Dal 1 gennaio è online su www.ontheatre.tv il trittico di E.sperimenti Dance Company, la filosofia danzante tra resilienza, isolamento e natura. Il ballo sulle macerie del lockdown alla riscoperta di sé stessi: 50mq, DPCM, Con_te. Con il sostegno del Ministero dei Beni Culturali.
Il 2021 inizia danzando. Dal 1 gennaio ,( e fino al 7 ) è online su www.ontheatre.tv, piattaforma streaming a pagamento pensata per il teatro, per la danza, l'opera e la musica nata a giugno 2020, il Trittico di danza a cura di E.sperimenti Dance Company con la sua filosofia in forma di passi di danza, tra resilienza, isolamento e natura, mostrando tutti insieme i tre spettacoli nati nel 2020: 50mq, DPCM, Con_te. Tre spettacoli nati nel 2020 “ per dare sfogo a noi stessi e darci la possibilità di continuare a lavorare in questo momento tragico. Queste restrizioni hanno costretto gli artisti al silenzio, hanno voluto rendere gli artisti impotenti. L'idea è nata dal desiderio e dalla necessità di esprimere il momento e per mantenere vivo il fuoco della creatività, perché quando qualcuno cerca di spegnere questo fuoco esso si attiva ancora di più, prende vita ancora più vigoroso”.
Tre spettacoli che si uniscono in uno solo, virtuale, a chiusura di un anno raccontato con i corpi e con la musica: una nuova forma per una compagnia di danza abituata a viaggiare, con tournée a Budapest, Helsinki, Hong Kong, Singapore, Jakarta, Kuala Lumpur, Shanghai, Germania, Bejing, Corea del Sud, Giordania, Russia, Brasile, New York, Palestina e Bangkok. La Compagnia è prodotta dal Gruppo Danza Oggi, sostenuta dal Ministero dei Beni Culturali. Un progetto impegnato, nato quindi dalle esigenze degli artisti, dei ballerini protagonisti. Un trittico di realizzazioni video che offrono lo spunto per porsi delle domande, pronte a far riflettere il pubblico attraverso la danza e l’espressione.
Il viaggio delle tre produzioni prodotta dalla compagnia, già presente in parte in #WeAreItaly promosso dal Ministero degli Affari Esteri, comincia con l’esigenza interna dei danzatori di raccontare le ore più buie di questo 2020, scandite dal lockdown forzato. Ore buie in grado, allo stesso tempo, di far riscoprire sé stessi. Si inizia con “50 mq”, la rappresentazione più intima e personale dei danzatori, che mostra le emozioni e le sensazioni, spesso contrastanti ed euforiche, degli artisti durante il lockdown. Con “50 mq” si evidenzia la chiusura, fisica ma non mentale, costretta dalla pandemia. Una chiusura che offre lo spunto per parlare ed esprimersi attraverso la danza, abbracciando sfere di riflessione più ampie, come dimostrato dal “Monologo sulla Vagina” d’apertura.
Con “DPCM”, il viaggio continua attraverso la frustrazione di una nuova chiusura forzata, proprio quando tutto sembrava rinascere. E’ la tempesta che segue una quiete illusoria, quella scatenata dal Dpcm che ha imposto nuove limitazioni. In mezzo alla frustrazione, però, ecco l’idea di un danzatore: quella di continuare ad esprimersi, a danzare. La danza e l’arte come unica via d’uscita. La realizzazione di “DPCM” si terrà proprio nelle Ex Officine Meccaniche delle Reggiane, un luogo sepolto dalle macerie, ma in via di riqualificazione. Una metafora perfetta per esprimere il momento di difficoltà degli artisti. Il bello che rinasce attraverso le intemperie, la libertà oltre le limitazioni, il ballo sulle macerie. Il tutto con uno sguardo verso l’alto, in una location che mostra le fragilità dell’uomo, ma ne risalta la bellezza artistica.
Il viaggio si conclude con la terza realizzazione: “Con_te”. Si tratta del primo assaggio di libertà dei danzatori dopo le imposizioni. Un ritrovo tutto al naturale, che li riporta a connettersi tra di loro, attraverso le radici di un albero. L’albero e la natura in generale diventano così metafore della connessione profonda tra i danzatori, una connessione che si presenta come un vero e proprio bisogno e come degna conclusione di un viaggio spirituale ed intimo. E’ il risveglio del branco, che torna a collaborare facendo squadra. Il progetto,infatti, prende forma proprio grazie al grande lavoro di squadra, d’equipe e di solidarietà tra i danzatori.