Al via la stagione estiva del Balletto di Roma. La Compagnia è pronta ad emozionare e coinvolgere il pubblico con due debutti straordinari, attraverso una danza fatta di bellezza, passione, tradizione e innovazione. Il primo debutto è in calendario il 21 maggio prossimo a Parma, Teatro Regio, con la prima nazionale di Otello, di Fabrizio Monteverde. il 14 giugno, al Ravenna Festival, Teatro Alighieri, il balletto La Dernière Danse ?, riallestimento del balletto di Micha van Hoecke.
OTELLO, 21 maggio, Parma- Dopo il suo debutto al festival di Civitanova danza nel 2009 e la ripresa per il Corpo di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli nel 2015 e nel 2016, Fabrizio Monteverde torna a riallestire per il Balletto di Roma “Otello” su musiche di Antonin Dvořák, una delle sue più applaudite produzioni shakespeariane che, insieme a “Giulietta e Romeo”, ne hanno decretato il successo come coreografo e regista in tutta la sua lunga carriera. Nella versione 2025, Monteverde continua a rielaborare il testo shakespeariano a partire dagli snodi psicologici che determinano la dinamica dell’ambiguo e complesso intreccio tra i protagonisti Otello, Desdemona e Cassio. In questo triangolo mai equilatero di rapporti, i tre vertici risultano costantemente intercambiabili, grazie sì agli intrighi di Iago, ma ancor più alle varie maschere del “non detto” con cui la ragione combatte – spesso a sua stessa insaputa, ancor più spesso con consapevoli menzogne – il Sentimento. L’ambientazione in un moderno porto di mare (dichiarato omaggio agli sgargianti fotogrammi fassbinderiani di Querelle de Brest) chiarisce e amplia l’intuizione di fondo: se Otello è, come è sempre stato, un “diverso”, un outsider, non tanto per il colore della pelle quanto per il suo essere “straniero” e abituato ad altre regole del gioco, è anche vero che la banchina di un porto è una sorta di “zona franca”, un limbo in cui si arriva o si attende di partire, un coacervo di diversità in cui tutte le pulsioni vengono pacificamente accettate come naturali e necessarie proprio per il semplice fatto che lì, nel continuo brulicare del ricambio umano, lo straniero, il diverso o il barbaro smettono di esistere....
Credits Coreografia e regia Fabrizio Monteverde Musiche Antonin Dvorak Scene Fabrizio Monteverde Costumi Santi Rinciari Light designer Emanuele De Maria
LA DERNIERE DANSE?, 14 giugno, Ravenna Festival- Il Balletto di Roma per la stagione 2025/26 rilegge e rimette in scena una delle opere coreografiche del grande repertorio italiano “La dernière danse?”, che negli anni 80 decretò il successo indiscusso dell’intramontabile Micha van Hoecke. Un allestimento originale che vuole rendere omaggio al grande Maestro, a quattro anni dalla sua scomparsa, riportandolo sul palcoscenico di una delle realtà culturali più prestigiose italiane che lo accolse già in una sorta di casa creativa e produttiva per gran parte della sua vita artistica e del suo Ensemble: il Ravenna Festival. In prima nazionale, dunque, Ravenna Festival ospiterà al Teatro Alighieri lo spettacolo originale del 1984 de “La dernière danse?”, ricco di brani musicali famosi che hanno lasciato emozioni indimenticabili per l’intera umanità e che dimostra l’interesse della storica compagnia romana verso l’approfondimento e la valorizzazione del repertorio della grande coreografia del Novecento. Un viaggio attraverso il labirinto dei ricordi accompagnato dalle musiche della giovinezza di questo grandissimo artista, coreografo, regista teatrale e danzatore belga, tra i protagonisti di fama mondiale del ‘teatro di danza’, sotto la guida attenta di Miki Matsuse, compagna e assistente alle coreografie del Maestro. L’opera di Micha van Hoecke rappresenta per il tempo una novità assoluta, così come il suo riallestimento rappresenta per il Balletto di Roma un’occasione per catturare e ripercorrere quegli anni, facendo rivivere l’immediato distacco – ieri come oggi – verso l’ignoto della contemporaneità.
Credits Coreografia Micha van Hoecke musiche originali dal Jukebox del tempo Allestimento originale a cura di Miki Matsuse Lighting design Emanuele De Maria