turismo culturale ... si possono legare questi tre elementi a favore del territorio senza sfruttare o snaturare queste risorse immateriali? " La tradizione di Montevergine è essenzialmente una esperienza di fede- le parole del sindaco di Mercogliano Vittorio D'Alessio- ma va valorizzata, con una visione antropologiaca, e insieme a molte altre tradizione di Mercogliano può contribuire a disegnare e rilanciare la nostra identità" " Il recupero di alcune tradizioni rimane il caposaldo si un'azione di rilancio turistico , mantenedo un legame con le giovani generazioni- l'intervento di Stefano Farina , ex sindaco di Torea. " E' importante valorizzare il nostro Carvevale, metterlo a sistema: d'inverno il movimento turistico subisce un rallentamento nella nostra area. e il Carnevale, anche come polo di più iniziative , potrebbe fare molto".
Principio guida di questa operazione " non spingere mai troppo il pedale e non perdere il senso della tradizione ".
Ester Ippolito
Gli "Incontri Popolari" si svolgono di mercoledì, 22,00 sulla piattaforma Zoom. Per partecipare basta inviare un messaggio WhatsApp al 3402829757 con scritto Incontri Popolari. Poco prima dell’inizio dell’evento verrà inviato un link per l’accesso. Evento gratuito. I temi della puntata del 9 febbraio sono: Riti Settennali e Gigli di Nola.
Ballareviaggiando.it è tra i partner di Incontri Popolari