Dall'iniziativa di Ballare Viaggiando "Danza, scrivi e visita Danzainfiera", realizzata in collaborazione con Danzainfiera (Firenze, 26 febbraio - 1 marzo 2015), il racconto post di Silvia De Angelis, Roma, “Cuba, una notte a Trinidad” classificatosi al secondo posto. Una esperienza di danza sotto la luna … All'autrice è stata destinata come omaggio l' autobiografia di “Celia Cruz. Mi Vida”, ed. rueBallu, che mette in luce il personaggio Celia, morta nel 2003, da sempre sostenitrice della valorizzazione della musica cubana
Cuba, una notte a Trinidad
Non era la prima volta che andavo a scoprire questa terra incredibile e tanto desiderata, ma questa volta il tempo a disposizione sarebbe stato di più- oltre all’ Havana e Varadero in programma c’era un tour fino a Santa Clara - e l’obiettivo prioritario era sì ballare la salsa ma, a parte i locali per turisti, trovare posti più veri dove ballano anche i cubani con naturalezza, in equilibrio con i turisti, senza tanti orpelli o vestiti fighi. E se fu molto bello una delle prime sere ballare la salsa in un albergo storico dell’Havana, a un piano altissimo, con la vista della città tutta illuminata, l’emozione vera fu a Trinidad, una delle città coloniali meglio conservate e patrimonio Unesco, ferma nel tempo, ricca di storia e di vita vera. Appuntamento del gruppo la sera per una cena a base di aragosta in una casa del centro storico. Interesse modesto per l’aragosta ma la casa, che tra l ’altro ha accolto al meglio i suoi ospiti con antiche porcellane e cibi locali (aragosta, banana fritta e mango) - si trovava proprio alle spalle della Casa della Musica, dove a una certa ora la musica cubana diventava protagonista tra spettacoli di danzatori locali e salsa e raeggaton a non finire. Una occasione da non perdere… A metà cena le note della salsa cominciavano a insinuarsi prepotentemente tra le pieghe dell’aragosta, difficile resistere ancora, la musica chiamava e la tavola fu presto abbandonata.
La Casa della Musica era uno spazio all’aperto, che si raggiungeva attraverso una scalinata : la musica era al culmine, la pista naturale affollata di giovani e meno giovani, sotto a una tettoia si vendeva da bere. E il cielo su di noi, ancora stellato. Via alla danza, qualche scambio con un giovane cubano che già ci invitava la sera dopo a ballare la salsita in qualche posto lì vicino, allegria e naturalezza. A un certo punto una pioggia incredibile si riversa su tutti i ballerini: qualche coppia resiste e poi tutti insieme sotto la tettoia in piedi ad aspettare la fine del rovescio. Perché poi la pioggia finisce e tutto ricomincia. Umidità, qualche battuta, qualcosa da bere e l’orizzonte si rasserena, la musica ricomincia e via in pista senza sosta, con un piacere e una spontaneità che ancora ritorna con forza nei pensieri e nei ricordi. Come il rientro in hotel con un “taxi” senza finestrini (vetri rotti) e un motore super affaticato….
Silvia De Angelis