Carla Fracci, la grande perdita

Una luce bianca e brillante se ne è andata. Unica per la sua arte, per la sua attualità, per il suo sostegno alla danza, diffusione e rafforzamento, e per l'attenzione al percorso  dei giovani ballerini . Carla Fracci se ne è andata lasciando  un'agenda di impegni ancora fitta e un vuoto ancora più grande.

L'ultima sua testimonianza presso la sua "casa" , il Teatro La Scala, la ritroviamo nei Master Class  di preparazione della messa in scena di Giselle al teatro La Scala del 30 gennaio, andata in scena in streaming su Rai Cultura , Rai Play e Teatro della Scala. Un eccezionale momento di incontro tra l’etoile e i protagonisti del balletto “Giselle”, un incontro tra generazioni, su invito del direttore del Ballo Manuel Legris, in vitrù del fatto che l'etoile ha fatto di Giselle una delle sue più leggendarie e immortali interpretazioni. In questa occasione Carla Fracci ha seguito e guidato  i protagonisti del balletto illustrando sfumature e dettagli dei personaggi in scena , dalla pazzia e sconforto di Giselle nel primo tempo, ai passaggi drammatici del secondo atto. Qualcosa che difficilmente i danzatori coinvolti, da Marta Arduino , Nicoletta Toppi, Virginia Toppi e gli altri, dimenticheranno.

 Davvero una stupenda esperienza- aveva  commentato Carla Fracci nella conversazione con Manuel Legris tra i due tempi del balletto – E’ stato un ritorno a casa e ho avuto un’accoglienza meravigliosa da tutti i giovani danzatori. Ho cercato di far capire quanto sia importante entrare nella espressività dei personaggi che esprimono i più vari sentimenti” Viviamo un periodo difficile ed è molto bello vedere come questi giovani difendano la loro passione, il loro lavoro”. Questi momenti si possono rivivere in alcune puntate (11 e 12) della Docuserie in 12 puntate" Corpo di Ballo. L'avventura di Giselle alla Scala", (Rai Play e Rai 5), che svela il dietro le quinte di una delle compagnie di danza più importanti al mondo, e il percorso dei danzatori, dopo mesi di pausa per il lockdown, per la messa in scena di Giselle  ( versione di Yvette Chauviré con la coreografia di Coralli-Perrot  ).

Potremo rivivere la figura  di Carla Fracci  sullo schermo della Rai con la fiction " Carla", dove la grande danzatrice è interpretata da Alessandra Mastronardi . La fiction, cui la Fracci è stata vicina nella realizzazione, e alla protagonista,  è tratta dal suo libro autobiografico " Passo dopo passo", Mondadori, che racconta vicende personali e intime dell'artista e  i  suoi successi, con pennellate della storia italiana.  In ordine cronologico, si passa dal racconto della sua infanzia nella campagna lombarda, le origine semplici della famiglia , l’impegno nel frequentare i corsi alla Scala, le difficoltà e le soddisfazioni, fino ad arrivare ai grandi successi, al solcare palcoscenici internazionali come Los Angeles, Mosca, L'Avana, Tokyo, Londra...,l’incontro con personaggi mitici della danza come Erik Bruhn, Rudolf Nureyev e su tutti Margot Fontaine “ dalla quale rimasi folgorata”, come raccontato dall'autrice. E ancora il ricordo e l’ emozione dei personaggi interpretati con grazia e con tenacia, oltre 200, sulle scene e sulle punte, come Giselle, Giulietta, Cenerentola, Medea, Swanilda, Francesca da Rimini....

 

Ricordata su tutti i fronti , con dolore, rimpianto e stupende parole. Il sindaco di Milano Sala, aprendo la conferenza stampa di presentazione della prossima stagione de La Scala , dove l'artista è stata ricordata con un lungo applauso, ha sottolineato come tutta la città di Milano  si sia raccolta intorno a lei, con una partecipazione mai vista ".  “Cresciuta all’Accademia, ha legato intimamente il suo nome alla storia di questo Teatro. Nei mesi scorsi ho avuto il piacere di accoglierla diverse volte alla Scala dove veniva spesso e a gennaio siamo stati felicissimi di riaverla a trasmettere la sua esperienza alle giovani interpreti dell’ultima Giselle, che è stata per tutti un momento indimenticabile. La penseremo sempre con affetto e gratitudine, ricordando il sorriso degli ultimi giorni passati insieme, in cui si sentiva tornata a casa- le parole del sovrintendete alla Scala Meyer pronunciate nei giorni scorsi.  Carla Fracci ci lascia "un grande vuoto che, allo stesso tempo, ci fa sentire ricolmi e ricchi di tutta la sua storia, che è la storia del balletto, privilegiati per aver condiviso la sua arte che è vita, leggendario modello e fonte di ispirazione di tutte le generazioni di ballerine”- ha fatto eco il direttore del Corpo di Ballo de La Scala Manuel Legris.

Tanti i pensieri e ricordi, belli e dolorosi che si sono rincorsi tra i social da parte di artisti e protagonisti e della danza italiana. "Ho avuto un’amica che era un Mito. Si, un Mito con la M maiuscola. Grande, immensa, artista in ogni cosa della sua vita. Amata in tutto il mondo, osannata dovunque. Stella della cultura, ambasciatrice della danza planetaria. Italiana doc, aveva avuto infinite offerte di lavoro in tutto il mondo, ma era follemente innamorata del nostro Paese, dell’affetto della gente, dei nostri teatri, della danza imprescindibile, senza se e senza ma- ha scritto Luciano Cannito- La sua Giselle è la più famosa della storia della danza ed è stata talmente rivoluzionaria che dopo di lei una danzatrice non poteva più essere solo tecnica e pirouettes, ma anche interpretazione drammatica e coinvolgimento emotivo totale nella narrazione della storia. La sua scomparsa è un vuoto che non sarà facile colmare, forse anche perché quella assoluta disciplina e dedizione completa all’arte della danza, non è più così scontata  nei ragazzi di oggi. Ho creato tanti balletti per lei e quando lavoravo all’estero, continuavo a notare lo stupore negli occhi dei direttori di teatri e Compagnie di danza, scoprendo della nostra amicizia e collaborazioni professionali." E Giuseppe Picone: "La farfalla di acciaio è volata in cielo. Sono profondamente commosso perché Carla ha rappresentato per me una mamma artistica fin dall'età di 12 anni, quando fui scelto da Beppe per interpretare il piccolo Nijinsky al Teatro di San Carlo. Una fonte d'ispirazione, la colonna portante della danza italiana, e ne era orgogliosa. I suoi insegnamenti mi hanno accompagnato per tutta la carriera, soprattutto il suo amore per il lavoro quotidiano......Sono triste perché è venuta a mancare la voce autorevole della danza italiana e in questo momento storico è ancora più sconcertante". "Luce di una danza di immortale bellezza: indimenticabile ogni suo passo, unico ogni suo gesto, prezioso ogni istante vissuto al suo fianco a Positano, Roma e Mosca. Il mondo intero piange oggi la scomparsa della grande étoile del balletto, straordinaria interprete e amica- il ricordo di Daniele Cipriani.

"La danza è una cosa bella, semplice e complessa, spesso è abbinata alla parola “ sacrificio”, ma chi sceglie di danzare lo fa per piacere.-La danza è nella testa, è un apprendere quotidiano, esige disciplina, ovvero il seguire i consigli di chi ti corregge. E poi la grande regola :  essere determinati e non rinunciare mai”. Questo il messaggio della danzatrice in bianco.

 

Carla Fracci è una figura cardine della storia della danza e di quella del Teatro alla Scala, ma anche un personaggio di riferimento per la città di Milano e per tutta la cultura italiana. La storia fiabesca della figlia del tranviere che con talento, ostinazione e lavoro diventa la più famosa ballerina del mondo ha ispirato generazioni di giovani, non solo nel mondo della danza. Entrata nel 1946 alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala, dove studia tra l’altro con Esmée Bulnes e Vera Volkova, Carla Fracci si diploma nel 1954 e nel marzo 1955 partecipa al “Passo d’addio delle allieve licenziande della Scuola di ballo” al termine di una rappresentazione de La sonnambula diretta da Leonard Bernstein con la regia di Visconti e Maria Callas protagonista. Nello stesso anno si rivela al pubblico sostituendo Violette Verdy nella Cenerentola di Prokof’ev e inizia un’ascesa che dal 1958 la vede prima ballerina. Nello stesso anno John Cranko, dopo Il principe delle pagode, la vuole nella parte di Giulietta in trasferta veneziana a San Giorgio Maggiore e la invita alla Royal Festival Hall, inizio di un’ascesa internazionale che tocca i maggiori palcoscenici e le più importanti compagnie del mondo, ma in cui la Scala conserva un ruolo centrale. Qui Carla Fracci danza tra gli altri con Mario Pistoni, Roberto Fascilla, Vladimir Vassiliev, Amedeo Amodio, Paolo Bortoluzzi, Mikhail Barishnikov, George Iancu e negli anni più recenti Massimo Murru e Roberto Bolle. Partner fondamentali restano Erik Bruhn, che le schiude le porte degli Stati Uniti, e Rudolf Nureyev con cui forma una coppia leggendaria. Interprete d’elezione dei grandi balletti romantici e delle nuove versioni dei classici create da Nureyev, la Fracci è anche dedicataria alla Scala di un numero imponente di nuove coreografie pensate per lei, da Sebastian di Luciana Novaro a La strada di Nino Rota e Mario Pistoni, Pelléas et Mélisande e Images d’Ida Rubinstein di Beppe Menegatti, fino a Chéri di Roland Petit (danzato per l’ultima volta alla Scala nel 1999 con Massimo Murru), e carismatica interprete dei balletti incastonati nelle opere inaugurali di Stagione: da Guglielmo Tell ai Vespri Siciliani e La Vestale, oltre che protagonista della rinascita di Excelsior con la regia di Pippo Crivelli. Proprio nella parte della Luce in Excelsior Carla Fracci ha calcato per l’ultima volta il palcoscenico del Piermarini nel 2000. Nel gennaio 2021 Carla Fracci è tornata alla Scala su invito del Direttore del Ballo Manuel Legris per preparare le coppie di interpreti della ripresa di Giselle (Nicoletta Manni con Timofej Andrijashenko e Martina Arduino con Claudio Coviello) in due masterclass trasmesse dai canali social del Teatro e riprese nell’ambito della docuserie “Corpo di Ballo” trasmessa su RaiPlay e Rai5. (fonte Teatro La Scala)


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