Il tango, un abbraccio sensuale, elegante e struggente, un misto di poesia, dolore, passione, strettamente legato a Buenos Aires, dal 2009 Patrimonio Unesco. Una storia lunga iniziata più di 100 anni fa ( i 100 anni del tango sono stati compiuti nel 2010) nelle vicinanze del porto, nei bassifondi, nei locali malfamati...
"Senza le strade o i crepuscoli di Buenos Aires, il tango non può essere scritto." (Jorge L. Borges)
Una storia intrigante che prende il via ai primi del 900 quando l'Argentina, Terra d'Argento, è meta di flussi migratori da tutta Europa, tanti anche dall'Italia e dal Centro America. Buenos Aires diventa così il grande scenario di vite tristi e faticose, di incontri tra diverse umanità in quartieri popolari e sovraffollati, di intrecci di culture e di suoni, un modo per scacciare la nostalgia. E in tempi di Covid, quando l’abrazo è negato, va ricordato con maggiore forza che l’11 dicembre si celebra in tutto il mondo il “Dia internacional del Tango“,ricorrenza istituita nel 1977 dal ministero della cultura argentina per rendere omaggio a due musicisti straordinari, nati entrambi proprio l’undici dicembre, Carlos Gardel, “La voz” nato nel 1890 , e Julio de Caro, violinista e direttore d’orchestra nato nel 1899 . L’idea fu coltivata e promossa da Ben Molar, storico della musica tanguera, accademico della “Academia Nacional del Tango” e della “Academia Porteña del Lunfardo”.
Il tango nasce da una fusion: ritmi Condombè, afroamericani, l'influenza degli spagnoli (del resto milonga è una parola di origine spagnola), le note evocate dagli schiavi provenienti da Cuba con l'Habanera. Ed ecco il via a una miscela di canzoni piene di umanità, e a sequenze di danza dove il soggetto assoluto è la coppia e il suo rapporto. Le prime canzoni vengono composte in lunfardo, un gergo influenzato da italiano e spagnolo, considerato oggi l'idioma del tango. Forte l'influenza degli immigrati italiani sulla sua evoluzione musicale : tra i compositori più noti ci sono figli di immigrati italiani come Di Sarli, Pugliese e De Caro. Mentre lo strumento più caratteristico del tango diviene in breve tempo il bandoneon, mai abbandonato.
Un ballo dal grande futuro, cresciuto “tra malavita e stiletti di coltelli” ma che è poi riuscito a sbarcare nel salotti europei negli anni 30 grazie alle musiche di Carlos Gardel , si è imposto al pubblico mondiale e si è rinnovato negli anni senza mai tradire il suo primo impulso, attraversando la rivoluzione di Piazzolla e l’avvicimarsi ai ritmi contemporanei . Varie le sonorità del tango, tre i suoi ritmi musicali ai quali corrispondono Tango, Milonga e Tango vals (Vals criollo).
In apertura " Note di Tango" dell'artista Patrizia Claps che ringraziamo per averci concesso la riproduzione dell'opera