Salento, la cultura e la danza di un popolo con "Il ritmo che cura”

Musica e danza, parole, filmati, riflessioni sul tarantismo e sul male di fabbrica, favole e leggende, sapori tipici del Salento. Di tutto un po’ per presentare le tante anime del Salento e del suo popolo in una rassegna che ha occupato un long week end romano di dicembre a cura del cantautore e percussionista U’ Papadia, e dell’insegnante di pizzica Francesca Malerba, salentini doc, con la collaborazione della casa editrice Kurumuny

di Ester Ippolito

La "pizzica de core" e la scoperta di cosa si cela dietro questi passi e questo ritmo. La cultura ancestrale del tarantismo e la vita contadina del Salento battuto dal sole e dal vento filtrate attraverso rari filmati antropologici che raccontano storie vere. La forza delle leggende e delle favole e la malattia moderna delle fabbriche. Questi i temi al centro di una serie di appuntamenti musicali e non che hanno riempito la piazza di Roma ai primi di dicembre scorso presentati, in collaborazione con Kurumuny edizioni, dal cantautore e percussionista U’ Papadia (ultimo successo La  Peronospera), e dall’insegnante di pizzica Francesca Malerba, salentini doc che proseguono nella loro mission di insegnare passi di danza ma anche  la cultura del popolo salentino attraverso il corso “ Il ritmo che cura. U’ Papadia e Malerba sono infatti gli ideatori di questo corso  di danza e percussioni  che prevede anche  la scoperta  del senso vero della pizzica che fino a 20 anni fa, quando questa area salentina era ancora fuori dai circuiti turistici, si ballava come danza di piazza e terapia musicale per i tarantati.  Con questa nutrita rassegna U’Papadia e Malerba hanno rafforzato ulteriormente questo impegno culturale a latere delle lezioni, impegno che si è rivelato “ premiato”, visto il successo della iniziativa e l’afflusso e interesse del pubblico.

Musica, male di fabbrica e favole

La rassegna si è articolata su vari piani prendendo il via dalla musica di U’Papadia che ha riproposto nel primo incontro il suo canto di ribellione, con le sue sonorità tradizionali e innovative, contro la Peronospera, malattia attuale diffusa in Salento che mina la volontà degli uomini e induce alla rassegnazione (Sottocasa d’ Andrea a San Lorenzo). Fabbrica e salute al centro dell’incontro presso il Cantiere ( via Gustavo Modena), con la presentazione del libro “Gli invisibili: vivere e morire all’Ilva di Taranto”, di Fulvio Colucci e Giuse Alemanno (ed. Kurumuny) seguito dallo spettacolo teatrale “Venticinquemila granelli di sabbia” dell'attore e regista Alessandro Langiu, una piece che ha messo in scena la vita di alcuni giovanissimi negli anni 70 a Taranto. Dalla dura realtà alla fantasia con la presentazione all’Hula Hoop del Pigneto del libro di fiabe “Come fece, come non fece” (ed. Kurumuny) di Luigi Chiriatti (nella foto in alto con Malerba e U'Papadia) ,ricercatore della storia orale, scrittore, fondatore della casa editrice Kurumuny, che ha offerto un modo particolare per entrare nelle pieghe del mondo salentino, attraverso una raccolta di fiabe “fatte di immagini, luoghi, atmosfere, suoni di paesi e città, voci di uomini e di animali, odori antichi di case umili o profumi esotici di sfarzosi castelli, di malìe e incantamenti alla controra. Immagini lontane, nel tempo e nello spazio, di principi e principesse che vivono e rivivono tra gli ulivi contorti e tra gli spinosi fichi d’India”. Le favole del libro fanno parte di un lavoro di ricerca e documentazione sulla cultura orale salentina condotto dall’autore, con la registrazione delle fiabe sul campo direttamente dalla viva voce dei narratori in dialetto salentino e la trascrizione libera delle stesse. Un libro per bambini ma anche per gli adulti che possono svegliare i ricordi custoditi in un angolo della memoria e ritrovare il tempo in cui furono bambini attraverso la fascinazione di un racconto”.

Gran finale in musica, ovvero il nuovo spettacolo “Mercati Generali” di ‘U Papadia e GuitArmando, l’incontro tra un salentino e un romano sull’onda della musica, producendo “ momenti esilaranti e commoventi”. Come è stato  sottolineato, si è trattato  di  " un viaggio divertente che congiunge due mondi diversi, il Salento e Roma, guidato dai sogni di due ragazzi alla fine degli anni ’70, ambientato nella notte che vive e lavora, mentre le città dormono ignare. Mentre i racconti si intrecciano con le note e con il ritmo, i veri protagonisti di questo spettacolo sono tre: la musica la notte e il lavoro, il lavoro del popolo..."

Antropologia visiva per il Tarantismo

Infine, ultimo appuntamento (Officina Culturale al Quadraro) dedicato al Tarantismo e altri riti in Salento nell’ambito della rassegna “Cinquanta anni di antropologia visiva” sempre  a cura di Luigi Chiriatti. Sotto i riflettori il fenomeno del tarantismo diffuso nelle campagne del Salento e studiato in profondità da Ernesto De Martino negli anni 50, e approfondito poi da antropologi e storici , per cercare di dare un senso a questa “malattia”, “piaga” che affliggeva il mondo contadino e soprattutto quello femminile, e che veniva guarita dall’incessante ritmo musicale, violino, organetto e tamburelli, delle orchestrine domiciliari che andavano nelle case delle tarantate a portare questa cura. La storia del tarantismo, introdotta da Luigi Chiriatti, autore del volume “Morso D’amore, Viaggio nel Tarantismo Salentino”, nel quale lo scrittore  salentino  ripercorre il suo cammino  verso la “verità”, presentando le sue esperienze e  un excursus di tutti gli studi fatti sul tarantismo  prima e dopo  De   Martino, è stata proposta al pubblico attraverso dei filmati di raro interesse che hanno evidenziato la sofferenza di questa terra arsa dal sole ed espressa dalle donne tarantate nella solitudine delle loro case e attraverso il rito collettivo nella cappella di San Paolo a fine giugno alla ricerca della liberazione e guarigione: La Taranta, 1961, di Gianfranco Mingozzi; Morso d’amore, 1981, di Annabella Miscuglio (inedito), in cui si narra la storia di una tarantata che si curava da sola cantando; Stendalì, 1960, dedicato alla lamentazione funebre delle donne del sud a protezione e conforto del lutto dei familiari, di Cecilia Mangini, regista, fotografa e documentarista che ha più volte collaborato con Pier Paolo Pasolini, e presente in sala in qualità di ospite d’onore. “ Con una sala piena e gente in piedi- il commento di Francesca Malerba in riferimento a questa serata - abbiamo dimostrato che la cultura non è noiosa, e che il pubblico non ama solo i rave di pizzica, ma anche ascoltare i contenuti... Se poi a raccontarli sono Luigi Chiriatti e Cecilia Mangini,il valore sale ...”

“Il ritmo che cura”, il corso di Malerba e U’Papadia 2012/2013

L’obiettivo del corso di danza salentina e percussioni “Il ritmo che cura” è far  imparare a ballare, suonare e cantare la pizzica tenendo  presente l’atmosfera reale  in cui  questo ritmo si è sempre esplicato, ovvero le occasioni di festa, momenti  di aggregazione e spensieratezza. Oltre all’insegnamento della tecnica, la danza popolare verrà infatti contestualizzata per mezzo di racconti di esperienze vissute, per recuperare il senso che la pizzica aveva fino a 20 anni fa in Salento, quando viveva tra la gente comune e non era ballata sui palcoscenici. Ricordando anche che  questo  ritmo veniva “somministrato” alle donne e agli uomini affetti dal Tarantismo che  danzavano ininterrottamente per giorni per eliminare il veleno, per liberarsi dal male. “Il ritmo tribale e ipnotico e la danza molto legata alla terra hanno ancora oggi la caratteristica di essere liberatori. Oggi il Tarantismo è sparito, ma l’esigenza di “eliminare il veleno”, e di “liberarsi dalle vessazioni  è ancora presente - affermano  Malerba e U’Papadia, invitando  tutti a partecipare a questi momenti molto particolari.

Per seguire i corsi:

Martedì 18:00-20:00
Corso di Tamburello
Circolo Gianni Bosio, via Sant’Ambrogio 4 (centro, vicino Largo di Torre Argentina)

Mercoledì 19:00-20:30
Corso di Pizzica (tamburello, canto ritmico, danza)
Via Libera Officina Culturale - via dei Furi 25 - Roma - metro Porta Furba

Giovedì turno I: 20,15-21,15 turno II: 21,30-22,30
Corso di Pizzica (solo danza)
LA CAVA Associazione Culturale - via degli Scipioni 237 - Roma - metro Lepanto

Una domenica al mese
Stage di pizzica-Lezioni singole e tematiche, non è prevista la prova ,prenotazione obbligatoria.

MOCOBO  centro culturale, via Pellegrino Matteucci 98 (Metro Piramide/stazione Ostiense).

Il metodo di insegnamento è basato sulla comprensione immediata del principio della pizzica, ovvero del sincronismo corpo/tamburo, tramite la percezione “fisica” del ritmo e permette di cominciare a cimentarsi con la danza già dopo il primo incontro. Ogni lezione si concluderà con una danza nella ronda con tamburello suonato dal vivo.
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I maestri

Umberto Papadia: cantautore e percussionista salentino, ha recentemente pubblicato il progetto folk rock “La Peronospera” (2010). Fondatore del gruppo elettro-world “Ammaraciccappa” (Al Qantarah-2007), è stato percussionista e vocalist di Teresa De Sio dal 2004 al 2011.Vanta collaborazioni con nomi illustri italiani e internazionali, tra i più noti: Lucilla Galeazzi, Ambrogio Sparagna, Nando Citarella, Uccio Aloisi, Arakne Mediterranea, Mike Mainieri, Hector Zazou. Svolge attività didattica da oltre 15 anni.
Francesca Malerba: nata a  Galatina (Le), balla la pizzica da quando era piccola. Tiene corsi e stage in varie sedi a Roma e studia diverse danze “etniche” da oltre 10 anni.

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