di Livia Rocco
Il mio primo viaggio in Spagna - divenuto quasi mitico perché lontano nel tempo – si associa all’immagine della Sardana, il ballo tradizionale catalano. Avevo attraversato in auto i Pirenei e il piccolo stato di Andorra per poi visitare la parte settentrionale del Paese, fino alla Galizia. Durante una sosta a Seo de Urgel - cittadina dei Pirenei catalani vicina al confine, che vanta anche la cattedrale romanica di Santa Maria - rimasi incantata e quasi commossa vedendo un enorme cerchio di persone che ballavano tenendosi per mano. Seppi soltanto dopo che si trattava della Sardana, la danza tipica della Catalogna, proibita ai tempi di Franco: che bello ballare in piazza! Faceva un certo effetto vedere la gente comune partecipare spontaneamente a queste manifestazioni tradizionali che in Italia si erano perse già da un bel po’…
Ma la Catalogna è così: fierissima della sua identità, della sua lingua, delle sue tradizioni. Per rendersene conto basta andare la domenica mattina a Barcellona, davanti alla Cattedrale di Santa Eulalia, dove visitatori, turisti e abitanti della capitale catalana si uniscono al grande cerchio, simbolo del sole. A Barcellona si può vedere anche il Monumento alla Sardana sul Montjuic, nei giardini del Mirador de l’Alcalde. La magia della Sardana è nella sua semplicità, fatta di regole precise che uniscono chiunque vi prenda parte, grazie ad un intreccio di mani e alla formazione di cerchi umani che avvicinano persone di qualunque origine, sesso e cultura.
Secondo una leggenda, il ballo venne inventato quando la Catalogna occupò la Sardegna (da qui il nome). Non molto conosciuta fuori dalla Spagna, la Sardana venne ammirata da tutto il mondo durante la giornata inaugurale delle Olimpiadi del 1992. In occasione di alcune feste – come quelle delle cittadine costiere di El Vendrell e di Valls - gli uomini formano anche i famosi Castells, audaci piramidi umane.
Questo ballo di gruppo, comunque, ha alcune caratteristiche che lo rendono ancora più ‘socializzante’: non richiede abilità specifiche, e il cerchio può essere aperto a un numero praticamente illimitato di ballerini. La musica che accompagna la Sardana, però, viene da strumenti particolari catalani: undici musicisti suonano dieci strumenti a fiato e uno a percussione, il cosiddetto ‘tamborì’. La prossima volta che andate in Catalogna fatevi travolgere dal cerchio magico!