Ambrogio Sparagna, la tradizione in festa

Il maestro Ambrogio Sparagna, musicista ed etnomusicologo, racconta la genesi e lo spirito di Ballo!, lo spettacolo  di danza e musica popolare, giunto alla sua seconda edizione, e andato in scena il 24 luglio alla Cavea dell'Auditorium, nell'ambito della rassegna "Luglio suona bene". Una grande festa  in cui si interpreta la tradizione. "La musica popolare, e così la danza, deve sempre partire  dal  suo codice  originario e identificativo-le parole del maestro


di Ester Ippolito

 

 

L’atmosfera è concitata, gonne colorate volteggiano mentre i nastri dell’Albero di Maggio  cominciano a intrecciarsi a suon di musica. Volti attenti,  taluni già sudati, altri  preoccupati, altri   sorridenti  e in attesa di entrare “in ballo”: c’è chi segue la musica, chi  si butta in pista per provare la pizzica, la tamurriata….chi ascolta attentamente  i suggerimenti   degli insegnanti.  E’ il primo dei tre laboratori  che hanno preceduto lo spettacolo Ballo!  (24 luglio Auditorium, Cavea  http://www.ballareviaggiando.it/home/15-slideshow/1349-balloe-fu-carnevale.html ), uno spettacolo unico nel suo genere,  che riaccende sul palco  le tradizioni italiane musicali e della danza  mettendo in scena una grande festa popolare, animata   da danzatori professionisti e appassionati  - circa 150 -    e senza limite di età, il tutto accompagnato dall’Orchestra Popolare dell’Auditorium e dal Coro di Anna Rita Colajanni. Il progetto artistico di Ballo! è del maestro Ambrogio Sparagna, musicista ed etnomusicologo, coadiuvato  in questa mission da Francesca Trenta, etnocoreologa e insegnante di danze popolari -, con il  compito di coordinare tutti i danzatori  e curare le coreografie, dando forma, in un modo leggero e aderente alla tradizione, a un “caos ordinato”,  a un risuonare di musica, di ritmi e di colori che lascia una grande traccia nello spettatore. Della genesi e spirito di Ballo!, e non solo, ci parla il maestro Sparagna…

 

 

B&V- Ballo! Lo scorso anno questo spettacolo di grande successo  è stato definito il frutto di sogno e follia. Oggi  siamo   al  secondo appuntamento...  è un sogno realizzato?

 

Sparagna- Ballo ! …   il sogno mi è piaciuto. E’ stata una esperienza  veramente bella  sul piano artistico e umano …mi sono fatto davvero trascinare dal sogno. Del resto tutto quello che facciamo qui all’Auditorium sul piano musicale con l’Orchestra  Popolare Italiana,da me diretta,   è  determinato dall’esigenza di sognare: tenere  insieme tante persone  che suonano diversi strumenti, alcuni anche considerati marginali,  mantenerli tutti  aggrappati alla forma di esecuzione  dei canti popolari interpretati  da solisti e  da un grande coro è un sogno a colori. Se poi ci aggiungiamo la danza  diventa cinemascope. Realizzare Ballo! è un desiderio che coltivavo da anni e penso che Francesca Trenta oggi, nel panorama della riscoperta della danza popolare, sia davvero la più rappresentativa.  Lavoriamo insieme da tempo  e  abbiamo creato un connubio felice.

 

B&V-Il discorso follia è superato ?

 

Sparagna- Un pizzico di follia ci vuole  sempre realizzando questo tipo di spettacoli. Dobbiamo dire che  inevitabilmente  ci scontriamo con logiche di mercato, siamo dominati dalla   logica dello star system e  show business ed è molto difficile far passare qualcosa di diverso.  La tarantella si scontra con i Rolling Stones, insomma, un confronto impari  al di là del valore artistico che può essere soggettivo.  Per questo  l’impostazione di uno spettacolo come Ballo!, centrato sulla  musica e danza popolare, richiede  criteri  particolari, tanto più che  si inserisce nella rassegna “Luglio suona bene” che ospita  artisti internazionali e di livello.  Per Ballo! è stato  necessario preparare un prodotto adeguato, non una festa di paese, ma qualcosa che  coniugasse  il valore culturale dello spettacolo, ovvero la  valorizzazione  dei canti e delle danze popolari,  con una confezione  tale da attrarre  un vasto pubblico, non solo  un enclave di addetti ai lavori. Ovvero realizzare  un grande spettacolo popolare.

 

B&V- Ballo! 2014 ricalca  il format originario o si discosta ?

 

Sparagna- Abbiamo seguito la struttura dello scorso anno, la formula è quella. Nei contenuti specifici quest’anno Ballo, oltre alla   pizzica, tarantella, tamurriata come zoccolo duro,  ha offerto  molta più Italia Centrale , balli saltati dell’ Appennino Tosco Emiliano.  E poi i colori e ritmi del Carnevale di Montemarano e della sua Tarantella, grandi ospiti di questa edizione.  Ogni mio concerto ha uno stretto  collegamente con l’aria della festa popolare, e  in questo spettacolo è più evidente. Come in un coro popolare cantano tutti, anche nella danza popolare devono ballare tutti, non per una ragione demagogiga, ma ognuno secondo le proprie possibilità e spetta al   maestro concertatore  esaltare i protagonisti.  Il rapporto festa e danza è immediato, la festa crea subito comunità e voglia di stare insieme.

 

 

B&V- A parte le logiche di mercato dominanti, oggi la musica popolare  richiama comunque grandi folle…

 

Sparagna- E’ vero e questa è una mia grande soddisfazione. In Italia ho richiamato  il maggior numero in assoluto  di spettatori ai concerti di musica popolare, è un  primato che mi spetta e che decanto da me..Qualcosa è cambiato negli anni, l’interesse è cresciuto, abbiamo avuto qui all’Auditorium oltre 50.000  spettatori paganti. Questo è servito anche a stimolare molti musicisti che hanno suonato con noi a creare nuove  realtà musicali in varie regioni italiane: Umbria, Val  D’Aosta ….


B&V- A questo ha contribuito anche la nascita dell’Orchestra Popolare dell’Auditorium ?

 

Sparagna- Senz’altro, l’Orchestra,che conserva e diffonde gran  parte di questo patrimonio musicale,  è stato un progetto dell’Auditorium  e sicuramente ha dato un nuovo impulso e più credibilità a tutto il nostro  lavoro.

 

 

B&V- Qual è il valore della tradizione ?

Sparagna- La musica popolare deve parlare a tutti , trovando anche forme nuove ma sempre rispettando la sua identità. La musica popolare, e così la danza, deve sempre partire  dal   suo codice  originario: la correzione di certi passi o di una certa impostazione della figura che fa Francesca  Trenta non è un vezzo filologico ma è una necessità ideologica. Sia nel canto popolare che nella danza devono essere visibili i caratteri identificativi , altrimenti  si perde il valore stesso di quello che si sta facendo. La danza si  presta a  interpretazioni creative, il rischio di interpretazione o stravolgimento è sempre vicino, ci vuole un filtro che faccia da passaggio. Per i canti e per la danza vale lo stesso metodo: mantenere il carattere identificativo, evidenziare alcuni segni originari.   Sono concetti   insiti nella stessa parola tradizione, da tradere, fare un passaggio, tramandare (e anche un po’ tradire…) ma sempre partendo da una identificazione certa. Da 40 anni recupero canti e melodie, riscrivo e trascrivo,  suono questo repertorio…    a un certo punto si arriva anche a  una re- interpretazione, non si tratta di ripetizione pedissequa.  Come nel restauro, vale lo  stesso procedimento  nella musica,  ma  l’origine deve essere chiara, non confusa.  Ed è in questo modo che   Francesca interpreta la danza. Non si tratta di una  esibizione da gruppo folcloristico che  si ripete. Per esempio i  danzatori di  Montemarano   interpretano la tradizione del posto ma tutto rimane nella logica della comunità.

 

B&V- Notte della  Taranta, è stato definito uno dei maestri concertatori (2004-2006) più fedeli alla tradizione ….( e  quest’anno  c’è anche  un ritorno  nel festival itinerante)

 

 

Sparagna- Lo credo anch’io, anche se qualcuno aveva detto il contrario. Ho fatto 160.000 spettatori e ho  fatto quello che faccio qui , naturalmente con il substrato della  pizzica che faceva  da collante. Ho lavorato  molto sui canti  e  sul recupero della  lingua grico-salentina, penso per primo, ed è nata anche un'  orchestra di giovanissimi (Sparagnina ndr). Da  etnomusicologo, ho anche  insegnato  agli artisti di livello  che hanno partecipato alle Notti  (Dalla, Battiato, De Gregori, Nannini)  le regole della interpretazione dei canti  popolari, punto molto importante per tutto quello che abbiamo detto.   Se fossi oggi il maestro concertatore non cambierei il mio modus operandi  ma  punterei molto sui giovani e giovanissimi. In Salento c’è un vivaio di giovani di eccezionale bravura.

www.sparagna.it
www.finisterre.it

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Le foto sono relative allo spettacolo Ballo! 2014

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Ambrogio Sparagna, musicista ed etnomusicologo nato a Maranola, Latina, figlio di musicisti tradizionali,  opera nel campo della musica popolare dagli anni 70 (allievo di Diego Carpitella) con la produzione di album, attività concertistica e insegnamento. Nel 1976 dà vita alla prima scuola di musica popolare contadina in Italia presso il Circolo Gianni Bosio di Roma.  Dal 2004 al 2006 è Maestro concertatore del Festival la Notte della Taranta dove per l’occasione fonda una grande orchestra di sessanta elementi composta da strumenti popolari, con cui dà vita per tre anni di seguito a spettacoli straordinari a cui prendono parte decine e decine di migliaia di spettatori e a cui partecipano in qualità di ospiti anche Franco Battiato, Francesco De Gregori, Lucio Dalla, Gianna Nannini, Carmen Consoli, Piero Pelù, Francesco Di Giacomo, Giovanni Lindo Ferretti, Peppe Servillo e tanti altri. Con l'Orchestra popolare della Notte della Taranta realizza alcuni grandi concerti in Italia e all'estero, in particolare in Cina, Pechino, nel maggio del 2006.   Nell'inverno del 2006 il Ministro dei Beni Culturali Francesco Rutelli lo nomina consulente per la musica popolare nella Commissione ministeriale per la tutela e promozioni delle tradizioni popolari. Nell'estate del 2007 fonda l'Orchestra Popolare Italiana dell'Auditorium Parco della Musica di Roma, un grande gruppo strumentale residente all' interno dell'Auditorium allo scopo di promuovere il repertorio della musica popolare italiana. Nell'agenda del maestro  un'intensa attività concertistica internazionale   in numerosi paesi europei ed extraeuropei,  attività didattica   in ambito universitario, in particolare a Parigi dove ha insegnato Etnomusicologia nel biennio 1991/1992 presso l'Ottava Università, e la pubblicazione di numerosi saggi e documenti audiovisivi sulla musica popolare italiana. Nel 2014 sono andate in onda su Rai 3 un ciclo di trasmissioni legate alle feste popolari italiane, “L’Italia che risuona”,  che riprenderanno  la prossima stagione con quattro   puntate (Val D’Aosta, Sardegna, Basilicata e Sicilia). Sparagna  parteciperà alla Notte della Taranta 2014 nell’ambito dei Progetti Speciali relativi al Festival itinerante. Tappa a Sternatia il 10 agosto con l'Orchestra Sparagnina, ospite Peppe Servillo, con un progetto  legato al recupero del repertorio di canzoni in grico salentino e nelle altre lingue della nostra storia musicale italiana: il siciliano, l’arberesh, l’istriano, il friulano, lo sloveno.


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