La danza sta tornando pian piano sui palchi e presto – speriamo- anche nelle piazze. Si sta per uscire dal tunnel del silenzio e della immobilità. Il lockdown ha forzatamente imposto delle riflessioni sulla danza popolare e sul nostro modo di esprimersi. Un invito a tornare alle origini, alla lentezza....Ce ne parla Francesca Trenta
“Il tempo trascorso senza la possibilità di danzare e fare spettacolo ha creato distanze ma rinforzato i legami più solidi sia con le persone che con quelle comunità in cui il repertorio di tradizione orale è stato custodito in questi anni- ci racconta Francesca Trenta , danzatrice di danze popolari, coreografa, ricercatrice, “ animatrice”, nel senso più positivo della parola di tanti spettacoli firmati da Ambrogio Sparagna ( da Ballo! alla Tarantella di Carnevale ecc) dove le danze della tradizione hanno portato una sferzata di energia , di colore, riportando sul palco il senso della Comunità e della festa popolare. “ La mancanza delle feste di massa- ancora Trenta - ha fatto sì che si iniziasse a riflettere anche sul valore del piccolo, della piccola comunità che non ha bisogno della grande massa, della famiglia, del danzare per stare insieme con energia e piacere e non solo per spettacolarizzare qualcosa che nasce in contesti semplici e lontano dai palchi. Con questo mio pensiero NON voglio assolutamente demonizzare i grandi eventi nè, rinnegare ciò che anche io realizzo da tanti anni, ossia gli spettacoli e i concerti in cui la danza ha un ruolo importante e centrale sul palco, ma solo puntualizzare la necessità di una riflessione che anche in modo forzato ci è stata data”.
Il lockdown come occasione di riflessione, di pausa, un tempo morto da rendere vivo. “Siamo tornati all'origine, e dobbiamo farne tesoro-insiste Francesca Trenta . “La natura, il ciclo delle attività legate alla tradizione contadina, i riti scanditi dal calendario religioso, i canti mantenuti nei pellegrinaggi ai santuari, lo stare insieme..tutto può essere scandito con una danza o un canto o un racconto dedicato a quel momento specifico..la danza della vita..per un po' abbiamo potuto riassaporarne il bisogno..ora stiamo tornando verso un modo veloce, già troppo veloce di vivere..e quindi anche il tempo di soffermarsi sull'ascolto sta scivolando via. Cercherò di non dimenticare e di rallentare. Se potessi augurarmi qualcosa di positivo per il mio lavoro nei prossimi anni è ...la lentezza”.
Intanto, in questo mondo che si sta svegliando , fervono i preparativi per BALLO! 2020 ,imperdibile appuntamento estivo , in programma il 7 agosto nella Cavea del Parco della Musica di Roma, nell’ambito della rassegna Auditorum Reoladed. BALLO!, progetto originale di Ambrogio Sparagna ,produzione Finisterre, si propone come una festa spettacolo dedicata alla riscoperta e alla reinterpretazione delle danze popolari che va ad animare la cavea con canti, suoni e danze grazie all ’energia di Ambrogio Sparagna e dell'Orchestra Popolare Italiana, il Coro Popolare diretto da Anna Rita Colaianni, e le coreografie di Francesca Trenta.
Ogni anno BALLO! presenta novità e approfondimenti sul patrimonio di alcune regioni richiamando anche affinità e tradizioni musicali di altri paesi come la Grecia , o la musicalità gitana come lo scorso anno in Taranta Gitana con la partecipazione dei Gipsy Gold e ospiti di livello, , in una riscoperta continua del valore dei canti, suoni e danze per stare tutti insieme. “ Con Ballo!- ama ripetere in maestro Sparagna – abbiamo riportato l’attenzione l’Italia della danza popolare, delle tradizioni , l’Italia più antica. La danza, la musica, il canto ci portano a stare insieme, a fare comunità e questo ci aiuta a liberarci dalla solitudine e dalla malinconia. Abbiamo riunito musicisti che suonano diversi strumenti, alcuni anche considerati marginali, e un grande coro, nel pieno rispetto della forma di esecuzione dei canti popolari . Un sogno a colori. Se poi ci aggiungiamo la danza diventa cinemascope”.
“BALLO! 2020 sarà lo specchio di questo periodo di transizione dopo il lockdown, con distanze organizzate, coreografie ben ponderate, il Gruppo dei danzatori ridotto rispetto al passato- spiega Francesca Trenta .” Ma resterà viva comunque l'anima dello spettacolo, energica testimone del bisogno di rinascita che è in ognuno di noi e spirito vitale”.
Questa edizione è dedicata alla “Danza dei Giganti”, le figure tradizionali antropomorfe che ballano al ritmo della tarantella. In scena “Baffone” e “Orlando” e tante altre sorprese.....
BALLO! XI Edizione La Danza dei Giganti un progetto originale di Ambrogio Sparagna OPI Orchestra Popolare Italiana Auditorium Parco della Musica, Roma
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