Incontri Popolari”: tradizione, energia, armonia e spiritualità

Tradizione e musica popolare, la sua essenza, la sua forza che si esprime nei rituali, nel ritmo, nelle vibrazioni .Qualcosa che  coinvolge , che porta con sè, che fa rinascere. Temi profondi e interrogativi che cercano risposte al centro della conversazione del 7 aprile di “ Incontri Popolari “, la piazza virtuale del mercoledì sera a cura di Roberto D’Agnese . Ospiti della serata I Tamburellisti di Torrepaduli, capitatani dallo studioso e ricercatore Pierpaolo De Giorgi, i Folk In Progress e l’associazione culturale Rosamarina, in rappresentanza dell’Irpinia , e la studiosa Sonja Kieser.

Un momento di confronto sulla musica popolare, tanti ospiti, tanti punti di vista per portare un po’ di calore in un periodo così difficile e lavorare cil concetto di tradizione e musica popolare, una cultura di serie A, e madre di molte altre culture . Incontri e scambi fra addetti ai lavori e appassionati su Zoom che non sono registrati perchè il bello è l’essere tutti insieme qui e ora- le parole di D’Agnese.Qui e ora” con tanti racconti, riflessioni ,pensieri e interventi: gli ospiti della serata I Tamburellisti di Torrepaduli, capitatani dallo studioso e ricercatore Pierpaolo De Giorgi, i Folk in Progress e l’associazione culturale Rosamarina, in rappresentanza dell’Irpinia , e la studiosa Sonja Kieser.

Ma cosa è la tradizione ?, questo l’interrogativo che si ripropone ogni volta. “ Per me- le parole della studiosa ed etnomusicologa Sonja Kieser, che ha condotto serrate ricerche nella provincia di Lecce- è lo sguardo di oggi sul passato, una retrospettiva .La risposta la devono dare le comunità, con la propria memoria e cultura. Vivere la tradizione, anche di altri, vuole dire ascoltare, ricercare , ascoltare la visione delle persone , imparare, creare relazioni. E’ un po’ quello che accade quando si va in giro a capire lo spirito di alcune feste o rituali in una forma di turismo culturale. ”.

La tradizione è un pensiero collettivo, una energia rituale che ci riporta alla riproduzione della vita. C’è una immagine della Tammuriata, l’aggancio tramite il piede di donna e uomo, il maschile e il femminile che ricercano la ricongiunzione . aE’ vero che la trdsizione è  un pensiero retrospettivo ma non solo questo , basti pensare all’incoscio collettivo di Jung e il ritorno alla dea Madre....- l’intervento di De Giorgi. Secondo Michele Wild, TdTla tradizione salentina è molto cambiata , già De Martino ha trovato solo i resti. Sul fronte musicale noi giovani abbiamo conosciuto la tradizione ma stiamo anche assorbendo nuove culture che ci stanno arricchendo, nuove energie per raccontare cose antiche”. Risposte che fanno nascere nuove domande: “ C’è una relazione tra spiritualità e scienza, forse il rito popolare è l’anello di congiunzione?-lancia  sul tavolo Roberto D’Agnese.

Alla ricerca dell’armonia...

Grande il contributo alla musica popolare salentina del gruppo dei Tamburellisti di Torrepaduli , nato nel 1991 dall’incontro tra Pierpaolo De Giorgi e Amedeo De Rosa , frutto anche dell’energia che scaturiva dalla Festa di San Rocco di Torrepaduli del 15 agosto con tutti i suoi simboli. Il gruppo  all'inizio si è  organizzato reclutando in modo spontaneo e appassionato tamburellisti, musicisti e danzatori, ma in poco tempo   è diventato protagonista della riaffermazione della dimenticata pizzica pizzica, che diventa , attraverso la ricerca, qualcosa che ci riporta ai valori universali del culto di Dioniso e della Madre Terra, dell’armonia e della rinascita, come ci insegna il filosofo De Giorgi, riconosciuto pubblicamente  "un suo maestro" da Maria Piscopo, musicista, danzatrice ricercatrice  in ascolto.  “ Sono andato alla festa di San Rocco come studioso e ricercatore - racconta De Giorgi - e sono rimasto colpito dall’energia che proveniva dai tamburelli suonati all’unisono dagli anziani, dal timbro delle percussioni che superavano quelle africane, e dalla danza delle spade o pizzica scherma, una danza simbolica , una sfida che aveva come obiettivo quello di sconfoggere il male , una interpretazione riportata anche da Geroge Lapassade. Le mani simboleggiavano le spade volte alla sconfitta della malattia e degli spiriti negativi. Molti i giovani che hanno imparato a suonare da Amedeo De Rosa , arricchendo poi il proprio stile e personalizzandolo: il nostro tamburello è progressivo, si basa sulla tradizione ma cammina in avanti... Grazie alla nascita dei TdT un mondo che stava scomparendo è riemerso nel suo valore , il rischio era che si spegnesse tutto ed è nata una sfida vincente contro l’establishment musicale del momento-continua- Va fatta una distinzione tra la produzione individuale e quella collettiva , ma la pizzica è un pensiero collettivo, è qualcosa di potente , di vitale che restituisce energia e vita. Ho sempre interpretato il fenomeno del Tarantismo come rinascita e riconquista dell’armonia ...E oggi è un momento favorevole per rivalutare tante tradizioni italiane , è la stessa gente che vuole portare avanti quanto c’è di più autentico, un orientamento che riflette un pensiero filosofico.”

In questo contesto significativo l’ultimo lavoro del gruppo - “La via dell’armonia: pizzica d’autore”- “un concept album, un viaggio dell'uomo nel proprio abisso alla ricerca della via dell'Armonia....” .All'interno de  I Tamburellisti di Torrepaduli –Pierpaolo De Giorgi (chitarra e voce), Donato Nuzzo (tamburello e fisarmonica), Rocco Luca (tamburello), Gioele Nuzzo (percussioni e didgeridoo), Michele Wilde (violino) più Andrea Rizzo, Arten, management - si intrecciano  più generazioni ma  “ in modo armonico", come testimoniano i membri più giovani.”Non c’è alcun gap o distanza fra noi, abbiamo tutti voce in capitolo” . A partire dal 2013 hanno inaugurato la “Crociera della Pizzica” ( MSC Crociere), idea dell’Agenzia Ruffo.

Energia ed emozione

Da questa energia di vita che sprigiona la musica popolare, “ quasi una disciplina di meditazione"- come suggerisce D'Agnese- tante altre conseguenze: la diffusione capillare di questi ritmi, la voglia di conoscere la terra di origine, forme di turismo culturale motivato accanto a forme di turismo più stracciato,  emozioni vere, tentazioni commerciali... “ Non pensavo che il tamburello potesse vibrare con me, in un con tinuo scambio di emzioni con il pubblico, un cabale di trasmissione -dice Gioele Nuzzo, Tdt.Anni addietro- racconta Rocco Luca ,TdT- la musica popolare la si scopriva solo attraverso gli anziani, oggi è in possesso dei giovani e anche dei bambini. La musica salentina ha fatto scoprire il Salento, non so se è questo è positivo o meno, ma c’è stata una svolta”.” La tradizione - aggiunge D’Agnese- può tenere insieme una comunità e impedire lo spopolamento “.

Irpinia: Folk in Progress e Rosamarina

Dall’Irpinia arriva la voce di Folk In Progress , Nusco, che nasce nel 1985 dal Dna folk di Antonio Della Vecchia in un periodo in cui “ la musica folk era poco considerata e davvero pochi i giovani che vi si accostavano. Oggi c’è un crescente interesse ed è una grande soddisfazione nei concerti cominciare a suonare un tamburello e vedere avvicinarsi tanti ragazzi. Spero che la musica popolare , un forza continua senza spazio nè tempo, -trovi delle porte per uscire anche all’esterno e non rimanere vincolata solo in certi ambiti”.

 

E sempre dall’Irpinia la tradizione “Rosamarina” , perpetuata dall’associazione omonima e raccontata dai fratelli De Cicco . Una tradizione rintracciabile fin dai primi del 900 e legata al periodo Pasquale “ come segno di buon augurio , molto sentita e partecipata dalle Comuniità della Valle del Sabato e in primis da Santo Stefano del Sole, anche se ci sono tracce di questo rituale in Alta Irpinia, Abruzzo e anche a Matera con altri nomi". Il rituale consiste in visite e serenate nelle case del paese portando un ramo di abete pettinato decorato con arance e limoni come augurio. Si pensa che nelle case si trovassero anche belle fanciulle che si affacciavano alla finestra per ascoltare la canzone della tradizione. Le delegazioni in cambio ricevono offerta di doni ,prodotti tipici, maialini, ecc che poi in piazza vengono venduti all’asta per trarre fondi per la festa del patrono, San Vito,  in una atmosfera molto vivace. In origine nelle case veniva portato un ramoscello di rosmarino per profumare l’agnello; per carenza di rosmarino , si è passati alla fronda di abete , che viene ricercato e decorato da tutta la Comunità. “ La decorazione con il limone e arancio dipende  dalla vicinanza della costa marinara e degli attivi scambi commerciali. L’Associazione , con varie attività, e anche una ricca documentazione di ricerca , cerca di mantenere viva la tradizione durante tutto l’anno .La canzone Rosamarina viene cantata e ricordata anche nelle scuole “.

e.i.

“Figliola ncoppa stà fenesta

Famme la grazia nun te ne trasine

Vuttammi nu capillo

Bella ra’ ste trezze

Oi bella ra’ ste trezze

Mannall’ a bbasciu cà vogliu saglina”

Rosamarina


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