Sei ospiti per i quali la danza popolare è vita. Diversi tra loro ma uniti dal filo di questa arte, della ricerca, della sperimentazione e della creatività: Maristella Martella, Maria Piscopo, Milena Acconcia , Simona Totaro, Giusy Meo, Rosetta Schiavone, e Andrea De Siena. Tanti i temi sviscerati nell’appuntamento " Incontri Popolari" del 3 marzo scorso, a cura di Roberto D'Agnese : dalla tradizione alla reinterpretazioine, dall’approccio dei giovani al turismo antropologico, dai rituali ai significati delle danze del mondo.
Danza popolare e tradizionale al centro dell’ultimo appuntamento web di “ Incontri Popolari”, una piazza virtuale ideata e condotta, attraverso domande puntuali e curiose, da Roberto D’Agnese, Scuola di di tarantella di Monremarano, ogni mercoledì’, per confrontarsi sulla musica popolare , sulle nuove tendenze e sulle varie interpretazioni. “ In questo periodo così difficile e particolare- le parole di D’Agnese – è importante continuare a comunicare grazie alla tecnologia , tra racconti e approfondimenti. Gli incontri , che sono visibili sulla piattaforma Zoom, non sono rivedibili propro per ricreare l’energia dell’incontro, per vivere tutti insieme questi momenti .Dopo tanta musica ecco che protagonista è la danza popolare con tante sfumature: chi danza con un certo stile, chi con devozione, chi parla alle anime, chi con un linguaggio mondiale”.
E gli ospiti del 3 marzo 2021 sono stati Maristella Martella, Maria Piscopo, Milena Acconcia , Giusy Meo,Simona Totaro , Rosetta Schiavone e Andrea De Siena . Un quadro ampio del panorama coreutico, dalle danze di devozione o rituali al teatro danza, dall’universo tradizionale del nostro sud alle danze del mondo fino alla danza popolare che affronta il palco attraverso visioni personali. E su tutto il potere di questa danza che dà energia, che consola, che cura , che unisce , che racconta .....
” La tammurriata porta con sè ancor oggi la ritualità del gesto, incarna origini arcaiche che vanno al di là della Cristianità, riportandoci al mito della Grande Madre- ha spiegato Maria Piscopo, studiosa , danzatrice e musicista, fortemente legata alla sua terra ( Pratola di Serra) , e al ritmo della Tammorra , privilegiando più lo stile comunitario che performativo. “Il tempo cammina le cose cambiano , ma nel nostro incoscio rimangono archetipi collettivi di origine Junghiana”.
Il potere della danza è così forte ...che può trasmettersi anche attraveso lo schermo in questi tempi di fermo e di pandemia. “ La danza aiuta, dà energia , può unire tante solitudini. –le parole di Maristella Martella, danzatrice, coreografa, regista , interprete di danze etniche, e che ha portato i suoi spettacoli e arte in molti paesi del mondo. “ All’inizio l’esperienza dell’on line era molto lontana da me, mi ci sono trovata “ costretta “ ... ma incredibilmente abbiamo caricato nuova energia dallo schermo. Ed è importante in questo momento riuscire a fare un lavoro energetico profondo interiore , e la danza rimane un valido strumento anche attraverso la tecnologia . E’ importante praticare la danza che manca , stare insieme a delle persone, realizzare una sorta di danza corale in ogni caso”.
Maria Piscopo, invece, non danza e non insegna a danzare online . “ Di questi tempi cerco una comunicaizione dialogica, una unione di persone per dialogare e approfondire tanti temi di questo universo popolare che va avvicinato sempre con grande delicatezza. Mi metto in gioco così nei miei appuntamenti coreologici”.
Ma cosa cela l’approccio oggi dei giovani alla danza tradizionale ? Secondo Milena Acconcia, di Salerno, studi musicali e antropologici, docente di danza, questo approccio è “ positivo e non è determinato solo dalla moda. In mancanza di poter osservare anziani e memorizzare gesti e passi, o in assenza di una famiglia legata alla tradizione, registro comunque un desiderio di aggregazione , e la riscoperta di un senso di appartenenza a un territorio o comunità in cui riconoscersi. Accanto a questo c’è poi il divertimento e il piacere di stare insieme. Perfino quella parte minore che si abbandona allo sballo può cogliere una occasione di arricchimento scoprendo le feste popolari e i ritmi trascinanti. Naturalmente , in tutto questo, si deve mantenere il rispetto della tradizione , dei codici e dei gesti, e sono fondamentali i buoni maestri”.
Il punto di forza di Andrea De Siena, San Vito dei Normanni, tra i fondatori della Scuola di Pizzica di San Vito, è la sua reinterpretazione e il suo rivivere passi e gesti con grande dinamismo. ”Ogni tanto gioco con il materiale tradizionale ,per me è uno studio colorato” ma antropologico, e ricco di variazioni, dalla piazza al teatro- ha raccontato. “ La danza deve avere sempre una visione personale, esprimere una una sensibilitò particolare , e naturalmente è necessario basarsi su dei codici, su delle regole per affrontare nel modo giusto la vastità di questo patrimonio immateriale. ”I passi e figure del tradizionale non sono tante, e da qui parte il meccanismo della rielaborazione per raccontare delle storie, guardando oltre anche al contemporaneo”.
Giusy Meo, studiosa di antropologia e titolare di più scuole di ballo, ha sottolineato , con emozione ( “è da un anno che stiamo fermi”), la differenza tra ballo, disciplina che si affronta con spirito competitivo, e danza ,più legata all’arte. "L’antropologia studia proprio il rito della danza e il suo contesto”.
Per Simona Totaro, sempre di Salerno, cantante e organizzatrice di corsi di danze internazionali, , la danza apre le porte del mondo “in un viaggio infinito. Scoprire, e comprendere , le danze dei vari paesi ci fa sentire più vicini a tutti , nelle affinità e nelle differenze. E anche nelle più piccole gestualità si impara sempre qualcosa di nuovo”.
Rosetta Schiavone , della Scuola di Tarantella di Montemarano, ha spiegato la missione della “ Scuola” che porta in giro in Italia all’estero il ritmo antico della Tarantella di Montemarano. “ Noi non siamo dei veri maestri- ha detto- ma portatori di tradizioni, il nostro compito è coinvolgere e far divertire. Trasmettendo il nostro senso di positività”.
Infine danza e turismo...la danza può aprire una nuova strada ? Secondo Milena Acconcia è possibile in un contesto antropologico andando a scoprire terre che danzano e che sviluppano ancor oggi creatività." Poi non sarebbe male ridare vita a tanti contenitori culturali (siti archeologici , musei) attraverso la danza o il teatro danza fondendo più linguaggi”.
e.i.
Gli "Incontri Popolari" si svolgono di mercoledì, 21,30 sulla piattaforma Zoom.
Per informazioni e prenotazioni WhatsApp 3402829757