Consumi culturali dopo il Covid: serve una nuova vision. Il Forum di Confcommercio Impresa Cultura Italia

Nel Forum Confcommercio “Futuro è impresa culturale: mercato, prospettive e talenti”, svoltosi il 18 e 19 ottobre scorsi presso il Teatro dell’ Opera di Roma, più settori culturali - spettacolo, danza, teatro, cinema, libri, turismo ...- si sono messi a confronto per costruire, dopo il Covid,  nuovi scenari e sviluppare nuove sensibilità. Dalla Governance delle Imprese culturali alla formazione e al mondo del lavoro alla digitalizzazione sempre più imperante dopo la pandemia. Presentata una interessante ricerca sulla ripresa dei consumi culturali: un andamento lento sul quale pesano oggi le incertezze economiche e le influenze del conflitto russo-ucraino. “La nuova sfida è coniugare 'business' e servizio culturale", le parole di Carlo Fontana, presidente di Impresa Cultura Italia (Confcommercio). Intervenuti in un panel sui talenti artistici Roberto Bolle, Alessandra Ferri e Eleonora Abbagnato.

 

Il sistema della cultura esige una nuova visione, una rivoluzione concettuale, e una rinnovata attenzione  da parte del mondo politico che vada al di là dei sostegni, per affrontare tutti insieme, imprese culturali, talenti e pubblico, il futuro. Tanti i temi sviscerati nel corso del della 2^ edizione del Forum di Impresa Cultura Italia-Confcommercio “Futuro è impresa culturale: mercato, prospettive e talenti”, con l’apporto di interessanti nomi della cultura. “Il mondo è davvero cambiato in questi ultimi due anni - ha detto in apertura il presidente di Confcommercio  Carlo Sangalli -. Oggi serve uno spirito della cultura, che ci permetta di essere  'orientati alla cultura',  mettendola al centro, al centro delle politiche, al centro della formazione dei bambini, al centro delle possibilità dei cittadini, al centro delle prospettive dei giovani. Al centro, per quanto ci riguarda, della nostra azione associativa e di una rappresentanza moderna che si vuole e si pensa degna del passato, capace di futuro".

Tante le riflessioni e le analisi scaturite dalla necessità di “voltare pagina", come ha osservato Carlo Fontana, che dopo la pandemia ha sentito fortemente l’esigenza di porre i riflettori sul mondo culturale e sul suo asset.  “Ci dobbiamo porre il problema delle Governance, se quelle attuali siano giuste e adeguate, sui ruoli professionali , che al di là della età dei professionisti (non sono favorevole alla rottamazione) , devono però essere portatori di esperienza, competenza e passione. Dobbiamo chiederci qualcosa sul ruolo delle Università e Accademie, sui troppi Master in circolazione che sfornano disoccupati, e sul Digitale perchè la fruizione culturale è molto cambiata e in molte situazioni vince la fruizione casalinga facendo soffrire teatri e cinema”.

Francesco Giambrone, soprintendente del Teatro dell’Opera di Roma, neoeletto presidente Agis (e successore di Fontana in questo ruolo), ha sottolineato l’ importanza che il Forum si sia svolto negli spazi del Teatro dell’Opera e che vada tenuto conto che “ il teatro offre emozioni e bellezza ma è anche una impresa culturale .Qui facciamo impresa, diamo occupazione di qualità e come luogo di cultura abbiamo una responsabilità sociale. Le istituzioni devono rimettere al centro della loro attenzione le politiche culturali, va ridisegnato il modo di scoprire e far sviluppare talenti artistici e manageriali. Finora probabilmente ci sono mancate due qualità: coraggio e curiosità. E le imprese devono diventare più elastiche e più sensibili ai cambiamenti”.

Dai vari panel/tavole rotonde sono emerse istanze di rinnovamento, necessità di nuove relazioni con il pubblico -da conquistare e da riconquistare-, di nuove figure professionali legate al marketing digitale, di un uso delle nuove tecnologie sfruttandone a pieno le potenzialità. “Già da due anni avremmo  dovuto riunirci e riflettere sul mondo culturale e sulle sue nuove esigenze",  ha evidenziato Vincenzo Spera ,  presidente Assomusica.

Sono intervenuti in un panel sui talenti artistici Roberto Bolle, Alessandra Ferri e Eleonora Abbagnato. Al centro della conversazione la formazione e l’accesso al mondo del lavoro nel settore della danza e la scelta, sotto glii occhi di tutti, di molti talenti artistici di andare a operare all’estero. Secondo Roberto Bolle manca nel nostro paese una certificazione dell’insegnamento della danza, da qui la possibilità che i giovani ricevano una formazione non adeguata. Coro unanime da parte delle altre etoiles che in Italia non sia facile emergere nella  danza .

La ricerca SWG sui consumi culturali: verso un autunno difficile 

Per riflettere su dati reali è stata presentata, nel corso della prima giornata del Forum di Impresa Cultura Italia, una ricerca sui consumi culturali degli italiani dopo il Covid realizzata in collaborazione con Swg.Un lavoro durato tre anni che ha attraversato la pandemia e che ha evidenziato  tanti cambiamenti e mondi diversi e diverse percezioni - il commento di Riccardo Grossi -.  Dalla paura all’incertezza al lento recupero della cultura come socialità. “La cultura è un elemento sociale fondamentale per la vita della città, ed è anche un importante attrattore turistico".  Nonostante la ritrovata normalità e l’accelerazione di quest’estate nella fruizione di eventi e spettacoli dal vivo, i consumi culturali sono ancora lontani dai livelli pre-Covid e risalgono lentamente. L’indice realizzato da Impresa Cultura Italia-Confcommercio e SWG raggiunge nei primi 9 mesi del 2022 i 68 punti (+9 punti sul 2021 e +12 sul 2020), distante più di 30 punti dal valore di riferimento del 2019. ”L’autunno è a rischio - ancora Grossi- L’incertezza economica legata al caro energia, alla guerra in Ucraina e all’inflazione galoppante rischia di vanificare nei prossimi mesi la ripresa dei consumi culturali: in autunno la spesa media mensile per famiglia potrebbe aggirarsi attorno ai 46 euro, con una riduzione di oltre il 20% rispetto ai 58 euro di settembre. Un calo, peraltro, trasversale a tutti i beni e servizi culturali e più accentuato per concerti, cinema e teatro.”  E come dato reale, rimane l’abitudine , cresciuta in tempi di pandemia, di fruire di beni e servizi culturali in modo digitale e casalingo (piattaforme).

La nuova sfida 

La nuova sfida, dunque, è coniugare 'business' e servizio culturale”- questo il messaggio con cui Carlo Fontana ha concluso il Forum. “Il dopo-pandemia – le sue parole – ci impone un cambiamento per conciliare lo spirito imprenditoriale, che deve necessariamente produrre ricavi, e la altrettanto necessaria vocazione di servizio sociale insita nella cultura, in tutte le sue espressioni. Non è più possibile che l'Italia investa in formazione, e poi lasci che chi si è formato vada all'estero”.

Un cambiamento di rotta che oggi appare più che mai urgente, perchè dal forum è emerso che le imprese culturali, se da un lato si sono estese a nuove forme di creatività – dall'arte contemporanea ai videogiochi, al design - dall'altro hanno reagito in modi diversi alla crisi causata dalla pandemia. “In Italia esistono 180 mila imprese culturali, il numero più alto tra i Paesi europei – ha sottolineato Marco Causi, rappresentante dell'Associazione per l'economia della cultura, sintetizzando gli aspetti più significativi degli interventi al forum -. Se i consumi culturali risultano in aumento, ci sono però grandi differenze tra i vari settori; ad esempio quello dei Teatri dell' Opera è stato più colpito di altri dalla pandemia, e la sua ripresa è molto inferiore a quella registrata nel campo dei libri, un campo che invece dimostra una forte resilienza, anche se deve fare i conti con la competizione tra i diversi canali distributivi, mentre nella musica c'è complementarietà tra le differenti modalità di consumo. In generale – ha aggiunto Causi - c'è stato un calo nei musei e negli spettacoli dal vivo, ancora in difficoltà. A questo si aggiunge l'incertezza causata dall'aumento dei costi”.

Tra le esigenze espresse durante il forum, quella di un adeguamento costante del 'capitale umano' che opera nelle imprese culturali, abbandonando la logica del precariato e del volontariato. Non meno importante la necessità di rafforzare la rappresentanza unica creata da Impresa Cultura di Confcommercio, promotore di questo incontro, per attività diversissime tra loro, accomunate però dalla produzione di beni culturali e da una stretta relazione con le innovazioni, anche tecnologiche.

Ester Ippolito/ Livia Rocco

 

Impresa Cultura Italia-Confcommercio, realtà nata quattro anni fa per volontà del presidente Confcommercio Sangalli e Carlo Fontana,  è il Coordinamento delle imprese culturali e creative  promosso da Confcommercio per dare una voce unitaria al settore e rafforzarne l’interlocuzione con la politica e le istituzioni. Al centro dell’azione di Impresa Cultura Italia-Confcommercio c’è la convinzione che la cultura, segno di identità nazionale, sia un fattore fondamentale per la crescita economica e sociale del Paese e dei territori. E’ a oggi espressione di tredici Federazioni e Associazioni nazionali del sistema Confcommercio che operano, anche in via non esclusiva, nei settori della cultura, dello spettacolo, dell’intrattenimento e della creatività. Presidente è Carlo Fontana.

I partecipanti di martedì 18 ottobre (10.00-17.30) : Pier Andrea Chevallard ( Commissario Confcommercio Roma), Francesco Giambrone ( Sovrintendente Teatro dell’Opera di Roma), Riccardo Grassi (Head of Research SWG); Paolo Ambrosini (Presidente Associazione Librai Italiani), Lionello Cerri (Amministratore delegato Anteo Spa), Andrea Fassi (Vicepresidente Gli Storici - Federazione Italiana Pubblici Esercizi ), Paola Macchi (Direttore amministrativo e organizzazione Festival di Spoleto), Maria Paola Migliosi (Presidente ConfGuide), Elena Morello (Vicepresidente Federlingue), Vincenzo Spera ( Presidente Assomusica), Andrea Valenti (Membro della giunta esecutiva Asseprim), Aldo Addis (Responsabile formazione Associazione Librai Italiani), Antonella Carù (Dean Graduate School Università Bocconi); Gabriele Cartasegna (Direttore Fondazione Innovaprofessioni), Mariagrazia Fanchi ( Direttrice ALMED Università Cattolica del Sacro Cuore), Federico Frattini (Dean POLIMI Graduate School of Management), Valentina Garavaglia (Prorettore alla didattica Università IULM), Monica Gattini Bernabò (Direttore generale Fondazione Milano), Eleonora Pisicchio (Direttore Fondo ForTe), Luisa Vinci (Direttore generale Accademia Teatro alla Scala) .

I partecipanti di mercoledì 19 ottobre (10.00-18.00): Chris Denby ( Founder and Chief Executive Officer Advisory Board for the Arts), Alessandro Borchini (Direttore comunicazione e marketing Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa), Lukas Crepaz (Executive Director Salzburg Festival), Andrea Del Mercato ( Direttore Generale Biennale di Venezia), Zenetta S. Drew (Executive Director Dallas Black Dance Theatre), S amanta Isaia (Managing Director Museo Egizio di Torino), Matteo Forte ( Managing Director Stage Entertainment Italy), Mark Volpe (former President/CEO Boston Symphony Orchestra), James Abruzzo (Managing Partner of Global Nonprofit Practice di DHR Global), Chiara Mio (Professore Ordinario di Management accounting, Pianificazione strategica e management della sostenibilità e Corporate reporting presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia); Valerio Toniolo (Presidente Coordinamento Impresa Cultura– Confcommercio Roma), Marco Causi (Associazione per l’economia della cultura), Carlo Fontana (Presidente Impresa Cultura Italia-Confcommercio).


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